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5 Nov 2021 [13:08]

La fine di un'epoca:
Tarquini annuncia il ritiro

Jacopo Rubino - XPB Images

La fine di un'era, verrebbe da dire. Gabriele Tarquini, 59 anni, ha annunciato il ritiro dalle corse alla vigilia del weekend di Adria del FIA WTCR. Sembra quasi strano a dirlo, di un pilota che ha attraversato varie generazioni e sempre al massimo livello: "Sono triste, ho pensato che la mia carriera non sarebbe mai finita, non pensi mai che il momento di fermarsi prima o poi debba arrivare", ha ammesso nella conferenza stampa del venerdì. "Ma nella vita tutto ha un inizio e una fine e sono abbastanza esperto da capirlo".

Dopo la gavetta in monoposto, dopo l'avventura in Formula 1 in cui ha dovuto tirare fuori tutto il proprio talento per lottare poco competitive (nella foto in basso, eccolo con la Fondmetal), Tarquini si è votato totalmente alle competizioni Turismo dal 1992, diventando in trent'anni una leggenda della disciplina. Non solo per longevità, sicuramente, ma anche per le tante imprese compiute, per le tante auto guidate in vari campionati nazionali e internazionali, con il titolo 1994 del BTCC, quello 2003 nell'Europeo, i due iridi 2009 (WTCC) e 2018 (WTR). Tarquini è stato bandiera Alfa Romeo, Honda, Seat e poi Hyundai, di cui è stato la guida del progetto TCR, portando sul trono Mondiale la casa coreana nel 2018 e contribuendo allo sviluppo della i30 e dell'attuale Elantra, come fatto in passato per altre case.



"Ho iniziato nel karting, sono giunto in F1, ma sicuramente la parte principale della mia carriera è nelle corse turismo, in cui ho vissuto trent'anni. Il titolo mondiale 2009 e il titolo 2018, a 56 anni, sono qualcosa di incredibile. Sono fortunato che la mia carriera sia durata così a lungo, altri colleghi si fermano a 35-38 anni. Ho corso praticamente per mezzo secolo, contando che sui kart ho iniziato a 10 anni", ha raccontato. "La mia ispirazione è stata Mario Andretti, che ho incontrato da bambino, ed è stato competitivo in IndyCar oltre i 60 anni. Ci sono stati piloti in passato rimasti veloci fino a quest'età, non è facile perché fisicamente e mentalmente hai uno svantaggio sui ragazzi più giovani, ma ho fatto del mio meglio per restare al top, anche se negli ultimi 5 o 6 anni ha richiesto per me un grande sforzo".



Sul perché di questa decisione, Tarquini ha infatti spiegato: "Il WTCR è diventato davvero combattuto in questi anni. Il passo gara non l'ho perso, ma in qualifica soffro di più rispetto a cinque o sei anni fa. Nella sosta da Aragon e Budapest ho deciso di dire basta, ed era importante per me comunicarlo nella mia tappa di casa. Era il momento giusto. Ho disputato più di 800 gare, 700 nelle corse Turismo, è incredibile. Ho alcuni record di anzianità, ma magari qualcuno li batterà. Questi numeri hanno impressionato persino me stesso, perché quando sei coinvolto non ci pensi così attentamente".

Il "Cinghio" ha comunque promesso che il casco non sarà definitivamente appeso al chiodo: "Non voglio smettere del tutto di guidare, per me le corse sono una droga e non posso passare da tutto a niente. Sto parlando con Hyundai per capire se in futuro si possa avere un tipo di rapporto diverso, ma voglio che questo sia il mio ultimo marchio perché abbiamo fatto un grandissimo lavoro insieme e il legame è molto forte. Magari effettuerò dei test, o qualche gara singola a livello nazionale".