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27 Ott [14:11]

Le regole da dilettanti della FIA
e la squalfiica di Hamilton e Leclerc

Massimo Costa

Al termine del Gran Premio di domenica scorsa, accade che una persona, il delegato tecnico FIA Jo Bauer, prende un foglietto e vi scrive quattro nomi dei piloti che hanno concluso la gara. Per fare cosa? Per verificare il fondo delle loro vetture, precisamente il pattino. Si sa che il pur bel circuito di Austin presenta pesanti "bump", tanto che più di un pilota, tra cui Max Verstappen, ha ritenuto il tracciato di Austin inadatto alle monoposto di F1. Ma essendo l'autodromo texano uno dei preferiti dei signori americani di Liberty Media, tutti si sono girati dall'altra parte. Come si permettono questi piloti di criticare il nostro gioiello? Si mettano il cappello da cowboy e stiano zitti. Il peggio del trash texano insomma.

Mister Bauer segna in quel foglietto quattro nomi: Max Verstappen, Lewis Hamilton, Lando Norris e Charles Leclerc. Quattro vetture diverse: Red Bull, Mercedes, McLaren, Ferrari. Strana la scelta di questo signore di controllare i fondi delle monoposto proprio su un circuito che presenta tali asperità e in cui si è svolta una qualifica in più (lo shootout), e la gara Sprint il sabato, con le macchine in parco chiuso dal venerdì dopo la qualfiica vera. Quindi, impossibile toccare le monoposto dopo aver sostenuto, come detto, una qualifica e una corsetta in più, con tutti i problemi del caso che ne possono scaturire passando sui cordoli, sui bump e quant'altro.

Viene da chiedersi: la FIA agisce così in tutti i Gran Premi? No, è la risposta. A Suzuka per esempio, Bauer non ha effettuato nessun controllo. Non ne aveva voglia? Aveva l'aereo? Chissà. Ad Austin ha messo nel mirino i protagonisti della corsa, questi birichini. E ne ha beccati fuori dalle regole due, Hamilton e Leclerc, Mercedes e Ferrari. Con grande correttezza sia Toto Wolff sia Diego Ioverno hanno commentato di aver sbagliato. Punto.

In realtà, brucia parecchio, e brucia parecchio come viene applicata la regola al di là del nome dei team di chi è stato squalificato. Aver trovato due monoposto su quattro con il pattino più usurato del solito è tanta roba e se tanto ci da tanto, viene il dubbio che almeno metà delle monoposto che hanno visto la bandiera a scacchi, se messe sotto la lente di Bauer, sarebbero finite squalificate. E non perché qualcuno abbia volutamente "barato", ma perché le caratteristiche del circuito potevano provocare i problemi suddetti.

Poi, c'è il sistema FIA che appare sbagliato. Perché effettuare controlli su alcuni circuiti e altri no? Perché concludere le ispezioni quando era stato superato il tempo massimo per i team per presentare ricorso? Perché Bauer si prende il potere di decidere chi deve sottostare ai controlli e altri no? Perché non si è tenuto conto che il circuito di Austin poteva creare questi problemi? Perché si continua a tenere le monoposto in parco chiuso anche dopo un shootout e una gara Sprint? La F1 va avanti, cresce, coinvolge sempre più appassionati, è il massimo della tecnologia, poi arriva un Bauer qualsiasi che gioca con i dadi e stravolge l'esito di un Gran Premio.