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28 Gen 2018 [13:15]

Marquardt spiega come
è nata la nuova BMW M8

Silvano Taormina

Tra i principali motivi di interesse dell'ultima 24 Ore di Daytona che si sta disputando in queste ore, c'è sicuramente il ritorno in veste ufficiale da parte della BMW nelle competizioni di durata a sette anni di distanza dall'ultima apparizione. La Casa bavarese, che ha annunciato il programma nella classe GTE lo scorso anno, ha scelto la M8 anticipando il lancio del corrispettivo modello di serie. Due gli esemplari che stanno correndo nella maratona della Florida, così come quelli che saranno presenti nel prosieguo della stagione nell'IMSA e nel FIA WEC, gestiti in questo caso dal team Rahal e affidati per l'occasione agli equipaggi De Phillippi-Sims-Auberlen-Eng e Edwards-Krohn-Catsburg-Farfus. Il responsabile del motorsport per la BMW, Jens Marquardt, spiega come è nato e si è sviluppato questo progetto.

Com'è iniziato lo sviluppo della macchina negli ultimi mesi?
"Le radici del progetto GTE sono il frutto di una combinazione di molti aspetti. Nel 2015 l'obiettivo era quello di espandere le nostre attività nel motorsport e di posizionarci ancora di più a livello internazionale. Allo stesso tempo il possibile ritorno a Le Mans ha generato ancora più fascino al nostro progetto. Il fattore più importante, però, è stato il contemporaneo sviluppo del modello stradale della Serie 8 Coupè. Alla fine, in parallelo con i colleghi del settore produzione, abbiamo ricevuto il via libera. Ora la M8 GTE sta correndo a Daytona. Per la prima volta nella storia della BMW, un modello da corsa sarà in azione prima di quello stradale."

Quando è iniziato lo sviluppo della BMW M8 GTE, se in realtà non esisteva ancora un modello di produzione...
"Fin dall'inizio abbiamo collaborato con i nostri colleghi dell'area produzione per sincronizzare i singoli passaggi. Pur non disponendo di un modello di serie dal quale partire, abbiamo iniziato a lavorare semplicemente da un prototipo fornito dalla produzione."

Come si è sviluppata tale collaborazione?
"Si è trattato di un rapporto molto vicino ed efficiente. Ovviamente anche loro avevano le proprie sfide specifiche da superare e, nonostante ciò, si sono sempre dimostrati disponibili. Un vero e proprio lavoro di squadra. Abbiamo sincronizzato l'attenzione allo sviluppo del nostro progetto con le aree principali del modello di produzione. Ci siamo concentrati nell'individurare quali valori della Serie 8 Coupè dovevano essere rispecchiati nella M8 GTE."

Ci può fare qualche esempio a riguardo?
"Relativamente ai regolamenti GT3, il motore della vecchia M6 era estremamente vicino a quello del modello di produzione. Tuttavia siamo stati in grado di apportare modifiche sostanziali al telaio. Nel caso della M8 GTE, invece, il telaio è più vicino al modello di produzione ma il motore ha richiesto modifiche significative. La cosa più importante è che all'epoca abbiamo basato la BMW M6 GT3 su un'auto esistente. Inoltre ci siamo concentrati molto sul design anche se ancora alcuni dettagli del modello di serie erano in fase di valutazione."

La classe GTE è estremamente competitiva sia nell'IMSA che nel FIA WEC. Quanto è stata grande la sfida per quanto riguarda le prestazioni?
"Ci siamo ritrovati ad affrontare una competizione molto dura. Con la precedente M6 GTLM abbiamo iniziato a lavorare partendo dal modello GT3, questa volta invece ci siamo concentrati completamente sulle richieste regolamentari della classe GTE. Molte componenti sono state progettate specificamente per allinearci a questo regolamento, in alcuni casi rivedendo completamente la nostra filosofia. In particolare per quanto riguarda il telaio e il controllo di trazione. I primi feedback da parte dei piloti sono stati positivi e speriamo che si rifletta nei risultati. Ovviamente il Balance of Performance giocherà un ruolo importante ma la M8 GTE ha sicuramente un grande potenziale."

Quali sono stati i momenti chiave nello sviluppo?
"Sicuramente lo spirito di squadra che si è creato sin dall'inizio. Gli ingegneri si sono costantemente motivati a vicenda e hanno messo molto cuore e anima in questo progetto. Lo shakedown sulla pista privata di Dingolfing è stato il primo momento clou. Successivamente la definizione del telaio e dell'aerodinamica è stato un passo fondamentale. Il programma è stato estremamente serrato e il successivo momento chiave è stato il primo test sulle ventiquattro ore."

In che misura il lavoro di sviluppo continuerà dopo la gara di Daytona?
"Anche dopo l'omologazione si può intervenire in alcune aree, in particolare per quanto riguarda la parte elettronica. Continueremo a concentrarci sull'allineamente di tutti i vari sistemi e li integreremo con i dati rilevati durante il weekend."
CetilarDALLARA