28 Set 2008 [19:57]
Piquet... aiuta Alonso
La Ferrari cerca disgrazie
La fortuna arride nuovamente alla Renault. Così come un pit-stop ritardato consentì a Nelson Piquet di salire sul podio a Hockenheim, a Singapore il rifornimento anticipatissimo di Fernando Alonso (che gli ha permesso di essere in pista col pieno di benzina durante l’intervento della safety-car, coiciso col rifornimento di tutti gli avversari che avevano optato per due soste), ha giocato un ruolo cruciale nella sua vittoria. Il pilota spagnolo ha vissuto un tumulto di emozioni nel weekend, passando dallo sconforto più profondo alla soddisfazione più estrema.
Dal perdere il possibile (anzi probabile) accesso al Q3 causa problemi di pecaggio benzina, al salire sul gradino più alto del podio nonostante la sua Renault non sia certo la monoposto più veloce in F.1. Certo, il risultato di Alonso non è stato solo un regalo della buona sorte, la strategia di farlo partire leggerissimo per cercare di guadaganre più posizioni possibili nella prima fase di corsa è stato scelto anche grazie allo stato di forma mostrato dallo spagnolo sulla pista di Singapore.
A regalare al compagno di squadra molte chance per la vittoria è stato Piquet (unica vittima dei criticatissimi sobbalzi presenti sull’asfalto), che col suo incidente ha causato l’ingresso della safety-car. Il brasiliano ha reso felici, ancora una volta, i suoi (molti) detrattori. Molto positiva la gara di Nico Rosberg con la Williams-Toyota, che ha lottato senza risparmiarsi fino a giungere sul podio, annullando con grinta lo stop and go di penalizzazione per aver rifornito con la pit lane chiusa.
Ottimo il terzo posto in chiave campionato di Lewis Hamilton, considerando le disgrazie Ferrari. A frenare la corsa dell’inglese è stato il “tappo” esercitato per parecchi giri da un insolitamente corretto e consistente David Coulthard. La McLaren aveva studiato per lui una normale strategia a due soste, resa poco efficace dalla prima safety-car. Ma se Hamilton al volante della sua Freccia d’Argento, ha faticato oltremodo per passare un Coulthard qualsiasi al volante della Red Bull-Renault, la colpa maggiore è da ascrivere alla pista, priva di veri punti di sorpasso.
D’altro canto a Singapore hanno fatto un ottimo lavoro allestendo le strutture accessorie (tra cui l’illuminazione) in modo impeccabile. Peccato che il disegno del tracciato non favorisse i sorpassi e il fondo stradale fosse alquanto sconnesso. Molto bene s’è comportato Timo Glock, quarto al traguardo, in questa pista dimostratosi più efficace di del compagno Jarno Trulli, ritirato per guai tecnici. Ottima anche la gara di Sebastian Vettel con la Toro Rosso-Ferrari.
Ma ormai il tedeschino non è certo una sorpresa, cui ha fatto da contraltare l’errore nelle fasi iniziali del compagno Sebastien Bourdais, finito nelle retrovie. Dietro Coulthard, settimo, s’è piazzato Kazuki Nakajima, nuovamente a punti con la Williams-Toyota. Ma è difficile che il suo risultato ed il podio di Rosberg significhino un miglioramento della FW30. Al Fuji ne sapremo di più in proposito.
Infine, il disastro Ferrari. La scuderia del Cavallino, oltre ad aver perso la testa della classifica costruttori, ha visto Hamilton allungare il distacco in quella piloti. Il semaforino, presuntuosamente introdotto per eliminare gli errori umani al pit-stop in luogo del classico lecca-lecca azionato manualmente da un meccanico, ha nuovamente causato un disastro (provocando il ferimento di un addetto al rifornimento) e compromettendo un più che plausibile piazzamento a podio di entrambi i piloti.
Dopo che Kimi Raikkonen a Valencia era stato tratto in inganno ripartendo col semaforino giallo, stavolta è stato il sistema ad andare in tilt, con Felipe Massa (brillantemente al comando dopo essere partito dalla pole) scattato correttamente allo scoccare del verde, quando ancora il bocchettone del rifornimento era incastrato nell’attacco sul serbatoio. Il semaforino della Ferrari (non copiato da nessuna altra scuderia), oltre alle sempre più assurde ed esilaranti comunicazioni radio, unitamente alle talvolta sconcertanti scelte di gomme in caso di pioggia, ci restituiscono l’immagine di una F.1 inutilmente sofisticata (in alcuni aspetti), quasi parodistica. Raikkonen ha nuovamente compiuto un altro grave errore, finendo a muro. Chissà se chi gli ha prolungato il contratto a tutto il 2010 avrà avuto qualche ripensamento... Nei guai anche Massa, forse agitato dalla disavventura ai box, che nel finale ha compiuto un testacoda.
Valerio Faccini