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4 Mar [12:14]

Terremoto nel Mondiale F1,
sette team contro la FIA e la Ferrari

Massimo Costa - XPB Images

Raramente si è vista una simile compattezza tra le squadre per attaccare la FIA e un'altra squadra: la Ferrari. Sette team, quelli che non sono legati al team di Maranello, hanno espresso duramente la loro sorpresa per il comunicato FIA riguardante le indagini sulla power unit Ferrari 2019. Una inchiesta interna il sui esito non è noto, conclusa su un accordo tra le due parti. Nessuna spiegazione insomma, cosa che ha fatto infuriare tutte le altre squadre. E non senza torto. Mercedes, Red Bull, Renault, McLaren, Alpha Tauri, Racing Point e Williams hanno diramato alla stessa ora, le 11 europee, il seguente comunicato:

"Noi, i team sottoscritti, siamo rimasti sorpresi e scioccati dalla dichiarazione della FIA di venerdì 28 febbraio in merito alla conclusione delle sue indagini sulle power unit della Scuderia Ferrari. Un ente arbitro internazionale ha la responsabilità di agire con i più alti standard di governance, integrità e trasparenza. Dopo mesi di indagini intraprese dalla FIA solo a seguito di domande sollevate da altre squadre, ci opponiamo fermamente al fatto che la FIA raggiunga un accordo di transazione confidenziale con la Ferrari per concludere la questione. Pertanto, dichiariamo pubblicamente il nostro impegno condiviso a perseguire la piena e corretta divulgazione in materia, al fine di garantire che il nostro sport tratti tutti i concorrenti in modo equo e trasparente. Lo facciamo per conto dei fan, dei partecipanti e degli azionisti della Formula 1. Inoltre, ci riserviamo il diritto di chiedere un risarcimento legale, nell’ambito del giusto processo della FIA e dinanzi ai tribunali competenti ".

Ripercorriamo le fasi della vicenda. Nel 2019, pur non essendo mai stata presentata una protesta formale da parte delle altre squadre, la Ferrari è stata criticata per un presunto vantaggio prestazionale del proprio V6 turbo. Come riportato nel nostro articolo dello scorso 28 febbraio,i sospetti erano dapprima indirizzati su un utilizzo al limite del regolamento per quanto riguarda la parte ibrida, poi sul consumo di olio in camera di combustione e infine su un "trucco" per aggirare la portata del flussometro, che avrebbe consentito un maggiore utilizzo di carburante e quindi più cavalli.

Ad alimentare i dubbi era stata inoltre la multa di 50mila euro ricevuta dalla Ferrari ad Abu Dhabi: sulla vettura di Charles Leclerc, prima della gara, era stato dichiarato un quantitativo di benzina errato rispetto a quello effettivamente a bordo. Il pilota monegasco era stato comunque ammesso al via. Anche in relazione a questo caso, dal Mondiale 2020 sulle power unit viene montato un secondo flussometro. In precedenza, va ricordata la sparata di Max Verstappen al GP degli USA, il quale, dopo l'improvvisa perdita di competitività delle vetture di Vettel e Leclerc, accusò la Ferrari di avere barato nelle precedenti gare.

La Federazione non ha dichiarato in modo esplicito se il propulsore Ferrari fosse effettivamente conforme alle regole, ma parlando di "accordo" sembra che l'argomento venga semplicemente archiviato. Ecco il loro comunicato: "La FIA e la Scuderia Ferrari hanno concordato una serie di impegni tecnici che miglioreranno il controllo di tutte le power unit di F1 per i prossimi campionati, così come di assistere la FIA in tutti gli aspetti normativi e sulle attività di ricerca relative alle emissioni di anidride carbonica e sui carburanti sostenibili", veniva inoltre specificato.

 Ma questo non è bastato, anzi, ha finito per scatenare le ire degli altri team che si sono uniti ed hanno emesso il comunicato sopra citato. Come finirà questa brutta storia? Certo, si rimane sorpresi dalla leggerezza con cui la FIA ha trattato l'argomento, con la volontà di metterci una pietra sopra facendo un accordo privato con la stessa Ferrari, alimentando così ulteriormente quelle voci di irregolarità nella scorsa stagione.