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9 Ott [13:00]

Vettel, due volte campione a 24 anni
Button e Alonso fanno la differenza

Massimo Costa

24 anni, due volte campione del mondo. Una superiorità che non ammette discussioni. Sebastian Vettel ha disputato un 2011 sensazionale e il titolo iridato è il giusto premio. Se l'anno scorso non aveva pienamente convinto per i tanti e sciocchi errori commessi, quest'anno è stato impeccabile. Si ricorda una sola sbavatura, negli ultimi chilometri del GP del Canada, che gli è costata la vittoria. Per il resto, la maturazione di Vettel è stata incredibile quanto inattesa. Intelligente, freddo, rapace, imbattibile sul giro secco in qualifica e soprattutto continuo nel rendimento. Nonché, perfetto interprete di quel gioiello che è la Red Bull RB7-Renault. La monoposto progettata da Adrian Newey ha anch'esso compiuto un notevole salto di qualità in quanto ad affidabilità. Con essa la Renault, che ha fornito un motore che praticamente non ha mai ceduto. Qualche guaio lo ha avuto Mark Webber nel corso della stagione, soprattutto al Kers.

In Giappone, Vettel ha saputo accontentarsi del terzo posto, rinunciando alle battaglie. Di rimandare al prossimo evento la consegna del mondiale non gli andava. La McLaren aveva già dimostrato nelle prove libere di essere la macchina da battere su questa pista, solo il tedesco con un giro incredibile in qualifica era riuscito ad emergere al primo posto in classifica. Ma in gara, l'incredibile Button, quel pilota che tutti davamo per finito nel 2008, ha disputato una delle sue migliori gare della carriera. Un forcing eccezionale il suo, che gli ha permesso di trovare il comando della corsa dopo il secondo pit-stop. E di reggere alla pressione di Vettel prima e di Fernando Alonso poi.

Già, Alonso. Che ci faceva la Ferrari lassù? Un colpo inatteso quello della Rossa. Ma più che la 150, la differenza su una pista che necessita grandi qualità di guida l'ha fatta Alonso. E una strategia perfetta. Questi sono stati i protagonisti assoluti del GP: Button, Alonso, Vettel. E i loro compagni? Webber apatico in qualifica, in gara ha fatto la comparsa piazzandosi comunque quarto. Inguardabile Lewis Hamilton, schiacciato ancora una volta da Button, e autore dell'ennesima disattenzione nei confronti di Felipe Massa. La faccia triste di Hamilton a fine corsa era tutto un programma: lui, che più volte ha dichiarato di sentirsi il migliore in assoluto, costretto al sesto posto mentre la "sua" McLaren festeggiava la vittoria di Button. Qualcosa non va. E infine, Massa. La bella qualifica non ha avuto un seguito in gara, ma non è una novità. Alonso secondo, lui settimo a 26" dallo spagnolo. Un film già visto e rivisto.