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26 Mar [11:36]

F1 2021: il budget cap resta,
ma diventerà ancora più severo?

Jacopo Rubino - XPB Images

In Formula 1 è stata rinviata al 2022 l'attesa rivoluzione tecnica delle monoposto, non l'introduzione del budget cap. Anzi, Liberty Media e FIA spingono addirittura per abbassare il tetto di 175 milioni di dollari fissato inizialmente. Del resto, se stabilire un limite alle spese sembrava una misura necessaria in tempi non sospetti, lo è più che mai adesso con l'emergenza Coronavirus a porre seri grattacapi finanziari all'intero Circus.

Lo scenario è stato anticipato da Auto Motor und Sport, normalmente ben informato sulle future questioni regolamentari. È già stato concordato di correre anche nel 2021 con gli attuali telai, che sarebbero altrimenti sottoutilizzati, e sono in fase di definizione le altre componenti di cui verrà congelato lo sviluppo per un anno. Insomma, è una questione su cui le squadre appaiono ricettive, e non può essere diversamente.

"L'incontro che abbiamo avuto non è stato dei più tranquilli, dovevamo rispondere alle preoccupazioni di alcuni, ma alla fine ha prevalso il buon senso. Serviva mantenere il budget cap nel 2021 per attutire il colpo dopo l'epidemia, evitando che le scuderie più grandi possano investire senza freni sulle auto 2022", ha raccontato ad Auto Hebdo il team principal Alfa Romeo Racing, Frederic Vasseur.

Ma il timore più immediato è che alcune formazioni vedano persino minacciata la propria sopravvivenza. David Richards, in F1 ex direttore sportivo di Benetton e BAR, oggi è il presidente di Motorsport UK, l'associazione che riunisce l'intero settore in Gran Bretagna, e attraverso la Press Association ha avvisato: "I grandi costruttori come Mercedes e Renault sono a posto, ma per Williams e Racing Point, ad esempio, non sarà facile. C'è un evidente pericolo di bancarotta. Molto dipenderà da come si muoverà la F1, non può permettersi di perdere le squadre in fondo alla griglia. Sarebbe un disastro".

Almeno per la sua Alfa Romeo Racing, Vasseur ha stimato un calo degli introiti attorno al 15-20 per cento, "tra la riduzione dei proventi FOM e le difficoltà che i nostri sponsor dovranno affrontare nei prossimi mesi". Un motivo che rende ancora più sensata l'idea di rafforzare il budget cap.