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24 Ott 2021 [16:48]

A Indy la prima gara "autonoma"
A podio le università italiane

Marco Cortesi

E' andata in scena ieri a Indianapolis la prima gara per veicoli autonomi disputata sulla pista della 500 miglia con la partecipazione delle Dallara Indy Lights rese completamente indipendenti dai controlli in pista dai team in gara. Nove squadre, in rappresentanza di 21 università, si sono sfidate per vincere un contributo di un milione di dollari messo a disposizione dall'organizzatore, realizzando in modo indipendente i sistemi di guida. A supportare l'evento, oltre alla promessa del maxi-premio finale, ingenti investimenti per la realizzazione con gli sponsor che hanno contribuito in maniera importante allo sviluppo.Si parla di un investimento di oltre 120 milioni per rendere possibile la corsa.

Un successo della guida autonoma
La gara ha rappresentato un successo clamoroso dopo un test iniziale che, quattro mesi fa, aveva visto tutti i prototipi faticare anche solo a inseguire una staffetta, cosa che aveva ridotto i partecipanti da 20 a 9. Anche a seguito della debacle, molte strutture si erano accorpate, moltiplicando gli sforzi con risultati positivi. Tuttavia, anche il primo test di giovedì aveva visto qualche testacoda di troppo, mentre la gara si è invece svolta in maniera sorprendentemente "pulita", quasi più che alcune di quelle... umane.

Alla fine, a trionfare è stata l'università tecnica di Monaco con il team TUM, che ha battuto il Politecnico di Milano in associazione con la Alabama University (nella foto) e una squadra italo-svizzera-polacca, EuroRacing, a cui partecipava l'Università di Modena e Reggio Emilia e quella di Pisa. A decidere il podio, una finalissima a tre preceduta da un turno di qualifica.

La sfida per la qualificazione alla finale prevedeva due giri di pista, un passaggio di evitamento ostacoli e il ritorno alla propria posizione in pit-lane, obiettivo non centrato da tutti, ad esempio con un testacoda per la vettura dell'Università delle Hawaii e un contatto con le barriere per la vettura del MIT, RIT, Pittsburgh University e dell'università canadese di Waterloo.

Nella finale italiani velocissimi, ma tedeschi "passisti"
Dopo il secondo posto iniziale, il Politecnico ha spinto di più, arrivando a quasi 250 chilometri orari prima che un problema di GPS spedisse la vettura a muro. A quel punto anche EuroRacing sembrava aver trovato la velocità necessaria a battere i tedeschi, ma per un errore di calcolo, la macchina si è fermata un giro in anticipo, consegnando quindi a Monaco il trofeo, con una media di oltre 218 chilometri orari.


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