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19 Giu 2024 [16:01]

Alpine da costruttore a cliente?
Il fallimento continuo della Renault

Massimo Costa - XPB Images

L'Alpine abbandonerà nel 2026 i propri motori Renault per divenire cliente di un altro costruttore? La notizia, certamente clamorosa, arriva dalla Gran Bretagna. Il sito TheRace, sempre molto attento alle tematiche della F1, sussurra che già a Monaco era emersa questa voce che sta continuando a viaggiare nell'aria ed ora sorvola il paddock di Montmelò, dove questo fine settimana si svolgerà il GP di Spagna.

Detta così pare assurdo che un gigante come la Renault, che utilizza il marchio Alpine nel mondo del motorsport, alzi bandiera bianca in questa maniera. Una umiliazione che sarebbe senza precedenti, la firma di un fallimento motoristico, e non solo, che perdura dall'avvento in F1 delle power unit.

Dimenticati i fasti dei mondiali vinti come motorista con la Red Bull e Sebastian Vettel tra il 2010 e il 2013, i campionati vinti come team completo nel 2005 e 2006 con Fernando Alonso, e ancora prima i titoli conquistati con la Williams come fornitore dei propulsori (Nigel Mansell, Alain Prost, Damon Hill, Jacques Villeneuve), da ormai un decennio a Vichy non sanno più produrre un motore capace non tanto di vincere un mondiale, ma quanto meno essere protagonista.

E difatti, Renault Alpine è l'unico costruttore presente in F1 a non avere clienti. Nessuno vuole le power unit francesi. E a quanto pare, la stessa Renault si starebbe guardando attorno per il futuro. Vi immaginate sugli schieramenti di partenza una Alpine-Mercedes o una Alpine-Ferrari? Sarebbe certamente la peggior vergogna per un gigante come la Renault i cui tecnici motoristi non l'hanno mai azzeccata nell'era delle PU. Tutto questo nonostante un fatturato 2023 del Gruppo Renault che supera di poco i 52 miliardi, in netto aumento rispetto agli anni precedenti e che premia il gran lavoro svolto dal super manager italiano Luca De Meo.

Ma in F1 le cose non funzionano e i successi derivanti dai prodotti stradali non sono riscontrabili nel motosrport. De Meo le ha provate tutte, sradicando l'intero management del team la scorsa estate, ma le cose non sono cambiate, anzi, sono drammaticamente peggiorate nel 2024. Ed ora spunta pure questa idea di proseguire sì in F1, ma pagando un altro costruttore per avere dei motori competitivi. Non crediamo, francamente, che De Meo possa permettere una cosa del genere, ma già il fatto che se ne parli nei paddock F1 lascia intendere che qualcosa di vero ci deve pur essere.

Il progetto Alpine F1, diciamolo nuovamente, è un fallimento continuo e va di pari passo con quello, seppure più recente, nel WEC, della Hypercar Alpine che è semplicemente una comparsa nonostante piloti di notevole qualità. Bruno Famin, che De Meo ha voluto come team principal in F1, è colui che per anni ha ricoperto il ruolo di responsabile del reparto motori di Vichy, il luogo principale dell'eterna crisi Renault. E il fatto che proprio Famin sia ora a capo del team, lascia certamente allibiti.

Si riporta che De Meo alla rivista Autocar ha dichiarato: "Non ci arrendermo, non siamo in F1 per fare i turisti". Parole importanti che lasciano intendere un pronto (mica tanto però) riscatto. E quindi, di non divenire un team che utilizza motori di altri. Ma saremmo curiosi di capire come vorrà rinascere l'Alpine F1 se a Vichy viviacchiano le stesse persone e il progetto della monoposto è affidato a tecnici di seconda linea.

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