Massimo Costa - XPB ImagesNon si ferma più
Oliver Bearman. Tra una difficoltà e l’altra incontrate nel cammino di questa lunga stagione, la sua prima completa dopo le tre gare svolte nel 2024 (una con la Ferrari, due con la Haas), il 20enne inglese del team americano sta ottenendo una serie di risultati che apparivano impensabili all’inizio del campionato. Al magico sesto posto di Zandvoort, ha fatto seguito l’ancora più incredibile quarta posizione di Città del Messico ed ecco che domenica, Bearman si è inventato un’altra gara sensazionale conclusa in sesta piazza sul circuito Interlagos di San Paolo.
E dire che non era iniziata benissimo, con un quindicesimo posto nella qualifica sprint e il 12esimo ottenuto nella corsa di 30 minuti, che poi sono stati molti di più per via della bandiera rossa causata dai crash in simultanea di Oscar Piastri, Nico Hulkenberg e Franco Colapinto. Nella gara del sabato, Bearman si è anche reso protagonista di una manovra dura nei confronti di Liam Lawson, sospinto sull’erba nel rettifilo opposto a quello di arrivo e subito dopo arrivato al contatto nella curva seguente con lo stesso neozelandese.
Fatto un bel reset, Bearman e il team Haas hanno ribaltato la situazione entrando in qualifica in maniera decisamente più competitiva. Tanto che Oliver ha superato il Q1, poi il Q2 terminando il Q3 in ottava posizione. Quinta volta nella top 10, la quarta consecutiva: dopo il decimo posto di Suzuka, ecco il nono a Singapore, l’ottavo ad Austin, il nono a Città del Messico, l’ottavo a San Paolo. Se a Zandvoort, Bearman aveva visto il traguardo in sesta piazza partendo dai box, ultimo, le quattro volte in cui si è qualificato in top 10 ha sempre tratto il massimo recuperando punti.
Nono a Singapore, nono ad Austin, quarto in Messico e sesto domenica scorsa. Segnale di grande maturità per un ragazzo che di tanto in tanto commetteva errori evitabili, banali, dettati da una certa euforia. Il piazzamento di San Paolo acquista un peso notevole se si guarda al distacco accumulato dal vincitore Lando Norris: 29”630, a 13”881 da Oscar Piastri quarto. Prendendo le distanze dal gruppone con cui aveva combattuto per gran parte della gara, in cui non si contano i suoi sorpassi, sempre effettuati con grande determinazione.
Dietro a Bearman infatti, il settimo Liam Lawson ha accumulato un distacco di 23”012 e, curiosamente, si è verificata una cosa che raramente si vede dalle parti della F1. Tra Lawson (settimo appunto) e Lance Stroll (sedicesimo) sono passati appena 5”605. Dieci monoposto in 5”605, cose che si vedono in F3 o F4, non certo in F1, questo a dimostrazione di quanto sia stata tirato il GP brasiliano. E per sottolineare la bravura di Bearman a prendere via via le distanze da tale gruppone che ha invece visto invischiato il suo compagno Ocon, 12esimo al traguardo.
E a proposito del francese, mentre i meccanici erano al lavoro per smontare i box e riempire le casse con il materiale da spedire a Las Vegas dove si correrà tra dieci giorni, all’interno della hospitality della Haas, Il team principal Ayao Komatsu si è intrattenuto a lungo con lui. Di certo non si parlava delle vacanze o in quale ristorante andare a cenare a San Paolo. Ocon aveva vissuto un ottimo avvio di campionato, quinto a Shanghai, ottavo a Sakhir, settimo a Monte Carlo, nono a Montreal e decimo a Spielberg, poi è sceso piano piano il tramonto.
La Q3 che ospita sempre di più Bearman, per Esteban è divenuta un miraggio. Solo due volte quest’anno, nono a Miami e ottavo a Monte Carlo. Negli ultimi dieci GP, Ocon ha preso punti solo due volte, decimo a Zandvoort (la gara del capolavoro di Oliver) e nono in Messico, dove il suo compagno è arrivato quarto. Sempre in affanno, sempre a inseguire.
C’è anche un aspetto che va preso in considerazione riguardo la crescita continua dei rookie come lo stesso Bearman (anche se aveva disputato tre GP nel 2024 lo consideriamo tale), Isack Hadjar, Andrea Kimi Antonelli, Gabriel Bortoleto. Parliamo di loro in quanto al primo anno di Formula 1, ma in realtà siamo già alla ventunesima gara, se ne correranno ventiquattro e se andiamo a vedere il recente passato del mondiale, fino a 16 anni fa il calendario prevedeva non più di appuntamenti. Di fatto, è come se i giovanissimi approdati nel campionato 2025, fossero in realtà già nel pieno del secondo campionato, in cui sarebbe stato lecito attendersi una crescita esponenziale. Ed è proprio quel che si sta verificando con Bearman e compagnia.