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6 Mag 2020 [12:27]

Button, Alonso, Johnson
In tre per il sedile McLaren a Indy

Marco Cortesi

Jenson Button, Fernando Alonso e Jimmie Johnson. Zak Brown ha mirato alto nella sua analisi su chi potrebbe guidare la terza vettura del team McLaren nella Indy 500. Ma cosa c’è di vero, e soprattutto fattibile? Alonso rimane il candidato più accreditato sia dal punto di vista sportivo, visto che si è già acclimatato con la gara e l’ambiente, con ottimi risultati. Inoltre, è forte anche dal punto di vista più commerciale, come capacità di attrarre sponsor con una personalità magari non facile a volte, ma sicuramente ben delineata.

Per Johnson l’ostacolo è l'accesso ai playoff
La situazione di Johnson è diversa. Il pilota del team Hendrick era dato vicino a trovare l’accordo per il Grand Prix di Indy, sul tracciato stradale, e non ha mai parlato di gare su ovali IndyCar. Quindi il suo interesse per la 500 miglia è una novità. La sua partecipazione sarebbe una vera e propria “bomba” considerato che si tratta del più grande campione della storia recente NASCAR, anche se non in termini di popolarità

Ma il problema è un altro. Dopo lo spostamento ad agosto, la Indy 500 coincide, al momento, con il penultimo appuntamento della regular season NASCAR a Dover (weekend che tra l’altro dovrebbe essere doppio). Si tratterebbe per lui di un impegno pesante e decisivo per quella che potrebbe essere la sua ultima stagione nelle stock car. Ovviamente, le cose potrebbero cambiare se la stagione andasse bene e Johnson conquistasse i playoff in anticipo.

Button, una scelta personale
Button non sta affrontando nessuna gara quest’anno, dopo una stagione non certo al top nel SuperGT giapponese. L’inglese aveva tuttavia conquistato il titolo al debutto, combinandosi con il velocissimo Naoki Yamamoto. Arrivato ormai a 40 anni, dovrà capire se vorrà affrontare una sfida così impegnativa di punto in bianco, anche se le sue capacità non sono in discussione. Dal punto di vista commerciale e di sponsor non è così “forte” come l’asturiano, ma da questo punto di vista potrebbe essere Brown a metterci una pezza.
DALLARAPREMA