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24 Lug [17:25]

F2, il punto dopo tre weekend:
Shwartzman emerge fra le novità

Jacopo Rubino - Foto Formula Motorsport

Tre settimane, tre weekend in pista: l'edizione 2020 della Formula 2 è partita a passo spedito, al fianco della F1, e ha subito offerto molti spunti di interesse. Abbiamo visto rookies di alto livello, la novità dei cerchi da 18 pollici e gomme dal comportamento diverso rispetto al passato, due scuderie al debutto, e qualche problema tecnico di troppo sulle vetture, che ad alcuni piloti sono costati punti importanti. La classifica, però, ha già preso una sua fisionomia.

In attesa di ripartire con il doppio round a Silverstone, infatti, c'è un favorito per il trionfo finale: Robert Shwartzman, pupillo della Ferrari Driver Academy e campione in carica della F3. Il russo ha preso in fretta le misure alla serie maggiore, vincendo due Feature Race (quella nel secondo appuntamento in Austria e quella in Ungheria) in modi che non hanno lasciato indifferenti, tra abilità in condizioni meteo variabili e nel gestire la strategia. L'alfiere dell'italiana Prema, guarda tutti dall'alto in basso con 81 punti e ha la stoffa per ripetere l'impresa di Charles Leclerc e George Russell, che in due stagioni consecutive hanno portato a casa i titoli nella vecchia GP3 e in F2. Anzi, nessuno ha mai cominciato forte quanto Shwartzman, dopo tre tappe: Leclerc nel 2017 arrivò a 77 lunghezze, Russell nel 2018 ne aveva "solo" 63, Lando Norris 80, ma venne poi battuto dal connazionale nella sfida al trono. A cercare il pelo nell'uovo, Shwartzman non ha ancora lasciato il segno in qualifica. Ma quando riuscirà ad esprimersi al massimo anche al venerdì pomeriggio, rischia di diventare imprendibile.

Nel frattempo, la sua leadership ribadisce l'ottimo lavoro del programma giovani Ferrari, che conta su ben cinque rappresentanti: c'è un concreto Callum Ilott, ora secondo in graduatoria a -18 da Shwartzman, e vincitore della primissima manche in calendario. C'è Mick Schumacher, che con il doppio podio ungherese si è rilanciato. E ne ha bisogno, in quello che è il suo anno della verità. C'è Marcus Armstrong, competitivo, ma anche sfortunato per aver rimediato due ritiri incolpevoli: uno per noie di affidabilità, uno per incidente. E c'è Giuliano Alesi, che forse paga l'inesperienza del team debuttante HWA, seppur la struttura tedesca nel 2019 abbia fatto "rodaggio" con la Arden, a cui è poi subentrata.

L'altra compagine inedita, la Hitech, ha festeggiato con Luca Ghiotto il primo trionfo nella Sprint Race all'Hungaroring. Un capolavoro di tattica, quello di non fermarsi ai box per sostituire i pneumatici Pirelli, ma ci voleva l'esperienza e la bravura dell'italiano (l'unico al via) perché si concretizzasse. Ghiotto si è riscattato dopo le difficoltà avute a Spielberg, e probabilmente anche grazie al suo aiuto la Hitech può stabilirsi in fretta ai vertici del gruppo. Ne beneficerà Nikita Mazepin, attorno a cui è strutturato il progetto.

Per ora, la squadra numero 1 è comunque la Prema, proprio come recita la graduatoria. Il 2019 sottotono sembra già lontanissimo. Nel ruolo di antagoniste, le "solite" UNI Virtuosi, ART, DAMS, mentre appare cresciuta la MP Motorsport. Carlin, con la coppia Red Bull formata dalle new-entry Yuki Tsunoda e Jehan Daruvala, deve ancora ingranare. Al di là di Shwartzman, fra i rookies si sono messi in mostra anche Christian Lundgaard, junior Renault che è terzo in campionato, Dan Ticktum, junior Williams, lo stesso Tsunoda e Felipe Drugovich: chi con successi in gara, chi con arrivi a podio, chi con pole-position, ma peccando un po’ in continuità. Una delle armi chiave per imporsi in F2.

Per questo ogni problema tecnico può avere un peso enorme negli equilibri. Va detto che situazione è progressivamente migliorata, rispetto al primo weekend austriaco in cui Guanyu Zhou, ad esempio, ha perso la vittoria di gara 1 dopo una strepitosa pole. Ma le noie al motore Mecachrome di Ticktum nell'ultima Sprint Race consigliano agli organizzatori di mantenere alta la guardia.