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6 Lug 2020 [11:45]

Ferrari, Leclerc incredibile secondo:
ma i problemi della SF1000 sono evidenti

Jacopo Rubino - XPB Images

Neanche il più ottimista dei tifosi, forse, l'avrebbe immaginato: un secondo posto Ferrari nel Gran Premio d'Austria. Eppure è accaduto, nonostante le premesse allarmanti emerse tra prove libere e qualifica. Con un mix di opportunismo e bravura, Charles Leclerc ha regalato al team di Maranello un inizio di Mondiale 2020 molto più dolce di quanto ci si attendesse. Il secondo posto a Spielberg, stesso risultato del 2019, stavolta fa sorridere, rispetto alla vittoria sfumata di un anno fa. Una iniezione di morale, ma non è certo la panacea ai mali di un progetto, quello della SF1000, che ha bisogno di correttivi importanti. E urgenti.

Il team principal Mattia Binotto lo sa: "A livello di prestazione pura siamo indietro, più di quanto fosse lecito aspettarsi. Per questo stiamo dando il massimo per anticipare ogni eventuale aggiornamento". L'ingegnere reggiano alla vigilia parlava del terzo round in Ungheria per vedere le prime novità, ma forse arriverà qualcosa già per il prossimo weekend, in cui si resta al Red Bull Ring per disputare il GP della Stiria. Binotto, comunque, mette le mani avanti: nessuna modifica sarà la "bacchetta magica" che porterà la Ferrari al livello della Mercedes. Ma forse aiuterà a distanziare Racing Point e McLaren.

Leclerc, autore di due splendidi sorpassi proprio a Sergio Perez e Lando Norris, per adesso si gode quella che ha definito una delle migliori gare della sua carriera in F1. "È come una vittoria, abbiamo sofferto dall'inizio del weekend", ha infatti sottolineato. "Abbiamo avuto fortuna con le safety-car, gli incidenti, le penalità, ma noi siamo sempre rimasti in pista. Ho dato il mio massimo e penso che abbiamo gestito la corsa perfettamente, per il pacchetto che abbiamo al momento".

Era evidente ad esempio la mancanza di velocità di punta della Rossa rispetto alle auto rivali: nella scorsa stagione era l'arma in più della SF90, ora è un handicap. Binotto ha indicato la causa in problemi aerodinamici, e in una mancanza di correlazione fra i dati della galleria del vento e la pista. Ma Toto Wolff, a capo della Mercedes, sabato era stato pungente sull'argomento: "Questo non posso più sentirlo".

In effetti, come dimostrato anche dalle difficoltà delle clienti Haas e Alfa Romeo, la power unit Ferrari ha perso la supremazia che nel 2019 ha destato sospetti fra gli avversari. Un passo indietro dovuto all'accordo raggiunto in inverno con la FIA, non privo di polemiche. Ma l'affidabilità, se non altro, sembra esserci: mica scontato, vedendo i guai di vario tipo avuti dai propulsori Mercedes (su Racing Point e Williams), Renault e Honda. "I diciannove punti raccolti sono anche il frutto dell'affidabilità, sempre cruciale, e del lavoro di squadra", ha tenuto a ricordare Binotto.

18 punti sono stati firmati da Leclerc, uno solo dal compagno Sebastian Vettel, che ha aggiunto un'altra macchia al suo curriculum recente: il testacoda per evitare la McLaren di Carlos Sainz, suo sostituto per il 2021. Una scena suo malgrado simbolica. Il tedesco ha lamentato la poca confidenza con la macchina, arrivando a dire qualcosa di forte: "Ho perso il posteriore in un paio di momenti, sono contento di essermi girato una volta sola". Faticando a recuperare, Vettel ha concluso decimo al traguardo: non gli era mai accaduto in carriera, ma di certo non ci teneva.
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