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4 Dic [0:53]

Ghiotto lascia le monoposto, ma
meritava un'occasione nel Mondiale F1

Massimo Costa - Dutch Photo Agency

Pochi se ne saranno accorti, ma la gara 2 di Yas Marina della Formula 2 è stata l'ultima in monoposto di Luca Ghiotto. Il quale, non poteva dire addio ad una carriera nelle formule bella e piena di soddisfazioni, in maniera migliore: con una splendida vittoria. Come già accaduto con Raffaele Marciello e con Antonio Fuoco, un altro pilota italiano che ha raggiunto il campionato che rappresenta l'ultimo gradino prima dell'accesso alla F1, deve alzare bandiera bianca. E dirigersi verso il mondo del Gran Turismo. Di Marciello e Fuoco ne abbiamo già ampiamente parlato negli anni e mesi scorsi, ora è giunto il momento di spendere due parole per Ghiotto.

La sua stagione con il team Virtuosi, che già lo aveva ospitato nel 2017 concludendo il campionato di Formula 2 al quarto posto, è stata decisamente positiva. Quattro vittorie, due pole, un totale di nove podi, la terza posizione nella classifica generale dietro a Nyck De Vries e Nicholas Latifi, davanti a Sergio Camara e Jack Aitken. La F1 ha snobbato i piloti che hanno corso in F2 quest'anno ritenendoli non all'altezza perché presenti nella categoria da tre, quattro, anni. A parte, però, il canadese Latifi che grazie agli sponsor personali sarà il pilota Williams 2020 al fianco di George Russell. La F1 alza le antenne soltanto quando in F2 o F3, un pilota vince al debutto oppure da rookie disegna gare uniche, che non si dimenticano. Vengono così in mente Charles Leclerc, Antonio Giovinazzi, George Russell o Pierre Gasly e Stoffel Vandoorne, campioni al secondo anno.

Eppure, siamo convinti che un pilota come Ghiotto poteva pur sempre far comodo a qualche squadra di Formula 1, anche come tester e riserva. Il 24enne vicentino ha dimostrato nel tempo di essere un pilota estremamente intelligente non solo fuori dall'abitacolo, perché quando ha un volante tra le mani sa perfettamente leggere lo sviluppo delle gare, sa gestire come pochi le gomme, sa essere ficcante quando necessita. E' vero, ci sono stati alti e bassi, qualche errore nella sua carriera tra GP2 e F2, che forse ai palati fini hanno fatto girare la testa da un'altra parte. Ma va detto che Ghiotto ha sempre corso, fin dall'ormai lontano 2011, con i propri mezzi. I team migliori, o quelli ritenuti migliori, come ART e Prema in Formula 2, non li ha mai potuti sfruttare (trovando comunque situazioni favorevoli dal punto di vista economico grazie all'ottimo lavoro svolto dal manager Gianpaolo Matteucci) ed ha fatto il possibile con Trident, Campos e Virtuosi. Un aspetto questo, che dovrebbe, doveva, essere preso in considerazione dal mondo della F1.



Il momento migliore di Ghiotto però, è stato il 2015 quando nella sua prima stagione in GP3 (nel 2014 aveva partecipato a due eventi della serie) con Trident ha lottato per la vittoria del campionato fino all'ultima curva dell'ultimo giro dell'ultima gara contro Esteban Ocon. Un avversario mica da ridere. Alla fine, Luca è risultato vice campione e in quel periodo si parlava molto di lui tanto che nel corso dell'anno era finito nel mirino di Helmut Marko, ovvero della Red Bull. Purtroppo qualcosa è andato storto, non certo per colpa di Ghiotto, ma neanche di Marko a dir la verità, e la concreta speranza di poter accedere al mondo della Formula 1 dalla porta principale della Red Bull/ToroRosso è così svanita in un attimo. Un duro colpo per Luca, che però non si è mai arreso, abbattuto.

Grazie alla bella stagione 2017 e al lavoro di Matteucci, Ghiotto quell'anno è entrato nel mirino della Williams. Dopo alcune buone sedute di lavoro svolte al simulatore, è arrivato per lui il gran momento del debutto su una monoposto di F1. La Williams lo ha voluto mettere alla prova con una giornata di test collettivi a Budapest, dopo il Gran Premio di Ungheria. Ghiotto è stato perfetto compiendo un gran lavoro quel giorno: il team, piacevolmente sorpreso dalla sua efficacia, lo ha "sfruttato" per provare un nuovo cambio e altre parti della Williams (che ancora non era precipitata nell'attuale situazione) e Ghiotto ha sempre reagito nel migliore dei modi totalizzando 161 giri come nessun altro nelle due sessioni svolte. Insomma, una dimostrazione di grande solidità, ma nonostante i complimenti, le belle parole, non c'è stato un dopo con la Williams. Anche perché serviva un budget pesante che Luca non poteva portare a Grove.

Ghiotto ha continuato a inseguire il sogno F1, ma ormai le strade erano chiuse e la sensazione è che se avesse vinto il titolo F2 2019, al quarto anno, pochi si sarebbero lasciati trascinare dall'interesse di ingaggiarlo. Come è accaduto a De Vries, che ha trovato un ottimo sedile in Formula E, ma su una F1 incredibilmente non ci è mai salito nonostante sia stato in passato un pilota Junior McLaren. Come vedete, per raggiungere l'agognata massima formula non basta sempre vincere, neanche convincere. D'accordo, se si conquistano campionati a ripetizione al debutto, come hanno fatto Russell o Leclerc o Hulkenberg e Hamilton anni prima, allora tutto diventa più facile.

Anche se non è la regola, perché in giro c'è un pilota che ha vinto di tutto e di più tra il 2010 e il 2013: si chiama Robin Frijns, eppure non ha mai disputato un Gran Premio di F1. Il carattere non facile dell'olandese e di chi si occupava di lui, sono stati un arduo ostacolo per molti e il buon Frijns che poteva divenire una sorta di Verstappen in anticipo di qualche anno per il suo Paese, si è nebulizzato trovando spazio tra GT, DTM e Formula E. Che, si badi bene, non deve essere considerata una sistemazione posticcia, in quanto in tali categorie si può divenire piloti ben stipendiati, ma quando il talento è così lampante, non raggiungere la F1 è certamente motivo di tristezza e frustrazione.



Ecco, Ghiotto dopo aver strappato applausi al debutto nel WEC con la Ginetta LMP1 nella gara del Fuji, ha trovato un posto di eccellenza per correre nel Gran Turismo a livello internazionale firmando un contratto con R-Motorsport, squadra che porta in pista le Aston Martin Vantage GT3 in forma semi-ufficiale. I buoni risultati ottenuti in Formula 2 non saranno serviti a Luca per entrare in F1, ma almeno sono stati un chiavistello fondamentale per essere accolti a braccia aperte da una squadra di ottimo livello nel mondo GT, per iniziare subito nelle categorie maggiori e non da quelle secondarie dove è poi difficile mettersi in mostra. L'uscita di scena di Ghiotto dalle formule dopo ben nove anni di onorato servizio apre per l'Italia un vuoto drammatico nel mondo delle formule internazionali perché dietro ad Antonio Giovinazzi, arrivato a raccogliere l'obiettivo meritato della F1 dopo due anni trascorsi senza senso in panchina e col rischio di rimanervi per sempre (poi per fortuna il vento è cambiato) c'è il vuoto totale. Ma questo è un altro discorso e lo affronteremo in un'altra occasione.