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22 Lug 2008 [17:23]

IL TEMA - Che Giganti
Lewis Hamilton e Valentino Rossi

Luca di Montezemolo, presidente Ferrari, dopo il GP di Germania non troppo positivo per i suoi colori, ha dichiarato che è giunto il momento di tirare fuori gli attributi. Domenica 20 luglio, gli appassionati del motorsport hanno avuto la possibilità, e la gioia, di vedere all'opera gente che gli attributi li ha sempre bene in vista: Lewis Hamilton e Valentino Rossi. Due Super Eroi.

Il primo è stato protagonista, per l'ennesima volta, di una corsa superiore sul circuito di Hockenheim. Una prestazione che non può non richiamare alla memoria le imprese di Ayrton Senna o Michael Schumacher, rimaste stampate nella storia della F.1. E tutto questo ad appena 15 giorni dalla clamorosa vittoria di Silverstone, sotto il diluvio universale. Il secondo, è l'uomo dei record, il Rossi che da anni, e da solo, tiene in piedi l'interesse per la MotoGP nel mondo. A Laguna Seca, nonostante i titoli vinti, le vittorie conquistate, la non più giovane età, ha corso con la grinta e la cattiveria di chi ancora deve farsi un nome.

Splendidi, Hamilton e Rossi. Uomini diversi per interessi e cultura, ma uniti da un talento fuori dal comune, da un egoismo senza pari, da una determinazione e convinzione dei propri mezzi che pochi hanno. Ingredienti che tracciano una linea di confine tra i piloti bravi, coraggiosi, veloci, e i Super Eroi.

Hamilton tra Silverstone e Hockenheim ci ha offerto gare indimenticabili. La crescita tecnica della McLaren è stata dirompente e quella Ferrari che appena un mese fa sembrava avviata a conquistare a mani basse tutte le rimanenti corse del calendario, ora è in affanno. In F.1 le cose cambiano in fretta. Hamilton dall'inizio dell'anno ha subìto critiche feroci, a volte giuste, spesso esagerate. Ha sbagliato, ha avuto atteggiamenti arroganti, ma ha capito di essere stato sopra le righe. Avevamo scritto che quando si fosse deciso di darsi una calmata, sarebbero stati guai per tutti. Ed è stato così. Quello che ha fatto a Silverstone e a Hockenheim è stato indimenticabile.

Il controllo di guida mostrato sull'asfalto bagnato del circuito inglese, la forza espressa sulla pista tedesca, dapprima allungando sugli avversari poi recuperando a suon di sorpassi dopo l'errata strategia del team McLaren, sono sotto gli occhi di tutti. Un pilota come Hamilton riesce a far sembrare tutto facile. Ma superare Massa in quella maniera, non è da tutti (pare che il telecronista di Sky abbia avuto il coraggio di dire che Lewis ha commesso una manovra scorretta), così come l'inseguimento su Nelson Piquet. Hamilton ci crede sempre, non molla mai.

E questa McLaren così competitiva? Abbiamo letto fiumi di inchiostro in cui si sosteneva che senza Fernando Alonso come compagno di squadra Hamilton era perso perché non sapeva sviluppare la monoposto. Tutt'altro. La MP4/23 quando è nata non era al livello della Ferrari, ma gli sforzi del reparto tecnico del team di Ron Dennis uniti alle capacità di Hamilton e del suo compagno Heikki Kovalainen hanno permesso alla McLaren di raggiungere e superare la Ferrari. Con tanti saluti ad Alonso e ai critici di turno.

E così, dopo l'ennesima esaltante corsa di F.1 a cui abbiamo assistito (e dire che c'è ancora gente che dice che i GP sono noiosi... forse perché ricordano le pallose gare degli anni Ottanta, o Novanta, o quando Schumacher e la Ferrari conciliavano il sonno), ci ha pensato Rossi, dalla lontana California, a farci rimanere allibiti. Il duello con Casey Stoner è stato fantastico. Anzi, la parola fantastico non basta per descrivere quello che hanno saputo mettere sul palcoscenico questi due campioni del mondo. Rossi è stato durissimo, ma fondamentalmente corretto. E quel sorpasso al cavatappi è stato allucinante, ha ricordato quello famosissimo di Zanardi a Herta nella Cart di una decina di anni fa. La differenza è che Rossi sulla sabbia ci è finito con due ruote e con un equilibrismo da fantascienza, non solo non è caduto, ma ha saputo respingere il successivo attacca del pilota della Ducati. Maestoso.

Massimo Costa

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