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12 Nov [11:19]

Intervista a Mattia Michelotto
“Nel 2021 punto sul GT World Challenge”

Mattia Tremolada

Mattia Michelotto si è affacciato sul palcoscenico dei campionati Gran Turismo solamente all’inizio del 2019, ma in un paio di stagioni è riuscito a mettersi in mostra come uno dei piloti italiani più promettenti tra quelli impegnati nelle ruote coperte. La storia del 17enne (classe 2003) veneto, è atipica, in quanto dopo la palestra nel kart, ha deciso di rinunciare a gareggiare in monoposto, abbandonando quello che era il suo sogno di correre in Formula 1. Una decisione forzata dal poco budget a propria disposizione, ma che ha aperto tante allettanti possibilità a Michelotto.

La carriera di Mattia è iniziata nel modo più classico e tradizionale, come lui stesso ci racconta: “La passione mi è stata trasmessa da papà, che mi ha fatto guidare un kart fin da piccolissimo. A due anni e mezzo ho mosso i primi passi, disputando la mia prima corsa quando ne avevo cinque. Nel 2013 è arrivato il primo importante successo nella mia carriera, con il titolo mondiale 60 Mini, mentre due anni dopo ho vinto il campionato italiano”.

Conclusa la parentesi nel kart, Michelotto ha deciso di puntare sul mondo del Gran Turismo a differenza della maggior parte dei propri colleghi che scelgono invece le monoposto. “Il mio sogno fin da quando ero piccolo è sempre stato quello di correre in Formula 1. Purtroppo, però, il budget a mia disposizione non mi avrebbe consentito di percorrere la scalata verso la massima serie, quindi due anni fa ho scelto di indirizzare la mia carriera nel mondo del GT. Una decisione sofferta che si è tramutata in una grande occasione, che mi ha aperto le porte di un mondo meraviglioso. Sono immediatamente rimasto affascinato dalle gare di durata come le 24 ore di Spa-Francorchamps e di Le Mans, che sono entrate di forza nella lista delle corse che un giorno vorrei disputare. Inoltre, correre con una Ferrari è una sensazione unica, sono molto contento di aver disputato questa stagione con la 488 GT3, e spero in futuro di poter gareggiare in una 24 ore a brodo di una vettura del Cavallino”.



“In realtà ho anche avuto l’opportunità di scendere in pista al volante di una monoposto di Formula 4 per qualche giornata – prosegue Michelotto – Il salto dal mondo del kart a quello delle auto è stato molto grande e ho dovuto nuovamente adattare il mio stile di guida ad una tipologia di vetture diversa quando poi ho deciso di puntare sulla Lamborghini Huracan Super Trofeo per la stagione 2019. Una GT pesa molto di più rispetto ad una formula, ha meno aerodinamica e più cavalli, e questo le rende difficili da guidare. Ho dovuto imparare a sacrificare la velocità in percorrenza, per poter accelerare il prima possibile. Anche per quanto riguarda la frenata ci sono delle differenze enormi. Sul kart il freno viene usato molto poco e non richiede tanta pressione, mentre in macchina è molto più duro e occorre spingere con molta forza. Un’altra variabile che entra in gioco con le GT è l’elettronica, che non è semplice da mettere a punto, specialmente quando, come nel mio caso, si hanno pochi chilometri alle spalle”.

Nella stagione 2019 fai il tuo debutto nel Campionato Italiano GT in classe GT Light.
“La primissima gara è stata a Monza sotto la pioggia, in condizioni davvero complicate per un debuttante. Fortunatamente il mio compagno di squadra Luca De Marchi mi ha aiutato molto nel corso di quel fine settimana, dandomi dei consigli davvero utili. Durante la stagione poi Marco Antonelli mi ha seguito da vicino, aiutandomi parecchio specialmente nel campionato Sprint, in cui correvo da solo. Non è stata un’annata semplice, ma sono riuscito a conquistare il titolo nella serie Endurance, facendo progressi enormi nel corso della stagione, che mi hanno permesso di fare il salto di categoria nel 2020”.

Sali così al volante di una Ferrari 488 GT3 iscritta in classe Pro-Am sotto le insegne del team EasyRace.
“Mi hanno contattato loro nel corso dell’inverno. Abbiamo fatto un test a Misano e sono stato subito veloce, piacendo a Michele Paccagnella, il Team Manager. Il salto dalla Lamborghini Super Trofeo ad una GT3 è stato grande, queste vetture hanno delle limitazioni sulla potenza ma anche tanta aerodinamica in più”.

A Monza ti sei laureato campione italiano nella serie Endurance e sei ancora in gioco per il titolo in quella Sprint.
“Non sarà facile vincere ance il campionato Sprint. Arriviamo a Vallelunga terzi in classifica, ma abbiamo già dimostrato di essere veloci su questo circuito chiudendo sul podio nella gara Endurance di settembre, anche se la nostra corsa migliore è stata quella di Imola, che ci ha visto salire sul podio assoluto e vincitori in classe Pro-Am”.



Da un paio di anni il format del GT Italiano si rifà a quello del GT World Challenge, proponendo una serie di durata e una sprint. Come ti sei trovato a dover gestire due campionati in una sola stagione?
“Nell’endurance è fondamentale non commettere errori. Ogni pilota affronta uno stint di un’ora e ho imparato che la chiave è essere costanti. È anche importante gestire la gomma, non si può spingere tutto il tempo, mentre nello sprint bisogna dare il massimo sempre”.

Pensi che ti manchi un po’ di esperienza nella lotta corpo a corpo a differenza dei tuoi colleghi che hanno corso in monoposto?
“In realtà non è stato tanto difficile abituarsi ai duelli, perché avendo corso in kart a livello molto alto, ho già avuto modo di imparare a gestire gli scontri corpo a corpo”.



Come ti sei trovato con EasyRace e con i tuoi compagni di squadra Sean Hudspeth e Matteo Greco?
“L’intesa con i ragazzi della squadra è stata subito ottima. Il mio ingegnere Tommaso ha ovviamente ricoperto un ruolo fondamentale nel mio percorso di crescita. Nel corso di tutta la stagione abbiamo avuto un solo piccolo problema tecnico, la macchina è sempre stata preparata alla perfezione. Matteo mi ha impressionato per la facilità con cui si è adattato alla guida di una vettura GT3 provenendo dal TCR, mentre Sean, che tra di noi era il più esperto, ci ha dato diverse dritte molto utili su traiettorie, punti di frenata, ma anche per la gestione di gara, come ad esempio non essere troppo aggressivi sui cordoli con il pieno di benzina”.

Nel 2021 dove vorresti correre?
“L’anno prossimo spero di essere al via del GT World Challenge, dove il livello è molto alto. Voglio alzare la posta in gioco, prendendo parte ad un campionato popolato da diversi piloti professionisti. Mi piacerebbe essere nuovamente alla guida di una 488, con cui mi sono trovato molto bene e prendere parte alla 24 ore di Spa-Francorchamps sarebbe fantastico”.