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6 Ott 2005 [23:03]

LA LETTERA
La rivolta dei team manager
contro "l'incredibile situazione"

In merito alla vicenda della squalifica inflitta alla monoposto del team Ghinzani, che con Alex Muller alla guida si era imposta nella seconda recente gara disputata sull'autodromo di Monza, e alle polemiche susseguitesi per il rifiuto del suddetto team di consegnare la monoposto alle verifiche tecniche in seguito al reclamo presentato dal team Corbetta e alle giustificazioni espresse dal proprietario del team Piercarlo Ghinzani, italiaracing ha ricevuto una lettera firmata dai team manager del campionato italiano di F.3. Eccone il testo:

Team Corbetta
Team Passoli
Target Racing
Lucidi Motors
Ombra Racing
Style Cars Motorsport

In riferimento all’ articolo apparso sull’ultimo numero di Autosprint, a titolo “Il Ghinza non si sente in colpa”, Vi inviamo queste considerazioni. Abbiamo preso atto della squalifica inflitta al team Ghinzani per essersi espressamente rifiutato di procedere al controllo della cilindrata del motore Mugen-Honda montato sulla monoposto di Alexander Muller (non ha ritirato la vettura, né tantomeno è vero che i commissari erano impossibilitati a smontare il motore, il divieto è venuto dai responsabili del Team, che sono così i soli responsabili della squalifica), e riteniamo sacrosanta l’esclusione del concorrente dall’ordine d’arrivo della gara.
Vogliamo esprimere la nostra convinta opinione nell’invitare la Federazione a fare la maggiore chiarezza possibile sull’accaduto, senza lasciarsi condizionare da vizi di forma e scuse ad hoc elaborate dai diretti interessati.
A nostro avviso si tratta di un episodio gravissimo, che mette in discussione uno dei principi cardine dell’automobilismo sportivo: dal momento in cui scendiamo in pista, siamo tutti coscienti che in qualsiasi momento le monoposto devono essere disponibili per qualsiasi verifica tecnica da parte delle autorità competenti; le nostre vetture erano e sono state sempre disponibili a tale scopo, non vediamo quindi perché il Team Ghinzani si debba autonomamente considerare al di sopra di queste trasparenti ed elementari regole (o dobbiamo supporre che uno dei Team con più anni di attività non sia a conoscenza dei regolamenti?).
Fa parte della trasparenza nella quale deve vivere la nostra disciplina sportiva, e sarebbe di una gravità estrema se si dovesse creare un precedente impunito da parte di un concorrente che rifiuta espressamente la verifica della sua vettura. Riteniamo che sia dovere delle squadre fare in modo che in pista ci sia sempre il personale autorizzato a poter smontare e sottoporre a verifica qualsiasi particolare della monoposto e del motore, senza nessun tipo di scusa al riguardo (ricordiamo che tutti abbiamo contratti con fornitori di motori, e tutti siamo ovviamente autorizzati a farlo verificare, nonostante i piombi. Se loro avevano un contratto differente, dovevano comunque mettersi in condizione di farsi verificare).
Chi non rispetta questa procedura commette a nostro avviso lo stesso reato di frode sportiva di chi viene trovato non conforme alle verifiche tecniche. Il nostro lavoro si basa non solo sulle competizioni in pista, ma anche su relazioni con piloti, manager e sponsor, ed anche a loro dobbiamo rispondere dei risultati e di ciò che accade in pista.
Chiediamo quindi alla Federazione di voler mantenere un atteggiamento intransigente nei confronti di chi non rispetta le procedure previste dal regolamento, al fine di garantire la massima trasparenza del nostro contesto e la veridicità dei risultati sportivi conseguiti in pista.
Se non fosse cosi, questa sì, sarebbe veramentel’unica, “incredibile situazione”.


Al settimanale Autosprint, Piercarlo Ghinzani aveva dichiarato: "E' colpa mia perché non ho previsto la logistica giusta. Però devo raccontare come è andata. Io ero in Inghilterra per la A1 Grand Prix e i meccanici, al telefono, mi hanno spiegato il problema. Ma il mio motore Honda è piombato e io non ho il diritto di aprirlo senza la presenza del tecnico giapponese, del quale non posso nemmeno rivelare il nome. In ballo c'è una forte penale. Prima del martedì il tecnico non sarebbe arrivato e mi hanno detto che la verifica va fatta entro le 24 ore. Ho chiesto la verifica della cilindrata tramite la prova con il liquido: si è sempre fatta, perché hanno detto di no? Morale, non se ne è fatto nulla e mi hanno squalificato. Ripeto: è colpa mia, ma la mia coscienza è a posto e lo dimostrerò. Ora ho messo tutto nelle mani dell'avvocato Roberto Causo, sperando che questa incredibile situazione venga capita".