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22 Dic 2013 [12:04]

L'INCHIESTA
F.4 tra luci ed ombre, ma Tatuus ci crede

Filippo Zanier

Sembrano i primi passi incerti di un neonato, ma il percorso della F.4 è ufficialmente iniziato. Dopo che l'ultimo Consiglio Mondiale FIA, tenuto il 28 giugno a Goodwood, ha stabilito le linee guida secondo cui dovranno essere realizzate le nuove vetture, i costruttori hanno infatti dato il via alla fase di progettazione delle vetture. Stando a Gerhard Berger, la persona che più di ogni altra ha spinto per il lancio della nuova categoria, al lavoro sulle specifiche tecniche appena comunicate ci sono già Dallara, Tatuus, Mygale e Signatech, un successo considerando quanto sia difficile in questo momento storico il mercato delle formule propedeutiche.

Il parere di Renault Sport

Nonostante tutto, però, qualche scricchiolio si sente già. In un'intervista rilasciata recentemente ad Autosport, il direttore di Renault Sport Technologies, Arnaud Boulanger, è stato infatti molto critico sulla nuova categoria. A suscitare le sue perplessità è principalmente la limitazione dei costi prevista dal modello FIA, la quale richiede che una vettura completa sia messa a disposizione delle squadre per 40.000 euro, suddivisi in 7.000 per il motore e 33.000 per il telaio. Stando a Boulanger, è impossibile realizzare una monoscocca in carbonio che risponda alle ultime normative di sicurezza della F.3 per una cifra così bassa:

"Con il regolamento attuale - ha detto il manager transalpino - non penso sia una cosa realistica. Non dobbiamo dimenticare che le compagnie che produrranno queste vetture devono guadagnare, hanno bisogno di un margine, seppur piccolo. Al momento, invece, questo margine non c'è, il modello di business non funzionerebbe neppure producendo 100 vetture. Tanto per fare un esempio, l'attuale vettura della Signatech per la F.Renault 1.6 è più semplice da produrre, ma costa già 42.000 euro".

Il parere della Tatuus

Perplessità ben circostanziate che arrivano da qualcuno che il mondo delle "formuline" lo conosce bene, spunti di riflessione importanti che abbiamo deciso di condividere con Gianfranco De Bellis, titolare della Tatuus. Quella italiana è un'azienda che nelle formule "post-karting" ha investito di recente e con successo creando la F.Abarth e riprendendo in mano la F.Renault 2.0 dopo il disastro Caparo, e si tratta quindi di un interlocutore autorevole per parlare della nuova categoria. Inoltre, stando a quel che dice Berger nella factory di Concorezzo si sta già lavorando sul progetto F.4, per cui abbiamo pensato di chiedere lumi direttamente a chi da anni dirige con mani sapienti l'azienda brianzola.

Allora De Bellis, confermate che siete al lavoro su un progetto per la F.4?
"Sì, lo confermo. Eravamo già intenzionati a farlo, ma per iniziare il lavoro aspettavamo che la FIA pubblicasse le prime linee guida del regolamento tecnico. Questo è accaduto nel Consiglio Mondiale di giugno, e appena siamo entrati in possesso delle specifiche abbiamo iniziato a lavorare. Nel complesso è circa un mese che siamo in fase di progettazione".

Concordate con le perplessità di Renault Sport sui costi della categoria?
"Prima di tutto è il caso di chiarire che la FIA non costringe nessuno a costruire una vettura per la F.4. Hanno solo dato delle linee guida da rispettare, ed è evidente che chi decide di partecipare e presentare un progetto avrà fatto bene i suoi conti. Non è certo una categoria in cui partecipare soltanto per esserci, l'azienda deve avere un guadagno. È così per noi e credo sarà così per qualunque azienda decida di essere della partita".

Eppure con 33.000 euro a telaio, i margini di guadagno sembrano essere davvero risicati. I costruttori potranno almeno fare un po' di cassa sui ricambi?
"No, perché anche quell'aspetto sarà strettamente sotto il controllo della FIA. Però, non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di un progetto con una durata di sei anni e che dà la possibilità di commercializzare nel mondo, per cui dal nostro punto di vista è decisamente interessante. Alla fine credo che con l'Abarth l'impresa fosse più difficile".

Si spieghi meglio...
"Se avessimo dovuto dare vita a un progetto come la Abarth per la ventina di vetture del mercato italiano non avrebbe avuto senso, ma poi abbiamo venduto in Sud America per il mercato Panam, in Cina per la F.Pilota, e anche in Russia e a Taiwan. Ce l'abbiamo fatta da soli, quindi pensiamo che a maggior ragione si possa fare in un progetto che, grazie alla FIA, nasce già internazionale".

Quindi con la Federazione c'è accordo su tutto da parte vostra?
"Leggendo i documenti ufficiali si capisce che il progetto ha richiesto studi approfonditi e nasce da basi corrette. Poi, ovviamente, abbiamo espresso il nostro parere su alcuni punti. Ad esempio, visto che la macchina in questione dovrà essere utilizzata per un ciclo di sei anni, ci piacerebbe poter utilizzare parti di più alta qualità e resistenza in alcune zone chiave. I costi sarebbero più alti all'inizio, ma si risparmierebbe nella manutenzione".

Secondo voi c'era davvero il bisogno di una nuova categoria di accesso alle monoposto dopo il kart?
"C'è una cosa che mi piace particolarmente della F.4. Si parla sempre dell'apprendimento dei piloti, ma mai di quello delle squadre. In realtà la F.4 è una macchina perfetta per risultare propedeutica anche per i team di quei Paesi che si stanno affacciando al motorsport. Lavorando su una macchina semplice e ben costruita potranno fare esperienza, facendo crescere veramente il movimento in realtà dove ora non c'è".

Il commento finale

Il parere positivo di Tatuus è senza dubbio un buon viatico per la nuova categoria voluta da Berger, ma alcune perplessità restano. Dai pareri raccolti, infatti, sembra evidente che eventuali margini di guadagno per i costruttori siano legati esclusivamente ad alti volumi di produzione, che al momento sono tutt'altro che garantiti. Per quanto la FIA possa incentivare le ASN nazionali ad organizzare campionati nei rispettivi Paesi, ancora non c'è nessuna certezza su quante saranno alla fine le nazioni dove si terrà una serie di F.4, e visto che ogni Federazione avrà la possibilità di scegliere il fornitore di telai (e di motori) che preferisce, è facile pensare che gli ordini si divideranno fra i vari costruttori in lizza. Nelle condizioni attuali il bacino di mercato sarà grande a sufficienza per garantire un ritorno a tutte le Factory che hanno scelto di impegnarsi, o qualcuno si troverà a dover affrontare passivi importanti? Solo il tempo potrà dirlo, nel frattempo la speranza che l'opera di convincimento della FIA e di Berger presso le varie Federazioni sortisca gli effetti sperati
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