4 Mar 2009 [16:56]
La F.1 non vuole Senna
e ha rifiutato Pantano
Vinci la GP2 e non accedi in F.1. Sei vecchio ti dicono, ci hai già provato, non ti vogliamo più. E' questo il caso di Giorgio Pantano. Arrivi secondo nella GP2, sei giovane, hai un nome che nel mondo del motorsport è il più pesante che ci possa essere. Sei Bruno Senna. Ma Ross Brawn, che sta tentando disperatamente di mantenere in vita la ex Honda di F.1, ti dice no grazie. Preferisco Rubens Barrichello. Perché più esperto. Ma pare che alle spalle di Senna, tutti quegli sponsor di cui si favoleggiava, in realtà vi fosse ben poco, non certo un budget in grado di garantire il posto al pilota e il futuro al team di Brawn.
Dunque, come si accede oggi in F.1? Quali titoli occorre portare? Il sesto posto di Sebastien Buemi in GP2? Il pur bravo svizzero è l'unico debuttante del 2009, ha vissuto una stagione non esaltante anche se dalla sua ha il fatto che il team Arden non era poi così competitivo. Ma è pur sempre arrivato sesto. Buemi è in F.1 solamente grazie alla Red Bull che ha voluto dare un senso ai milioni spesi fino al 2008 per sostenere la carriera di Buemi. Che mai ha vinto un campionato: 2° nella F.BMW tedesca, 2° nella F.3 Euro Series. Certo, non vuol dire niente, si può essere talentuosi e fortissimi pur non vincendo titoli.
Ma è un dato di fatto che la F.1 sembra disinteressarsi dei reali valori che le categorie addestrative offrono. Come si fa a dire di no a un Pantano e a un Senna? Eppure è accaduto. Questo dimostra che non sempre serve correre tutti i weekend a fianco della F.1, non sempre è importante vincere e rivincere le gare se poi non godi dei giusti agganci, di manager capaci, di Programmi Junior che ti sostengono e che ti portano dall'altra parte del paddock. Italiaracing lo racconta con lucidità da tempo. Questo non significa che la GP2 non produce interesse e spettacolo. Tutt'altro.
Il problema vero non risiede nè nella categoria presieduta da Bruno Michel o negli altri campionati come la World Series Renault, dalla quale per esempio Kubica e Vettel hanno fatto il salto diretto in F.1. Il reale ostacolo è nel circus, nel limitato numero di team presenti, nella mancanza di volontà di alcune squadre di investire sui giovani. Se da una parte abbiamo un Flavio Briatore, un Mario Theissen, un Frank Williams, un Ron Dennis che non hanno paura a puntare su Kovalainen e Piquet, su Kubica, su Rosberg e Nakajima, su Hamilton, dall'altra abbiamo squadre che non hanno voglia o il coraggio di rinnovarsi con periodicità.
Ma il vero muro da abbattere è quello dei pochi posti a disposizione. L'unica cosa positiva che questa malaugurata crisi economica, che sta flagellando il mondo intero (anche gli Emirati Arabi non stanno sfuggendo alla regola), può portare alla F.1, è il netto taglio dei costi, situazione che può permettere a squadre non appoggiate dalle Case automobilistiche di iscriversi al mondiale. E di riportare il numero delle monoposto presenti in F.1 a un qualcosa di serio, non a una sorta di club priveè. Così facendo, vi sarà più richiesta di piloti e un maggiore scambio con le categorie addestrative. Che altrimenti, rischiano l'imbottigliamento di giovani piloti!
Massimo Costa