Massimo Costa - XPB ImagesSembrava avviato alla conquista del mondiale senza se e senza ma. Sette vittorie, cinque pole e un totale di quattordici podi nelle prime sedici corse della stagione, rappresentavano il chiaro cammino verso la conquista dell'iride da parte di
Oscar Piastri. Determinato, sicuro di sè, apparentemente sempre sereno, lucido nei momenti difficili delle gare o delle qualifiche.
Poi, da Baku, il crollo. La peggior qualifica dell'anno, nono, l'incidente al primo giro. Una gara anonima a Singapore, quarto, secondo peggior risultato dopo Montreal. Poi, Austin. Il patacrac nella gara Sprint, quando tagliando eccessivamente la linea alla prima curva, dopo la partenza, per superare il compagno Lando Norris arrivato alla frenata leggermente lungo, ha invaso il territorio di chi lo seguiva, Nico Hulkenberg, scatenando un incidente che ha eliminato le due McLaren.
Sempre in Texas, una qualifica moscia, sesto, e un quinto posto nel Gran Premio che non era nè carne nè pesce. Proprio come la settimana successiva a Città del Messico, addirittura settimo in qualifica e nuovamente quinto in gara. Un crollo che potrebbe ricordare (da lontano) quello di Sergio Perez in Red Bull, quando sembrava sempre poter tenere il ritmo di Max Verstappen, poi finiva per incartarsi da solo.
Dopo il GP di Olanda a
Zandvoort, Piastri vantava 34 punti di vantaggio su Norris. Che era dato per spacciato. Ora, Norris li ha recuperati tutti ed è leader del mondiale con 1 punto su Oscar. Da Monza a Città del Messico, Lando ha totalizzato 82 punti, Piastri 47. Dunque, cosa sta accadendo nella testa di Piastri? E' un comprensibile crollo mentale dovuto all'ansia di arrivare a poter conquistare il campionato del mondo al terzo anno di presenza in F1? O c'è qualcosa che si sta scontrando con il suo stile di guida abituale?

Il team principal
Andrea Stella, riferendosi a quanto accaduto negli ultimi due Gran Premi, rimarcava che la MCL39 nonostante le temperature certo non invernali, faticasse a trovare la giusta aderenza. Questo fatto ha mandato in confusione Piastri mentre Norris ci è andato a nozze.
Stella ha spiegato che Norris ha una grande sensibilità quando si verficano le condizioni di poco grip, agendo sullo sterzo e sull'acceleratore alla perfezione, usando piccole derapate in ingresso curva. Piastri, invece, si trova meglio nelle condizioni opposte, ritardando la frenata e confidando sull'aderenza dell'asfalto con cui poi aggredire la curva. Se manca un po' di grip, diventa più guardingo, esita un po' troppo, perdendo così il suo abituale punto di forza.
La conferma di questa tesi è arrivata dallo stesso Piastri: "Negli ultimi due weekend, per qualche ragione ho dovuto adottare una guida diversa dal solito e quello che nelle precedenti gare ha funzionato sempre bene, improvvisamente non dava risultati. E' stato faticoso cercare di capirne il motivo. Guidare come ho dovuto fare ad Austin e in Messico non è stato naturale per me".
Piastri è stato onesto nel trovare in se stesso le motivazioni per cui sono mancati i risultati a cui ci aveva abituato. Stella ritiene che questa situazione non può che far crescere ulteriormente il talento di Oscar, un campione completo deve infatti sapersi adattare a vari stili di guida, alle diverse reazioni della monoposto che si possono verificare anche inaspettatamente. Ci si attende che in Brasile le cose torneranno come prima, se così non sarà, ci sarà da preoccuparsi e le domande a cui Piastri dovrà rispondere saranno ben altre.