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13 Dic 2018 [17:01]

La felicità di Raikkonen
"Alla Sauber potrò solo guidare..."

Massimo Costa - Photo 4

Kimi Raikkonen diverrà il pilota con più gare disputate nella storia della F.1. I due anni che trascorrerà con la Sauber gli permetteranno di segnare questo record non indifferente, anche se a lui ben poco interesserà. Rilassato, consapevole di essere uscito da una squadra che è leggenda per i tifosi e non solo, forse per questo con meno pesi da sopportare sulle spalle, Raikkonen ha dato spettacolo alla premiazione FIA e dopo i test di Yas Marina, durante i quali ha saggiato per una giornata la C37, ha già fatto innamorare tutti nel team svizzero.

Raikkonen torna alle origini, a quando il 12 settembre del 2000, a quasi 21 anni, salì sulla Sauber C19 per svolgere il suo primo test con una monoposto di F1 sul circuito del Mugello. Quella monoposto la guidò per tre giorni consecutivi, poi ancora il 28 settembre e tanto bastò a Peter Sauber per decretare che quel ragazzino finlandese che si era appena laureato campione della F.Renault 2.0 inglese e classificato settimo nella Eurocup Renault, era pronto per debuttare nel Mondiale F1. Un salto avventato, enorme, considerando che Raikkonen non aveva mai guidato altro che una Renault 2.0 con poco più di 200 cavalli.

Ma tanta era la fiducia riposta in lui dal manager Steve Robertson che lo aveva portato non senza rischi alla corte di Sauber (il quale certo non sapeva neanche chi fosse quel pilota finlandese) e tanta era la voglia di giocare d’azzardo da parte dello stesso costruttore svizzero, che tutta l’operazione finì per concretizzarsi. La FIA non era troppo d’accordo, e gli concesse la Superlicenza con la possibilità di fermarlo se non si fosse mostrato all’altezza.

La risposta di Kimi in pista lasciò tutti a bocca aperta perché nella prima prova del Mondiale F1 2001, su un circuito quale quello di Melbourne dove è impossibile svolgere test, si piazzò tredicesimo in qualifica e poi sesto in gara, recuperando un punto (all’epoca venivano premiati solo i primi sei). Arrivarono poi altri clamorosi risultati come i due quarti posti a Spielberg e Montreal oltre a un quinto a Silverstone che gli aprirono le porte della McLaren di Ron Dennis. Il resto è storia. Da quell’anno folle, per lui e per Peter Sauber, sono trascorsi 17 anni e chissà se nella squadra svizzera c’è ancora qualcuno che era presente al debutto di Raikkonen in F.1.

Molti hanno definito incomprensibile la scelta di Kimi di scegliere a 39 primavere, in uscita dalla Ferrari, di continuare a correre in F.1 con la Sauber. Martin Brundle, ex pilota e da diverso tempo commentatore della tv inglese Sky Sports, ha dichiarato recentemente: La Sauber sarà un’auto eccellente il prossimo anno e Kimi potrà semplicemente divertirsi. Dal momento in cui ha saputo che non sarebbe rimasto in Ferrari nel 2019, quindi liberatosi di una pressione che sicuramente lo condizionava, si è reso protagonista di un finale di stagione incredibile. Sappiamo che non avendo nulla da perdere può andare veramente forte. La pole di Monza e la vittoria di Austin sono state impressionanti”.

La teoria di Brundle è condivisibile e lo stesso Raikkonen ha ricordato che quando dopo l’esperienza nel Mondiale Rally è tornato in F.1 con la Lotus, squadra che veniva considerata di basso livello, lui ha centrato subito una vittoria concludendo il campionato del 2012 al terzo posto. Certo, difficilmente questo potrà verificarsi con la Sauber considerando che in questi ultimi anni la forbice economica tra i tre top team Mercedes, Ferrari e Red Bull rispetto alle altre squadre si è allargata ancora di più rendendo impossibili certe imprese prima fattibili.

Raikkonen ha poi spiegato: “Perché vi stupite tutti? Io non scommetterei adesso su chi saranno i protagonisti nel 2019. Perché dovrei avere timore a correre per la Sauber? Sono intenzionato ad aiutarli per crescere assieme e divertirci. Quando sono tornato in F.1 con la Lotus mi dicevano tutti che era un errore, poi le cose sono andate diversamente e penso che potrebbe capitare di nuovo. Perché no? C’è poi un altro aspetto che voglio sottolineare: alla Sauber potrò concentrarmi di più su quello che da sempre mi piace più di tutte, semplicemente guidare”.

Ecco le parole magiche, concentrarmi solo sulla guida. Cosa che evidentemente in Ferrari, con la pressione e le continue polemiche dei media, gli impegni con gli sponsor e quant’altro, alla lunga non sempre tutti i piloti riescono a separare le due cose. E probabilmente a Raikkonen, il secondo aspetto della F.1 rappresenta un peso importante. Come ha ben specificato Brundle, quando Kimi nel weekend di Monza ha saputo di non far più parte della Ferrari, ha come guadagnato qualche decimo...

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