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17 Ago 2021 [10:22]

Mercedes iridata, un'altra
pietra miliare scritta in fretta

Jacopo Rubino

La Mercedes ha imparato in fretta, in Formula E. Ha debuttato nella passata stagione, dopo un anno di apprendistato "nascosto" attraverso la struttura satellite HWA, ha chiuso il campionato 2019-2020 con la prima vittoria a Berlino, e dodici mesi dopo ecco il Mondiale insieme a Nyck De Vries, oltre al contributo di Stoffel Vandoorne. Regina della Formula 1 dal 2014, la casa di Stoccarda ha scritto un'altra pietra miliare della propria storia agonistica: soddisfazione doppia perché significa aver battuto le rivali tedesche Audi, BMW e Porsche, ma anche altri nomi importanti come DS, vincitrice uscente, Jaguar, Nissan e Mahindra, nonostante la loro maggiore esperienza.

Il marchio della Stella, l'unico presente sia in F1 che in Formula E, ha voluto impostare una fortissima condivisione tra i due programmi, tanto che power unit turbo-ibrida e powetrain elettrico nascono nella stessa sede di Brixworth, con interscambio reciproco di informazioni. I risultati si sono visti: l'edizione 2021 della Formula E è stata quasi una lotteria, piena di colpi di scena e cambi al vertice, ma nonostante alcune giornate buie (in realtà capitate a tutti) gli alfieri Mercedes sono rimasti più o meno sempre in partita. E De Vries, pur aiutato da un po' di fortuna durante il weekend decisivo, era comunque arrivato a Berlino da leader. "Alla fine il duro lavoro viene sempre ripagato", ha commentato il boss del reparto corse Toto Wolff.

Il successo è stato commentato anche da Markus Schafer, membro del consiglio di amministrazione e responsabile del reparto ricerca e sviluppo: "È la prima grande vittoria Mercedes nelle competizioni elettriche, e ancora una volta è stata dimostrata la nostra competenza in questo tipo di propulsione". Parole istituzionali, che però non mascherano una situazione paradossale.

Mercedes infatti difenderà la corona nel 2022, poi potrebbe uscire di scena. La prospettiva, concreta, è emersa proprio domenica a Berlino attraverso parole più o meno esplicite di Wolff in un incontro con i media. Del resto il costruttore teutonico non ha ancora aderito ufficialmente al ciclo delle future monoposto Gen3, più potenti e più leggere, restando sempre alla finestra.

La decisione partirebbe dall'alto, dai vertici del gruppo Daimler, che pure hanno spinto per una gamma stradale sempre più elettrificata. Audi e BMW, dirette avversarie anche sul mercato, avevano già deciso di chiamarsi fuori mesi fa, preferendo sfide diverse o ritenendo "esaurito" il trasferimento tecnologico da questa categoria. Forse in Mercedes le ragioni sono simili, ma non mancano ipotesi di una permanenza più defilata dal 2023, ridisegnando le proprie strategie di marketing e magari solo fornendo le unità motrici. Staremo a vedere: chissà che questo trionfo non spinga ad una marcia indietro.

Nel frattempo, la Mercedes si è messa in corsa per un'impresa storica: se dovesse rimanere sul trono della F1, conquistarebbe due iridi automobilistici nello stesso anno, L'ultima a riuscirci è stata la Ferrari nel 1964, con la doppietta fra Circus e Mondiale Sport.