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18 Ago [11:51]

Michelin saluta la Formula E:
il bilancio dell'avventura elettrica

Jacopo Rubino

La conclusione della stagione 2022 per la Formula E, ha chiuso tanti cicli, anche quello della Michelin. L'azienda francese è stata fornitore unico dei pneumatici sin dalla nascita della serie elettrica, accompagnandone l'evoluzione tecnica e commerciale durante le 100 gare andate in scena, da quella inaugurale a Pechino, nel 2014, a quella di Seoul di pochi giorni fa. Dal prossimo campionato, arriverà la coreana Hankook, ma Michelin saluta soddisfatta di fronte alla consapevolezza di aver tratto il massimo da questo impegno. L'esperienza accumulata sarà di beneficio per i prossimi progetti intrapresi, non solo legati al motorsport, a conferma che il travaso tecnologico fra le corse e la mobilità di tutti i giorni non si ferma mai. Italiaracing ha delineato un bilancio con Mirko Pirracchio, che sin dall'inizio è stato il responsabile del programma Formula E per il marchio del Bibendum.

Mirko, per Michelin l'avventura in Formula E è giunta al termine. Cosa ha rappresentato per la vostra azienda, che ci ha creduto da subito?
"Di questo campionato non siamo stati solo fornitori, ma partner fondatori. Già nel 2013 avevamo equipaggiato la vettura demo dei primi test (la Formulec, foto sotto), abbiamo avuto fiducia in questa idea assieme ad Alejandro Agag e alla FIA, in un periodo in cui parlare di auto elettriche faceva ancora sorridere. Dopo otto anni, invece, vediamo che il mercato per questi veicoli ha numeri di crescita a doppia cifra, è una realtà. Ciò conferma che all'epoca Michelin ebbe una visione pionieristica e corretta del futuro. L'esperienza è stata intensa, c'è stato molto lavoro di sviluppo e la categoria si è rivelata un laboratorio importante. Siamo stati i primi a montare cerchi da 18 pollici su una monoposto, abbiamo lavorato sulla resistenza al rotolamento, per contribuire all'efficienza energetica delle vetture, e sulle masse, arrivando a risparmiare il peso equivalente a quello di un intero pneumatico. Tutto questo si è tradotto nel lancio del prodotto stradale Pilot Sport EV per veicoli elettrici ad alte prestazioni, diventando leader di mercato in questa nicchia. In questo modo possiamo dire di aver chiuso un ciclo".



Quali sono stati i punti cardine su cui ha lavorato Michelin per la Formula E?
"Abbiamo portato pneumatici da corsa concepiti per funzionare a qualsiasi temperatura, senza bisogno di differenti specifiche o mescole, come generalmente avviene nel motorsport. E non servivano nemmeno le termocoperte. Inoltre, erano adatti per girare sia in condizioni di asciutto che di bagnato. Questo ci ha permesso di produrre e trasportare la metà dei set, non dovendo realizzare una versione da pioggia, di cui molti esemplari vanno poi persi per inutilizzo. Questo è stato cruciale in fatto di materie prime, risorse, costi e logistica, traducendosi nell'abbattimento delle emissioni di CO2".

Il campionato ha vissuto due grandi cicli tecnici, con una crescita di prestazioni. Michelin come si è adeguata nel tempo?
"Abbiamo lanciato tre evoluzioni del nostro pneumatico, ma direi addirittura tre e mezzo, contando anche l'introduzione della connettività. Abbiamo sempre mantenuto la filosofia del pneumatico "all weather", in grado di operare in qualsiasi condizione, lavorando sull'efficienza energetica e sulla scultura per aumentare performance e tempi sul giro. Il sistema di connettività ha consentito di conoscere in tempo reale i valori di pressione minima su tutte le auto nello spazio di qualche minuto. Bastava che i nostri tecnici passassero vicino alle monoposto prima delle qualifiche e poi in griglia di partenza. Abbiamo usato la tecnologia dell'Internet of Things, con un collegamento criptato che non dava modo ai team di sapere i valori degli avversari, creando una procedura di report da inviare alla FIA per leggere e identificare più velocemente gli esemplari distribuiti ai piloti. Questo ha permesso di mantenere alti valori di equità e sicurezza per il rispetto dei regolamenti".

Qual è stato l'aspetto della categoria che più vi ha messo alla prova?
"I tracciati hanno costituito spesso un'enorme incognita, ci siamo quasi sempre presentati in gara con un approccio vicino ai rally, non potendo fare prove in anticipo. Si trattava di percorsi non permanenti, creati in poco tempo, in cui ogni volta abbiamo scoperto particolarità legate ad esempio alla granulosità degli asfalti, a volte molto abrasivi, a volte più lisci, o magari incontrando tipologie diverse persino nello stesso circuito. Abbiamo girato su temperature estreme, dai 2 gradi misurati sull'asfalto in alcune prove libere a Marrakech fino agli oltre 60 trovati ad esempio a Santiago del Cile. In ogni circostanza, comunque, eravamo chiamati a garantire lo stesso rendimento. Le esperienze di Michelin nelle gare endurance, per quanto riguarda la longevità della gomma, e nei rally per quanto riguarda l'affrontare aderenze diverse, ci hanno aiutato molto. Ma qui si trattava di concentrare tutto in un singolo tipo di pneumatico, senza apportare modifiche".



Cosa lascia in eredità a Michelin l'impegno in Formula E?

"Abbiamo imparato sempre più che la polivalenza e la longevità del pneumatico possono fare la differenza, soprattutto in campionati dalla vocazione sostenibile e per il trasferimento di tecnologia verso nuove forme di mobilità con mezzi elettrici, a idrogeno o ibridi, in cui la componente energetica va salvaguardata al massimo per incrementare l'autonomia. Adesso stiamo alzando l'asticella inserendo materiali sostenibili che garantiscono però pari prestazioni: la grande sfida è proprio questa".

La Formula E continua ad avere sempre degli scettici, o a incontrare la diffidenza dei puristi. Ma per una azienda come la vostra questo progetto ha dato un ritorno d'immagine positivo?
"Essere presenti in 73 eventi diversi, in 30 località diverse, in 20 Paesi di quattro continenti, ha regalato senza dubbio una visibilità unica. Ci siamo avvicinati al pubblico correndo nelle città, in luoghi iconici, senza che gli spettatori venissero a cercarci sui circuiti tradizionali. Inoltre, abbiamo potuto consolidare il nostro rapporto con costruttori di primo piano come Mercedes, Audi, BMW, Mercedes, Porsche, Jaguar, Nissan, Renault, DS, Mahindra. Questo ci ha dato una grossa mano anche per le relazioni nello sviluppo di prodotti per le strade di tutti giorni, su cui questi marchi stanno investendo".

Domanda inevitabile, quindi: perché Michelin non sarà più in Formula E? È stata una scelta dell'azienda o della FIA?
"La nostra presenza e il nostro prodotto sono sempre stati ben accolti. Abbiamo ritenuto che la nostra offerta per il nuovo bando di fornitura della Federazione fosse congrua, ma è stata selezionata quella di un'azienda concorrente. In ogni caso, abbiamo pensato che arrivando al lancio di un prodotto stradale la nostra missione si fosse tecnicamente conclusa. Ora ci sono altre opportunità e altri campionati in cui poter continuare il nostro lavoro, ci siamo orientati su altre direzioni. Otto stagioni e 100 gare, cifra tonda, sono state sufficienti per completare il nostro percorso di sviluppo".



In quali scenari andrà perciò a misurarsi Michelin? L'esperienza in Formula E è stata utile anche per equipaggiare modelli a motore termico?

"I veicoli con motore termico si orientano comunque sempre più verso l'elettrificazione e l'ibridazione, per cui la ricerca di una maggiore efficienza del pneumatico gioca sempre un ruolo di rilievo, permettendo di guadagnare a livello di consumi e di percorrenza chilometrica, a parità di carburante utilizzato. I vari organizzatori di campionati tendono a loro volta verso obiettivi di sostenibilità, e noi facciamo la nostra parte evolvendo i pneumatici. Oggi abbiamo sperimentazioni in corso con l'ACO sui prototipi a idrogeno, ci sono le LMH e LMDh ibride, collaboriamo con Porsche per la 718 Cayman GT4 elettrica da oltre 1000 cavalli, molti più della Formula E, e siamo anche nelle due ruote con la MotoE".

Quella della Formula E è una porta chiusa, o ci potrebbe essere un ritorno in futuro?
“Tutto è possibile. Dove ci sono sfide tecnologiche, piattaforme laboratorio per migliorare i nostri prodotti e fare ricerca per la mobilità sostenibile, noi siamo e saremo interessati".