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10 Nov 2010 [13:07]

Montezemolo: 'Scandaloso chi non tifa Ferrari'
La replica del forum italiano Mondo McLaren

Forse era solo una provocazione, forse gli è venuta dal cuore. Certamente, la frase di Luca di Montezemolo rivolta a un deputato leghista che ha affermato di tifare per la McLaren ("È uno scandalo che un italiano tifi McLaren", ha detto il presidente) lascia perplessi. La Ferrari non è la nazionale di calcio, non lo è mai stata, perché non ha mai intrapreso una via politica seria e chiara per salvaguardare il patrimonio dei piloti italiani. Ha quasi sempre preferito guardare all'estero negli ultimi decenni, a parte le parentesi Michele Alboreto e Ivan Capelli, piuttosto che allevarsi in casa piloti tricolori.
Quindi, perché mai un fan italiano della F.1 dovrebbe sentirsi costretto, in dovere, di tifare per la Ferrari? Per la tecnologia italiana espressa? Certo, tanto di cappello, e c'è di che andarne fieri. Ma a tanti non interessa più di tanto sapere che una biella, un bullone, sono costruiti a Maranello piuttosto che a Kabul. Un concetto, quello in cui si è ficcato Montezemolo, piuttosto intricato e subito abbiamo ricevuto una lettera dal forum, molto popolato, MondoMcLaren. Che volentieri pubblichiamo:

"Egregio dott. Montezemolo,
siamo un nutrito gruppo di tifosi McLaren italiani che sentono il dovere di rispondere alla Sua ingiustificata provocazione. Forse non se ne rende conto, forse dà per scontato che il tifo per la Ferrari faccia parte in qualche maniera del codice genetico di un italiano, un marchio di fabbrica che ci viene impresso fin dalla nascita e che non deve essere cancellato, una dottrina che non ci si può esimere dal seguire. Ebbene, non è così. La Formula Uno non è uno sport che vede in gioco squadre nazionali ma, se anche così fosse, ci riesce difficile intravedere uno “scandalo” nell’espressione di una passione sportiva che è una delle mille sfaccettature della libertà di espressione e di formazione del proprio libero convincimento. Ci riesce difficile pensare che il tifo, che in sé per sé rappresenta la varietà del genere umano sublimata nel valore superiore della leale competizione, debba essere necessariamente assoggettato alla logica del pensiero unico, pena essere etichettato come un’anomalia.

Al contrario, la Formula Uno è per sua natura e storia (che noi conosciamo bene) uno sport per così dire sovra – nazionalistico. Prova ne sia anche la Ferrari stessa. Per la Sua scuderia corrono due piloti: un brasiliano ed uno spagnolo, così come hanno corso un certo tedesco, un canadese, degli inglesi e potremmo continuare facendo il giro dell’intero globo. Al muretto ci sono persone provenienti dagli Stati Uniti come dall’Australia. I Suoi V8 montano numerosi componenti fabbricati da un’azienda tedesca. Il reparto tecnico della Sua squadra è un bell’esempio di integrazione multiculturale e non riteniamo sia “uno scandalo” il fatto che John Barnard abbia progettato numerose “rosse” a Guilford, in Inghilterra o che l’incredibile serie di mondiali vinta da Schumacher sia frutto dell’unione delle capacità di due tecnici inglesi ed un direttore francese.

E’ forse il caso di informarLa che i tifosi McLaren sparsi in Italia sono tantissimi ed in continua crescita, da Nord a Sud, come dimostra la massiccia risposta dimostrata in occasione della recente consegna del premio Bandini a Lewis Hamilton. Questo, sia chiaro, per stroncare sul nascere ogni tentativo di strumentalizzazione politica. La nostra community non è che una goccia nel mare dell’espressione multiforme della passione sportiva e come tale merita di essere rispettata, seppur minoranza. Per un italiano, di ragioni per tifare McLaren ce ne sono a centinaia: l’ammirazione per la sua storia, con l’epopea del geniale Bruce McLaren prima e del tenace meccanico Ron Dennis poi; la capacità di innovazione costante e rivoluzionaria del prodotto (il primo telaio in carbonio, ad esempio).

Il connubio con i più grandi piloti di tutti i tempi: Hunt, Fittipaldi, Lauda, Prost, Senna, Hakkinen ed Hamilton. E che dire dei piloti italiani che sono stati in forza alla squadra inglese: Bruno Giacomelli ribattezzato “Jack O’ Malley”, Emanuele Pirro, Andrea de Cesaris. Per non parlare dei ragazzi italiani di talento che attualmente lavorano in McLaren con successo rendendoci orgogliosi di loro. Potremmo continuare all’infinito, così come potrebbero farlo i tifosi delle altre squadre. E tutte le motivazioni sarebbero valide, giuste e degne di essere apprezzate perché frutto della libertà del proprio pensiero. Per questo rivendichiamo con forza il diritto a tifare per i nostri beniamini senza dover essere etichettati come “anti-italiani”. L’appartenenza ad una comunità nazionale si esprime nell’adesione ai suoi valori fondanti e non nell’idolatria di uno scudetto a fondo giallo con un cavallino rampante.

La vera anomalia è il pensiero unico. Chi lo promuove commette sempre un errore, probabilmente derivante da un proprio limite".
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