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11 Mag [16:40]

Perez e la Racing Point, che viaggio:
e forse il meglio deve ancora arrivare

Jacopo Rubino - XPB Images

Sette stagioni insieme. È ormai una lunga storia quella fra Sergio Perez e la Racing Point. Il messicano, arrivato nel 2014 quando la squadra si chiamava ancora Force India, è forse il miglior testimone dei miracoli compiuti dalla compagine di Silverstone in Formula 1, a dispetto di tutti i problemi extra-sportivi vissuti in precedenza. Basta citare le parole di una sua intervista ad Autosport: "La prima volta in cui visitai la sede fu uno shock, si vedevano le difficoltà economiche".

Ma Perez ha anche aggiunto: "Appena sceso in pista ho capito che c'era parecchio potenziale, tutti in squadra erano affamati di successo. È un gruppo molto capace, per il livello degli ingegneri e di chi lo gestisce. Questo mi ha fatto sentire entusiasta del progetto. Alla terza gara insieme tornai sul podio (il Gran Premio del Bahrain, ndr), e da allora è davvero cambiato tutto".

La crescita ha condotto al formidabile quarto posto nel Mondiale Costruttori 2016, battendo la Williams, e confermato con autorità nel 2017. La situazione finanziaria è diventata davvero pericolante nell'estate 2018, con la fase di amministrazione controllata, l'uscita di scena dell'ex patron Vijay Mallya (braccato dalla giustizia) e il salvataggio compiuto da Lawrence Stroll e dalla sua cordata, per la trasformazione in Racing Point. Eppure, anche in quell'anno travagliato, le prestazioni non sono venute meno. La gestione Stroll ha dato solidità e nel 2021 ci sarà il cambio di nome in Aston Martin, aprendo un nuovo capitolo. "È la nostra grande opportunità", ha dichiarato fiducioso Perez.

Le prospettive sono rosee, non solo per l'attuale livrea, e ci si chiede se questa scuderia, già capace di operare in maniera eccellente fra le ristrettezze, non possa compiere il salto di qualità definitivo. Senza però snaturare la propria filosofia: "Non vogliamo perdere l'efficienza avuta in passato", ha avvertito il team principal Otmar Szafnauer. Sottolineando, sempre ad Autosport: "Le nostre risorse sono cresciute del 30 o 40 per cento, ma credo che abbiamo ancora il budget più ridotto e il minor personale ai box. Restiamo il team più piccolo, a parte forse la Haas, perché il loro lavoro di progettazione e costruzione è eseguito dalla Dallara".

Per gli avversari rischia di essere un modello da studiare, in particolare pensando all'introduzione del... budget cap. E intanto, quando scatterà il campionato 2020, la Racing Point si preannuncia lo spauracchio dalla concorrenza diretta (Renault e McLaren in primis) grazie alla monoposto-clone della Mercedes 2019, già temibile nei test invernali. Perez potrà raccoglierne i frutti.