Massimo Costa - XPB ImagesUna corsa perfetta, dieci punti pesantissimi per lui e per il team. Liam Lawson a Baku ha compiuto una sorta di capolavoro che fa il paio con quello del suo compagno Isack Hadjar, quando ha concluso terzo a Zandvoort. Lawson ha terminato il GP dell’Azerbaijan in quinta posizione dopo avere ottenuto il terzo tempo in qualifica. Fortuna o no, la prestazione del sabato del neozelandese resta da incorniciare perché ottenuta nel momento giusto e senza commettere errori, come capitato a nomi ben più illustri.
E, soprattutto, superando tutte le ghigliottine del Q1 e Q2. Il momento iconico della gara, si è verificato al 39° giro quando Yuki Tsunoda, con la Red Bull, gli è uscito davanti dalla corsia box dopo il pit-stop, passato da hard a medie. Sosta che Lawson aveva effettuato alla tornata 21, montando le hard al posto delle medie, quando occupava la terza posizione fin dalla partenza. Quando Liam ha visto davanti a sé Yuki, chissà cosa gli sarà passato per la testa.
Quella che gli appariva oltre l’halo non era altro che la “sua” RB21 e al volante c’era l’usurpatore, che poi nulla di buono ha combinato considerando la maggiore esperienza rispetto a Lawson, 104 GP disputati contro 28. Certo, non è stata colpa del giapponese se Lawson ha perso il sedile prestigioso di Milton Keynes, bensì del duo Horner-Marko, ma rimane il fatto che queste situazioni i piloti faticano a dimenticarle.
E dunque, Lawson è andato giù duro non perdendo un attimo per portare l’attacco a Tsunoda. Senza pietà, forte delle gomme già belle infornate mentre il jap doveva mandarle in temperatura, gli ha fatto vedere la fiancata della Racing Bulls e tanti saluti. Va detto che Tsunoda, una volta trovato il ritmo, non è mai riuscito ad attaccare Lawson nonostante gli viaggiasse alle spalle. Deve essere stato divertente per Liam mettere la museruola a Yuki, e chissà cosa avranno pensato Horner davanti alla tv, nella sua villa in campagna, e Marko che era presente a Baku.
In ogni caso, come si suol dire, se si chiude una porta si apre un portone e Lawson, con il team di Faenza, sta ottenendo risultati che probabilmente con la seconda RB21 avrebbe continuato a non ottenere. Del resto, come tutti coloro che si sono seduti dall’altra parte del box Red Bull, quello a fianco di Max Verstappen. In tutto questo, gran merito va alla Racing Bulls, al suo staff tecnico e sportivo, capaci di progettare e sviluppare al meglio una monoposto che sa viaggiare forte un po’ ovunque e di imbastire strategie importanti.
Poi, non da meno, saper crescere nel migliore dei modi i giovanotti che Marko gli invia. Il capolavoro Hadjar è sotto gli occhi di tutti così come la ricostruzione morale di Lawson dopo l’uscita dalla Red Bull. Cose che potevano stendere un bisonte, per esempio Daniil Kvyat non si è più ripreso se ricordate, mentre Lawson è riuscito a ricostruirsi. Volendo fare un confronto cinico con i punti intascati dal neozelandese e dal giapponese dopo lo scambio di sedili, siamo 30 a 17 per il biondo.
Ma in zona punti ci è finita anche la seconda Racing Bulls, quella del francese, che ha terminato decimo. Uscito dai box per schierarsi in griglia di partenza, Hadjar si è accorto subito che qualcosa non andava. Raggiunta la ottava casella, gli uomini della squadra hanno individuato il problema, idraulico, e sono riusciti a risolverlo prima di doversi allontanare dalla pista per raggiungere i box. Hadjar, che in qualifica non era stato immune da errore nel Q3, in gara ha nuovamente commesso una sbavatura che gli è costata quelle due posizioni di partenza, da ottavo a decimo, portate fino al traguardo.
E intanto, è partito il toto mercato su chi affiancherà Verstappen il prossimo anno. Una posizione importante che diverrebbe molto importante se l’olandese nel 2027 dovesse decidere di cambiare casacca o magari di prendersi un anno di relax per correre con le GT3. Considerando che con Marko la logica non la si può considerare, ma forse con Laurent Mekies nel ruolo che fu di Horner qualche ragionamento più sensato potrebbe esserci, ecco che la conferma di Tsunoda apparirebbe piuttosto improbabile.
Potrebbe quindi verificarsi il ritorno di Lawson oppure il salto in avanti di Hadjar. Il rischio di venire sbriciolati da Verstappen è altissimo, ma chissà, magari con la nuova monoposto figlia della rivoluzione regolamentare, le cose cambieranno. Una decisione sarà comunque presa più avanti, nella lista c’è anche Arvid Lindblad, che però non ha fatto una gran stagione in Formula 2. L’inglese, vorrebbe la logica (e ci risiamo) sarebbe perfetto per ripetere un altro anno nella serie cadetta oppure per essere dirottato a Faenza. Città che farebbe gola anche a un altro Junior Red Bull come Josep Maria Martì, spagnolo in orbita Red Bull con già due anni di F2 di alti e bassi sulle spalle. Non resta che aspettare, le sorprese non mancheranno.