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30 Mar 2020 [14:20]

Ricci, team principal Trident:
"Disposti a correre anche senza F1"

Massimo Costa

La sua settima stagione da team principal della Trident Motorsport, Giacomo Ricci non pensava certo di viverla da casa. Il 35enne milanese, ex brillante pilota capace di vincere il campionato di F.3000 Italia nel 2006, di essersi classificato sesto nella americana Formula Atlantic del 2007 e di aver vinto una gara GP2 nel 2010 con la non competitiva DPR, guarda avanti, oltre questa tragica situazione a cui ci ha costretto il Covid-19.

Ricci è al comando delle due squadre del team Trident, che militano nei campionati di Formula 2 e Formula 3. Gestisce una quarantina di persone e ben cinque piloti. Una vera impresa, che però il ragazzo scelto da Maurizio Salvadori (proprietario della squadra) nel 2014, riesce a svolgere con disinvoltura da anni, mettendo sul piatto anche la sua esperienza di pilota. Cosa che non tutti i suoi colleghi possono vantare.

Giacomo, siete riusciti a disputare i test F2 e F3 a Sakhir all'inizio del mese di marzo, poi in attesa del primo appuntamento stagionale, sempre in Bahrain, del 22 marzo siete rimasti come sospesi nel tempo... Ci racconti quei giorni?
"E' stata sicuramente una grande avventura. Dopo le prove, abbiamo deciso di fare un forte investimento economico non rientrando in Italia, perché sapevamo che la situazione dettata dal Covid-19 sarebbe esplosa nel nostro Paese. C'era il concreto rischio di non riuscire più a ripartire per il Bahrain, così siamo rimasti a Sakhir per un paio di settimane. Per esempio, i nostri colleghi della Prema, conclusi i test erano tornati in Italia, ma dopo tre quattro giorni hanno ripreso l'aereo per il Bahrain perché era chiaro che a breve avrebbero chiuso gli aeroporti o limitato i voli e c'era il rischio che rimanessero bloccati. Noi della Trident eravamo una trentina di persone, ma a parte qualche giornata di libertà per i meccanici, non abbiamo certo fatto i turisti. Con gli ingegneri e i piloti si è lavorato costantemente per valutare le tre giornate di test e preparare in hotel le prime gare di Sakhir.

Nel frattempo, il Coronavirus si espandeva ovunque...
"Esatto, cresceva in noi la preoccupazione e seguivamo l'evolversi nel mondo del Covid-19. Quando hanno cancellato il GP di Australia Formula 1, in calendario una settimana prima del Bahrain, e con le squadre già presenti a Melbourne, abbiamo capito che tutto era a rischio. E difatti, 24 ore dopo Liberty Media ha annullato la F1 anche a Sakhir. Essendo noi delle categorie minori già sul posto, c'era una remota possibilità che la F2 e la F3 corressero, come fatto con Moto2 e Moto3 in Qatar, ma tutto è saltato. Abbiamo allora dovuto cambiare i biglietti aerei anticipando di una settimana il rientro in Italia, ma non è stato facile trovare un aeroporto aperto. Alla fine siamo volati su Zurigo, in Svizzera, poi in treno siamo arrivati a Milano. Il materiale, le monoposto, sono però ancora in Bahrain, ma non cambia molto perché non si può lavorare".

Come si gestisce un team in questo frangente particolare?
"Lavoriamo da casa, in smart working. Siamo costantemente in contatto tra piloti e ingegneri e ci portiamo avanti con la preparazione di ogni singolo appuntamento in calendario. Cerchiamo di sfruttare al massimo il tempo a disposizione perché quando il campionato ripartirà, e sono ottimista su questo, le gare saranno tutte vicine, senza pausa. Quindi è bene lavorarci sopra ora per non farsi trovare impreparati quando sarà il momento".

Per ora è impossibile stilare un calendario. Monaco è saltata definitivamente e se dovesse risultare complicato per F2 e F3 affiancarsi alla F1, si sta valutando l'opportunità di correre da soli?
"Perché no, sarebbe una valida alternativa, logisticamente anche più interessante per noi in quanto saremmo l'evento principale dell'autodromo e potremmo disporre dei box. Nel 2017, abbiamo disputato un evento al di fuori della F1 sul circuito di Jerez, ed è riuscito molto bene. Ancora prima avevamo corso a Imola una prova della GP2 Asia. Non vedo problemi da questo punto di vista. L'importante è non perdere l'anno agonistico per i contratti in essere con piloti e sponsor, con il personale. Diventerebbe tutto molto complicato".

Nella foto sotto, XPB Images, Ricci al comando della gara GP2 2010 di Budapest, poi vinta




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