Regional European

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9 Ago 2019 [11:20]

Stagione da 22 GP, cosa significa?
I team vicini al limite sostenibile

Jacopo Rubino - Photo4

Ormai è uno scenario certo, dopo la conferma del Gran Premio del Messico: la stagione 2020 di Formula 1 sarà la più lunga di sempre, con 22 round. E per il 2021 Liberty Media punta addirittura a quota 24. Una manna per gli appassionati, anche se non tutti la vedono così, ma cosa significherà per le squadre? Hanno dato il via libera coscienti di essere chiamate ad ulteriori sforzi, pur dovendo tenere i budget sotto controllo.

Uno dei primi temi sollevati riguarda le power unit: rimangono 3 per l'intero campionato, senza concessioni. "Non dovremmo cambiare le regole per una gara in più. Non dovrebbe essere un'occasione per aumentare il numero di componenti", ha dichiarato Toto Wolff, team principal Mercedes. Agli ingegneri il compito di allungare la vita dei propulsori, almeno di uno fra quelli previsti, così da superare il muro dei 7 GP. "Un motore aggiuntivo ci costa del denaro", ha ricordato Gunther Steiner della Haas, formazione clienti e perciò sensibile alla questione. Verso la fine dell'anno, comunque, appare quasi inevitabile l'utilizzo di un quarto esemplare con conseguenti penalità in griglia.

A livello operativo, invece, le scuderie si considerano vicinissime al limite. Specialmente quelle di seconda fascia. "Di base siamo favorevoli alle 22 gare, ma bisogna essere prudenti a non salire ancora di più", ha avvertito Andreas Seidl della McLaren. "Dobbiamo salvaguardare il nostro personale, con altre trasferte tutte le scuderie dovrebbero rivedere la propria struttura organizzativa". Ad esempio creando un sistema di rotazione del personale, come spiegato da Beat Zehnder dell'Alfa Romeo. "Non sono preoccupato per i motori ma per i nostri membri", ha affermato il team manager svizzero. "Chiediamo loro già molto, con 21 gare, i test e il lavoro settimanale in fabbrica. Siamo già al massimo, numericamente, non abbiamo necessiarmanente il lusso di effettuare delle alternanze", ha ammesso Claire Williams.

Una soluzione di compromesso sarebbe un taglio ulteriore ai test invernali, spinta da Christian Horner della Red Bull: "Abbiamo bisogno di farne quanti sono adesso?". Si parla di scendere da 8 a 6 giorni totali, e per il ferrarista Mattia Binotto "potrebbe essere un'ottima idea". Sgradita tuttavia alla maggioranza dei piloti. In esame ci sono anche le sessioni post Gran Premio che valgono altre quattro giornate, in questo 2019 disputate in Bahrain e Spagna.

Le mire espansive di Liberty, in ogni caso, potrebbero generare un paradosso: più gare ma meno guadagni per i team. Auto Motor und Sport, ad esempio, sostiene che la Williams dal calendario 2020 avrebbe un ricavo extra di "soli" 800 mila di euro, non sufficienti a coprire le maggiori spese da sostenere. E permane un dilemma: il Mondiale rischia di perdere prestigio, se diluito all'estremo. "Comprendiamo il punto di vista commericiale, ma dobbiamo conservare l'esclusività degli singoli eventi. Non è per forza un miglioramento avere sempre più gare", ha messo in guardia Seidl. Nel paddock non è l'unico a crederlo.
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