World Endurance

Rivisto il BoP per San Paolo: Alpine e
BMW appesantite, Porsche alleggerita

Michele Montesano Puntale alla vigila della 6 Ore di San Paolo, quinto appuntamento stagionale del FIA WEC 2025, è stato pu...

Leggi »
Rally

Solberg torna a lottare per l’assoluto
In Estonia con la Toyota Yaris Rally1

Michele Montesano Dopo quasi tre anni di purgatorio, Oliver Solberg tornerà a disputare una prova del WRC con una vettura d...

Leggi »
Rally

Rally di Roma Capitale
Colpo di Skoda per Basso

Michele Montesano Regna l’incertezza nel FIA ERC. Conquistando il Rally di Roma Capitale, Giandomenico Basso è diventato il...

Leggi »
formula 1

Horner licenziato dalla Red Bull
Al suo posto arriva Mekies

Massimo Costa - XPB ImagesEra abituato a far saltare i propri piloti come fossero carte di caramelle, questa volta nel cesti...

Leggi »
World Endurance

Giovinazzi rinnova con Ferrari
Accordo pluriennale e riserva in F1

Michele Montesano Prosegue il sodalizio tra Antonio Giovinazzi e la Ferrari. Attuale leader del campionato FIA WEC, assieme...

Leggi »
formula 1

Hulkenberg, un podio che vale tanto
Un premio per una carriera infinita

Massimo Costa - XPB ImagesNella sua ormai lunga, infinita, carriera, ha vinto tutto quello che c'era da vincere. Poco m...

Leggi »
5 Gen 2022 [15:14]

Una provocazione per la F1:
qualche GP in meno per l'ambiente

Jacopo Rubino - XPB Images

Meno potrebbe essere meglio. La Formula 1 non sta ignorando le questioni ambientali, ma vive una forte contraddizione: la proprietà di Liberty Media desidera stagioni sempre più dense, per aumentare pubblico e redditività del suo prodotto, ma avere più gare (23 previste nel 2022) significa anche maggiore inquinamento. Il che vanifica gli apprezzabili sforzi profusi in questi anni sul tema, doverosi perché su questa partita l'intero motorsport gioca forse la sua esistenza a lungo termine. Ridurre il numero dei Gran Premi in calendario, lo diciamo in modo anche un po' provocatorio, sarebbe in realtà l'azione più significativa, che abbiamo intravisto nel 2020 con il calendario stravolto, forzatamente, dalla pandemia.

La questione ecologica, infatti, va ben oltre la tecnica delle monoposto: secondo uno studio condotto dalla FIA nel 2019, le attività in pista incidono per un misero 0,7 per cento sulle emissioni generate dalla F1 nella sua totalità. Questa, insomma, è la punta dell'iceberg, e poi le attuali power unit sono i motori a combustione interna più efficienti di tutto il settore automotive. Il vero impatto, invece, viene dagli spostamenti: circa il 45% dell'inquinamento del Circus è dovuto ai trasporti aerei, navali e su gomma di tutti i materiali in giro per il globo, più un ulteriore 27% legato ai viaggi delle persone che ne fanno parte. La somma di queste due voci corrisponde a circa 185 mila tonnellate di CO2 prodotta.

Abbiamo fatto un calcolo approssimativo: in media un Gran Premio "costerebbe" quasi 9000 t di andride carbonica. Nessuna tecnologia, nessuna innovazione sviluppata per le vetture è in grado di bilanciarla. La F1 a fine 2018 ha avviato un programma per raggiungere entro il 2030 la neutralità delle emissioni, e nel frattempo sta già riducendo la propria "carbon footprint" con iniziative mirate, come l'utilizzo di aerei cargo più moderni o l'eliminazione di prodotti usa e getta. Anche le scuderie, in autonomia, si impegnano su questo fronte. Ma dall'altro lato, come dicevamo, c'è il desiderio di un Mondiale con sempre più trasferte, specialmente intercontinentali. Qualcosa non torna.



"Senza limitazioni, ci sarebbero più di 30 circuiti dove potremmo correre, ma non possiamo andare in questa direzione", ha ammesso a The Race il presidente Stefano Domenicali, riferendosi però alla pressione esercitata sul personale viaggiante. Altra tematica da non ignorare. 25 round, il tetto oggi fissato nel Patto della Concordia, sono comunque il traguardo più o meno dichiarato, e probabilmente non così distante.

La vera svolta green, quindi, sarebbe quella di pensare a una "decrescita felice" della F1, seppur lieve. Sfoltire la stagione, magari tornando a 18 o 20 tappe, aiuterebbe a tagliare le emissioni in modo davvero notevole, quasi come gesto di responsabilità sociale, e sarebbe una bella dimostrazione di coerenza. Il sistema potrebbe essere attuato con una rotazione degli eventi in calendario, più volte dibattuta, che potrebbe anche regalare maggiore varietà agonistica fra un anno e l'altro. Servirebbe inoltre ripensare la distribuzione geografica dei GP, per accorciare la durata degli spostamenti: la doppietta Baku-Montreal prevista quest'anno, per fare un esempio, non è certo ideale quanto a consumi energetici.

Tutto perfetto? Ovviamente no: un rischio è il calo di valore economico della F1 nell'immediato, perché potrebbero scendere i profitti, ma ora le squadre operano dentro il budget cap e i margini di guadagno resterebbero ampi. La decrescita felice potrebbe avere qualche lato negativo, ma i benefici ci appaiono superiori.

TatuusTRIDENTWSKF4ItaliaF4 SpanishEurocup3G4RacingPREMACampos RacingRS RacingCetilar