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11 Nov [14:06]

Vettel multato, 25mila euro
Hamilton-Sirotkin? Colpa del russo...

Massimo Costa

Quello che si è verificato sabato, nel corso della qualifica, a San Paolo merita una ampia riflessione. A mente fredda. Ciò che risalta nettamente è che quando i burocrati decidono di entrare in campo, in questo caso meglio dire in pista, cominciano i problemi. Per esempio, la chiamata alla pesa di Sebastian Vettel. I commissari FIA preposti a questo servizio fanno ciò per cui sono chiamati ad operare, ovvero controllare che le vetture rientrino nelle norme regolamentari nel corso della sessione. Bene. Ma sarebbe quanto meno opportuno che essi comprendessero le situazioni del momento.

Nel corso della Q2, la minaccia della pioggia era molto forte e tutti sanno che bastano 30 secondi persi in una sosta sbagliata al box per ritrovarsi fregati se la pista comincia a bagnarsi. In quel frangente, chiunque rischiava di ritrovarsi escluso dal Q3 se avesse realmente iniziato a piovere pesantemente. Ecco, in un momento di così forte tensione, quei commissari addetti alla pesa hanno deciso di fermare Sebastian Vettel fregandosene del danno che potevano portare al pilota tedesco e al team Ferrari se le nuvole avessero scaricato il loro peso. Sembrava quasi uno sgarbo voluto, ma siamo certi che non fosse così.

La reazione di Vettel è stata più che comprensibile considerando il nervosismo del momento. Il tedesco era rientrato in pit-lane per cambiare le gomme, da supersoft a soft e con quelle segnare il tempo per accedere al Q3 e per affrontare la prima parte del Gran Premio. Vettel avrebbe dovuto fermarsi davanti al birillo, spegnere la vettura e aspettare che venisse spinto sulla pesa. Invece, ha abbattuto il birillo, è salito direttamente sulla pesa, poi ha spento il motore. Dopo di che, non ha aspettato che lo spingessero i commissari per riavviarsi, ma ha subito acceso la power unit e se ne è andato. Danneggiando, dicono, il bilanciamento della pesa. Per il non rispetto della procedura, Vettel è stato multato di 25mila euro. Va bene così, la paventata penalità è stata scongiurata (e allora sì saremmo qui a gridare allo scandalo), ma ripetiamo, serve il buon senso da parte dei commissari che devono assolutamente capire quel che sta accadendo in pista e non essere corpi estranei a ciò che li circonda.

Poi, Lewis Hamilton. In due occasioni si è ritrovato nella situazione di danneggiare due piloti. Prima Kimi Raikkonen, lanciatissimo ad alta velocità nel rettifilo opposto ai box, poi Sergey Sirotkin, mentre si stavano entrambi lanciando per il giro cronometrato. Se il cambio di traiettoria "in faccia" a Raikkonen è passato in cavalleria, sotto i riflettori ci è finito l'azzardo compiuto con il pilota della Williams. Hamilton ha avuto il coraggio di criticare Sirotkin definendolo irrispettoso perché nel giro di lancio non ci si disturba, non ci si supera per non danneggiarsi.

Ma chi lo ha detto? Esiste forse una regola in merito? La risposta è no. Sirotkin aveva tutto il diritto di accelerare quando gli pareva e Hamilton aveva il dovere di guardare gli specchietti e non ostacolare il russo che tra l'altro, grazie alla sua prontezza di riflessi, ha evitato un incidente notevole mettendo anche due ruote sull'erba. Sirotkin ha poi dichiarato di aver dovuto spingere prima del previsto perché le sue gomme non si erano scaldate a dovere. Insomma, Sergey non ha commesso alcuna infrazione ed è stato pesantemente danneggiato da Hamilton. Il quale, come detto, ha avuto il coraggio di criticare il giovane rookie.

Sirotkin è apparso un pulcino bagnato una volta sceso dalla sua monoposto. Anziché alzare la voce, far valere le sue ragioni, andare da Hamilton a dirgliene quattro, si è schernito, quasi scusato. E qui entriamo nel campo della poca personalità di molti giovani presenti in F1, terrorizzati dai loro team e impossibilitati a dire quel che pensano. Sirotkin si è così anche preso dell'irrispettoso e nessuno del team Williams ha avuto il coraggio di replicare, quanto meno per prendere le difese del proprio pilota. Zero.

In tutto questo, i commissari sportivi non sono intervenuti contro Hamilton. La motivazione? L'inglese non ha danneggiato il russo nel suo giro veloce perché entrambi si stavano lanciando. Che poi si sia evitato un incidente per pochi centimetri, questo non sembra interessare i "ponzio pilato" della FIA (Emanuele Pirro, Silvia Bellot, Felipe Giaffone e Tim Mayer) che neanche hanno aperto una investigazione. Si sa, a volte è meglio non spiegare per evitare brutte figure... Poi, però, ecco il colpo di teatro, in perfetto stile burocratese, come specificato all'inizio di questo articolo: a fine qualifica, Sirotkin è stato chiamato dai suddetti commissari perché nel giro di rientro è andato troppo piano. E allora, scusate tanto, ma a questo punto ci scappa il gestaccio...