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13 Apr 2016 [15:06]

Intervista a Vaxiviere
"Il livello della 3.5 è molto alto"

Da Alcaniz - Antonio Caruccio

Ha solo ventuno anni, ma ne dimostra molti di più. Un po’ perché lo si vede nel paddock dal 2011, quando iniziò con la Formula 4 francese, un po’ perché negli ultimi due anni, entrando a fare parte del Lotus Formula 1 Junior Team, ha avuto modo di crescere in fretta anche dal punto di vista tecnico e sportivo. Quale vicecampione in carica della Formula Renault 3.5, è ovviamente il candidato principale per la vittoria della Formula V8 3.5 che raccoglie l’eredità della serie transalpina in mano alla gestione di RPM Racing.

Matthieu, sei uno dei tanti ragazzi nati e cresciuti a Limoges, città famosa per le graziose bomboniere…
“La mia famiglia è sempre stata nel mondo del motorsport. Mio zio correva, e purtroppo è venuto a mancare in un test alla fine degli anni ’90. Mio nonno ha poi aiutato la carriera di Sebastien Loeb, che ho avuto modo di conoscere bene. Da piccolo ho corso in kart, ma mia mamma ha voluto che mi fermassi per andare a scuola. Dal 2005 ho quindi iniziato a giocare a calcio, fino a quando non sono tornato ai motori”.

E l’hai fatto in maniera molto particolare vero?
“Si ho fatto un anno nella Mijet Series, e poi è partito il mio cammino in monoposto”.

Lo scorso anno sei partito molto aggressivo, poi hai progressivamente perso terreno su Rowland. Che cosa è successo?
“Da Monaco la situazione è cambiata. Non ho preso punti ed è iniziato ad aumentare il divario. Purtroppo anche se i risultati sono sempre stati ottimi, lottando per la pole position e per il podio, non sono riuscito a chiudere il gap. La velocità c’era, ma non siamo riusciti ad esprimerci come avremmo voluto. Abbiamo perso qualcosa nelle partenze e nei pit-stop, occasioni in cui Rowland e Fortec hanno avuto la meglio su di noi”.

Nonostante tu sia un guerriero al volante, sembrava esserti sempre mancato qualcosa nel confronto diretto con Rowland...
“Sono abbastanza forte nelle lotte, credo. Ho battagliato con tutti senza mai mollare. L’unico contatto in cui ho riportato dei danni è stato a Le Mans, ma penso di sapere gestire abbastanza bene le condizioni di gara come safety-car ed altre strategie”.

Lo scorso anno sei stato chiamato da Amato Ferrari come riferimento per i test a Jerez. Da lì non ci saremmo mai aspettati di vederti nuovamente alla guida in questa serie. Cosa ti ha convinto?
“All’inizio non pensavamo sarebbe nata una relazione per quest’anno. Mi chiamarono per migliorare la macchina e avere dei riferimenti. Loro sono un team molto forte ed io sulla carta ero il pilota più competitivo avendo concluso secondo la stagione. Durante l’inverno abbiamo parlato molto e mi hanno convinto a stare con loro. Per me era la migliore opzione sul mercato e Amato è una grande persona, sono certo che anche per il futuro della mia carriera sia stata una buona scelta”.

Sai che sarà difficile migliorare la posizione in campionato dello scorso anno. Questo ti mette sotto pressione?
“No. So di essere a posto ed alla fine lo scorso anno ho chiuso con un centinaio di punti di vantaggio sul terzo. Quest’anno siamo in grado di vincere il campionato, ma vedremo cosa succederà. Abbiamo tutti pressione, non più degli altri. È una cosa positiva perché ti aiuta a dare il massimo e lo farò per poter vincere il titolo”.

Dopo due anni con Lotus, stai lavorando con SMP Racing. Che differenze hai trovato?
“SMP Racing è un team nuovo, ovviamente non c’è la stessa atmosfera che c’era in Lotus lo scorso ottobre. Dobbiamo conoscerci, devo imparare come lavorano ed anche mostrargli di cosa sono capace. In quattro giorni abbiamo fatto grandi passi in avanti, presto saremo in grande armonia”.

Dal confronto diretto con te, SMP ha deciso di scartare Atoev per promuovere Isaakyan. Come pensi sarà il rapporto con Matevos?
“Penso che sarà buono perché dobbiamo fare squadra. In pista ci sarà battaglia ovviamente, ma nel box dobbiamo sostenerci per il bene della squadra. Penso sia buono avere un riferimento come lui, è un ragazzo veloce”.

Qual è quindi l’obiettivo per la stagione ormai alle porte?
“Vincere il campionato e avere buone opportunità nel futuro”.

Chi saranno gli avversari principali?
“In termini di velocità ci saranno tanti outsider. Sicuramente però, per il campionato ci sono i piloti più esperti come Tom Dillmann ed Egor Orudzhev che fanno la differenza”.

Con un parco partenti di 15 vetture, pensi che il campionato ne risentirà?
“Direi di no, il livello è molto buono, in testa saranno gli stessi piloti a lottare. Per la vittoria di gara, forse invece che essere otto piloti in lotta ce ne saranno quattro o cinque, ma il risultato del vincitore non cambierà”.