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Colnaghi-Rinicella, doppietta tricolore

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Spa - Gara 2
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Eurocup-3

Le Castellet - Gara 2
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F4 Spanish

Le Castellet - Gara 1
Strauven contiene Eyckmans

Da Le Castellet - Massimo Costa - Dutch PhotoQuarta vittoria consecutiva, la quinta stagionale, per Thomas Strauven. Il belg...

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F4 French

Spa - Gara 1
Roussel agguanta la prima vittoria

Davide Attanasio - Foto KSPPrimo successo in monoposto per Jules Roussel. Con la Ligier numero 7 il pilota francese ha brill...

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19 Giu [7:47]

Le sconfitte Porsche e Toyota non ci
stanno e puntano il dito contro il BoP

Michele Montesano - XPB Images

Per un solo vincitore, si contrappongono sempre doversi sconfitti. La 24 Ore di Le Mans non fa eccezione a questa regola dello sport. Così se Ferrari è salita, per il terzo anno consecutivo, sul gradino più alto del podio della celebre maratona francese, Toyota e Porsche hanno vissuto nuovamente una gara all’ombra della scuderia del Cavallino Rampante.

Per la Casa tedesca la sensazione è quella di aver fatto tutto alla perfezione senza, però, riuscire a centrare il successo. La 963 LMDh del Porsche Penske Motorsport, condotta da Kévin Estre, Laurens Vanthoor e Matt Campbell, ha chiuso in seconda posizione alle spalle della Ferrari dei vincitori Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson. Una gara tutta in rimonta, perché il terzetto è scattato dall’ultimo posto dello schieramento delle Hypercar, dopo che la vettura è stata squalificata al termine della qualifica perché trovata sottopeso.



Tutto il team Penske si è reso protagonista di una gara perfetta in cui ha cercato di spremere il potenziale della vettura ma ciò non si è rivelato sufficiente. Estre, dopo aver tagliato il traguardo, ha ammesso: “Abbiamo dato il massimo. Ma non credo fossimo abbastanza forti e il passo gara era inferiore rispetto a quello dei primi. Il secondo posto è comunque un ottimo risultato, ci siamo infilati tra le Ferrari però non è ciò che volevamo”.

Il podio porta certamente soddisfazione per un equipaggio che non ha commesso alcun errore, ha gestito al meglio il traffico, ha ottimizzato ogni pit-stop e ha portato la vettura al traguardo senza guasti, migliorando il quarto posto dell’anno precedente. Tuttavia il sapore è agrodolce. Vanthoor ha sottolineato come la squadra avesse eseguito una gara perfetta, ma lottare contro una Ferrari superiore in ogni frangente di gara si è rivelato impossibile. “Non abbiamo mai sbagliato nulla, non abbiamo avuto contatti, preso penalità e commesso errori nei pit-stop – ha spiegato il belga – una gara perfetta che però ci ha visto arrivare secondi, il che è parecchio frustrante”.



La 963 LMDh numero 6 ha mostrato un passo gara che l’ha portata ad essere costantemente vicina alle Ferrari, ma mai realmente in grado di impensierirle. Vanthoor, Estre e Campbell hanno mantenuto un ritmo medio appena tre decimi superiore rispetto alla Ferrari di testa, ma quando si è trattato di attaccare è mancato qualcosa. Eppure, Porsche ha giocato ogni carta possibile: grazie a un BoP leggermente favorevole, le 963 LMDh hanno beneficiato di più energia per stint e hanno potuto costruire una strategia basata su stint più lunghi e una sosta in meno.

Campbell ha ammesso: “Abbiamo fatto tutto il possibile per massimizzare il nostro pacchetto mettendo sotto pressione le due Ferrari ufficiali. Perché entrambe le 499P facevano molta fatica con il triplo stint nelle ore più calde della giornata. Noi, invece, abbiamo fatto sempre il doppio stint cercando di spingere il più possibile e di ottenere il massimo dalle gomme”.



Thomas Laudenbach, Vicepresidente di Porsche Motorsport, ha evidenziato il grande lavoro del team, parlando di una gara quasi perfetta. Anche Jonathan Diuguid, responsabile del programma LMDh, ha sottolineato la rapidità del team e la strategia messa in atto, che ha speso tre minuti in meno in pit-lane rispetto alla Ferrari vincitrice, ma ciò non è stato sufficiente.

Se Porsche ha chiuso con l’amarezza di chi sa di aver fatto tutto il possibile, Toyota si è trovata invece a lottare in una gara che, per sua stessa ammissione, non avrebbe mai potuto vincere. Lontani da ogni possibilità concreta di salire sul podio, i giapponesi hanno concluso con il peggior risultato a Le Mans dal 2017. Quinta la GR010 Hybrid di Kamui Kobayashi, Mike Conway e Nyck De Vries, mentre la gemella del terzetto composto da Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa è sprofondata in quattordicesima posizione dopo un problema alla ruota anteriore sinistra mal fissata.



David Floury, direttore tecnico di Toyota Gazoo Racing, non ha nascosto il proprio disappunto, puntando il dito – seppur indirettamente – sul Balance of Performance: “Sapevamo chi sarebbe stato in testa. Avevo già detto chi era il favorito, non mi sbagliavo. Non c'è da stupirsi, è la stessa cosa ogni anno. Si è assistito a una gara a due classi, una con le auto che raggiungevano la velocità massima e una con quelle che non ci riuscivano. Purtroppo ci siamo ritrovati in seconda classe con Cadillac e Aston Martin”.

Le classifiche della velocità massima parlano chiaro. Con 342,3 km/h, Toyota è stata la più lenta in rettilineo insieme ad Aston Martin, distante ben 6,7 km/h dalla Ferrari al vertice della classifica con 349 km/h. Un distacco che, su un circuito come Le Mans, si traduce in decimi preziosi ad ogni giro. “Non siamo mai stati veramente in grado di lottare – ha aggiunto Floury – la vettura numeri 8 ha fatto un'ottima gara. Non abbiamo commesso errori montando le gomme morbide la notte e prendendo anche il comando. Poi domenica mattina non abbiamo avuto possibilità di lottare per la vittoria”.



La corsa della GR010 Hybrid, affidata a Buemi, Hartley e Hirakawa, è stata condotta con intelligenza e solidità fino al problema tecnico che ha compromesso il risultato finale. Meno lineare il cammino dell’altra Toyota, colpita da un incidente già al primo giro che ha danneggiato la carrozzeria e costretto l’equipaggio, Conway, Kobayashi e de Vries, a correre con una macchina meno competitiva. Eppure, anche in questo caso, il team ha portato a casa il massimo possibile, venendo poi promosso al quinto posto dopo la squalifica della Ferrari 499P numero 50.

Sebbene non detto esplicitamente dalle due Case, la 24 Ore di Le Mans 2025 ha confermato come il BoP possa essere un’arma a doppio taglio per il FIA WEC. Ricordiamo che, a differenza delle altre prove del FIA WEC dove il Balance of Performance viene modificato in base al risultato ottenuto nelle gare precedenti, la maratona francese faceva storia a sé riguardo i parametri assegnati alle singole Hypercar. In un circuito come quello de La Sarthe, fatto di lunghi rettilinei, si è così notato uno squilibrio eccessivo tra le vetture presenti in pista. La speranza è che già nella prossima 6 Ore di Interlagos possa tornare un maggior livellamento di prestazioni.


18 Giu [10:54]

Kubica: “Le Mans come con i kart, la
vittoria più bella è la lotta nella vita”

Michele Montesano - XPB Images

Non solamente una questione di auto, ma anche di uomini e passione. La 24 Ore di Le Mans è una di quelle gare in cui sembra che il tempo si sia cristallizzato, dove le imprese più che le vetture in pista le compiono soprattutto i meccanici e i piloti. Non ha fatto eccezione questa edizione appena andata in archivio, con il box di AF Corse che è riuscito a fare la differenza vincendo contro i team ufficiali. La Ferrari 499P privata ha saputo regalare emozioni forti con l’equipaggio composto da Yifei Ye, Phil Hanson e Robert Kubica.

Proprio il polacco è stato tra gli assoluti protagonisti delle ultime fasi di gara. Velocissimo in ogni frangente della corsa, Kubica è stato autore dell’ultimo turno di guida mettendo in mostra la solidità e la determinazione dei grandi campioni. Tant’è vero che il polacco è rimasto nell’abitacolo della 499P nelle ultime tre ore e mezza di gara gestendo il vantaggio sugli avversari fino a tagliare per primo il traguardo della 93ª edizione della 24 Ore di Le Mans.



“Ovviamente è una giornata speciale – ha commentato appena sceso dal podio Kubica – vincere la 24 Ore di Le Mans è qualcosa di unico. Fin dal mio debutto, nel 2021, ho amato subito questa gara, nonostante sia finita nel modo probabilmente più drammatico possibile perdendo la vittoria in LMP2 all’ultimo giro. Avevo già 36 anni, ma l’ho davvero apprezzata e mi ha fatto sentire come un bambino che corre sui kart. È una gara, ma anche un'avventura, succedono talmente tante cose che mi ha fatto riscoprire quelle emozioni riportandomi indietro quando da ragazzino viaggiavo dalla Polonia verso l’Italia per correre con i kart. Anche questa vittoria è sicuramente carica di emozioni. Ora c’è ancora un po’ di stanchezza, l’adrenalina, e solo il desiderio di riposare e godermela”.

Insieme a Kubica nel 2021 c’era proprio Ye con cui quest’anno ha diviso la Ferrari e la vittoria: “Finalmente siamo riusciti a finire quest’ultimo giro con Yifei – ha raccontato il pilota polacco – perché ho imparato che nelle corse bisogna aspettare il traguardo. È stata una gara lunga, ma questa volta c’era la consapevolezza che solamente un guasto ci avrebbe potuto togliere la vittoria. L’ultima parte è stata in controllo, eravamo certi di cosa stavamo facendo”.



Come ammesso dallo stesso Kubica, il cambio gomme sul finale è da leggere proprio in ottica precauzionale: “Potevamo finire con un triplo stint, ma con le gomme più usurate non si sa mai: basta un piccolo taglio e lo pneumatico si può sgonfiare. La gomma nuova, oltre a darti una maggior prestazione, ti offre una maggior sicurezza per finire la gara. Quindi abbiamo scelto di cambiare per precauzione, anche per questo è stato importante creare un margine per poter gestire l’ultima fase di gara”.

“Dovevamo stare davanti senza esagerare – ha proseguito Kubica – perché bastava una safety-car e tutto sarebbe ripartito da zero. Quindi ho cercato di conservare le gomme per tenerle in buon stato e mantenere il gap per avere comunque un margine di sicurezza, perché a Le Mans non si sa mai. Ma, allo stesso tempo, di non rovinare troppo le gomme in caso di safety-car o di ripartenze in modo da averle pronte per il finale”.



Assieme a Fernando Alonso, Kubica è diventato l’unico pilota ad aver vinto sia un GP di Formula 1 che la 24 Ore di Le Mans. Tuttavia al pilota polacco non interessa la 500 Miglia di Indianapolis per tentare la conquista alla Triple Crown, ma c’è un capitolo che è ancora aperto: “Se dovessi scegliere, proverei a vincere una gara del Mondiale Rally. Ci ho provato ma non ci sono riuscito. Ho vinto nel WRC2, la categoria inferiore, di cui sono stato anche campione del mondo, però non ho mai vinto nel WRC. Ovviamente adesso sarebbe da pazzi riprovarci, anche perché forse con l’età sono diventato un po’ più consapevole e meno folle”.

La vittoria nella 24 Ore di Le Mans non è il successo più importante per Kubica che con la mente ritorna a quel tragico incidente del 2011 nel Rally di Andora: “La mia vittoria più importante non ha niente a che fare con le corse. Il vero successo è stata la battaglia che ho dovuto affrontare con la mia mente per accettare l’incidente e le sue conseguenze, i miei limiti e il lunghissimo periodo di recupero. Non è stato facile, sono stati mesi e anni di lavoro mentale per smettere di pensare a cosa sarebbe potuto essere e concentrarmi sui nuovi traguardi e obiettivi. Il destino, almeno sul piano sportivo, mi ha restituito qualcosa”.

17 Giu [7:34]

Squalificata per irregolarità tecnica
la Ferrari di Fuoco-Molina-Nielsen

Michele Montesano

Anche dopo la bandiera a scacchi, la 24 Ore di Le Mans 2025 non smette di riservare sorprese. Nella serata del lunedì, a seguito delle verifiche tecniche post gara, la Ferrari 499P numero 50, dell’equipaggio composto da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, è stata ufficialmente squalificata. Una notizia che cambia, non solo il risultato finale della corsa, ma anche l’equilibrio del Mondiale Endurance.

La decisione dei commissari sportivi, comunicata nella tarda serata di lunedì, è arrivata dopo un controllo approfondito che ha evidenziato un’irregolarità nel supporto dell’ala posteriore della vettura. In particolare, durante il test di flessione effettuato dopo la gara, l’alettone della Ferrari ha mostrato una deformazione di 52 millimetri, ben oltre il limite di 15 mm previsto dal regolamento tecnico della categoria Hypercar.

Come se non bastasse, i commissari hanno rilevato che mancavano quattro bulloni nel supporto dell’ala, un elemento che secondo la documentazione di omologazione della 499P avrebbe dovuto essere presente. Un rappresentante del team ha spiegato che proprio l’assenza di questi bulloni potrebbe aver causato la flessione eccessiva. A quanto pare, uno dei meccanici del team si sarebbe accorto della mancanza di un bullone durante l’ultima sosta ai box della vettura, ma ciò non ha impedito alla Ferrari di concludere la corsa.

Un dettaglio particolarmente significativo messo in evidenza dal rapporto dei commissari riguarda il giro 380, a soli sette passaggi dalla bandiera a scacchi, in cui la Ferrari numero 50 ha registrato la sua velocità massima più elevata di tutta la gara. Questo elemento lascia pensare che il comportamento irregolare dell’ala possa aver comportato un vantaggio prestazionale, cosa che ha ulteriormente rafforzato la decisione di escludere la vettura dalla classifica finale.

Tale squalifica rappresenta un duro colpo per le ambizioni mondiali di Fuoco, Molina e Nielsen che ora pagano 48 punti di distacco dai compagni di squadra, nonché leader del campionato FIA WEC, Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado, giunti terzi al traguardo della 24 Ore di Le Mans. Al momento non è chiaro se Ferrari deciderà di presentare un ricorso contro tale decisione.

A beneficiare dell’esclusione della Ferrari numero 50 è sicuramente la Cadillac V-Series.R del Team Jota, affidata a Norman Nato, Alex Lynn e Will Stevens, che sale così al quarto posto. Avanza anche la Toyota GR010 Hybrid di Kamui Kobayashi, Mike Conway e Nyck De Vries che guadagna la quinta posizione assoluta. Inoltre entrambe le Alpine A424 LMDh sono entrate nella top-10 della 24 Ore di Le Mans.

Domenica 15 giugno 2025, gara

1 – Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) – AF Corse – 387 giri
2 – Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) – Penske – 14"084
3 – Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) – Ferrari – 28"487
4 – Stevens-Nato-Lynn (Cadillac V-Series.R) – Jota – 2'18"634
5 – Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 1 giro
6 – Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) – Penske – 1 giro
7 – Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) – Jota – 1 giro
8 – Nasr-Tandy-Wehrlein (Porsche 963) – Penske – 1 giro
9 – Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) – Alpine – 2 giri
10 – Schumacher-Makowiecki-Gounon (Alpine A424) – Alpine – 3 giri
11 – Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) – Peugeot – 3 giri
12 – Riberas-Sorensen-De Angelis (Aston Martin Valkyrie) – Aston Martin – 4 giri
13 – Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) – Proton – 4 giri
14 – Tincknell-Gamble-Gunn (Aston Martin Valkyrie) – Aston Martin – 6 giri
15 – Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 7 giri
16 – Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) – Peugeot – 8 giri
17 – Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) – WRT – 12 giri
18 – Smiechowski-Dillmann-Yelloly (Oreca 07 P2) – Inter Europol – 20 giri
19 – Gray-Masson-Perera (Oreca 07 P2) – VDS Panis – 20 giri
20 – Hyett-Cameron-Deletraz (Oreca 07 P2) – AO by TF – 21 giri
21 – Ried-Capietto-De Gerus (Oreca 07 P2) – Iron Lynx-Proton – 22 giri
22 – Sales-Beche-Novalak (Oreca 07 P2) – TDS – 22 giri
23 – Roda-Binder-Viscaal (Oreca 07 P2) – Proton – 22 giri
24 – Van Der Zande-Fittipaldi-Heinemeier Hansson (Oreca 07 P2) – United AS – 23 giri
25 – Kaiser-Fluxa-Pourchaire (Oreca 07 P2) – Algarve Pro – 23 giri
26 – Perrodo-Vaxiviere-Da Costa (Oreca 07 P2) – AF Corse – 23 giri
27 – Boulle-Simmenauer-Ghiotto (Oreca 07 P2) – Inter Europol – 24 giri
28 – Schneider-Jarvis-Hanley (Oreca 07 P2) – United AS – 24 giri
29 – M.Jensen-Cullen-Pilet (Oreca 07 P2) – RLR M – 25 giri
30 – Kurtz-Catsburg-Quinn (Oreca 07 P2) – Algarve Pro – 25 giri
31 – D.Vanthoor-Marciello-Magnussen-Eng (BMW M Hybrid V8) – WRT – 26 giri
32 – Malykhin-Blomqvist-Vautier (Oreca 07 P2) – CLX Pure – 29 giri
33 – Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) – Manthey – 46 giri
34 – Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) – AF Corse – 46 giri
35 – Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) – TF Sport – 46 giri
36 – James-Drudi-Robichon (Aston Martin Vantage) – HoR – 46 giri
37 – Umbrarescu-Lopez-Schmid (Lexus RC F) – Akkodis ASP – 47 giri
38 – Au-Hartog-Bachler (Porsche 911) – Manthey – 47 giri
39 – Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) – TF Sport – 48 giri
40 – Kimura-Serra-Stevenson (Ferrari 296) – Kessel – 48 giri
41 – Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) – Proton – 49 giri
42 – Fidani-Kern-Bell (Corvette Z06) – AWA – 49 giri
43 – Toledo-Wadoux-Agostini (Ferrari 296) – AF Corse – 49 giri
44 – Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) – Iron Lynx – 50 giri
45 – DeBoer-Hasse Clot-Barrichello (Aston Martin Vantage) – R.S.Leman – 51 giiìri
46 – Hui-Froggatt-Cheever (Ferrari 296) – Tempesta – 52 giri
47 – S.Grove-B.Grove-Stolz (Mercedes AMG) – Iron Lynx – 53 giri
48 – C.Martin-Frey-Bovy (Porsche 911) – Iron Dames – 53 giri

Giro più veloce: Sebastien Bourdais 3'26"063

Ritirati
Cottingham-Saucy-Baud (McLaren 720S Evo) – United Autosports
Lafargue-Van Uitert-Alvarez (Oreca 07 P2) – IDEC
Robin-Hawksworth-Gehrsitz (Lexus RC F) – Akkodis ASP
Aitken-Drugovich-Vesti (Cadillac V-Series.R) – Whelen
Chadwick-Jaubert-Lotterer (Oreca 07 P2) – IDEC
Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) – AF Corse
R.Taylor-J.Taylor-Albuquerque (Cadillac V-Series.R) – WTR
Rao-Bolukbasi-Braun (Oreca 07 P2) – Nielsen
Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) – WRT
Al Harthy-Rossi-K.van der Linde (BMW M4) – WRT
Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S Evo) – United Autosports
Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) – Iron Lynx
Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang) – Proton

Squalificati
Fuoco-Nielsen-Molina (Ferrari 499P) – Ferrari

16 Giu [15:29]

Le lezioni di Robert Kubica
Il cerchio si è chiuso a Le Mans

Alfredo Filippone - XPB Images

“Niesamowite!”, cioè ‘irreale’ : così titolava ieri parcfer.me, il maggior sito polacco di sport auto, la notizia della vittoria di Robert Kubica a Le Mans, celebrando giustamente, vista anche la vittoria del team Interpol in LMP2, “la miglior giornata nella storia del motorsport polacco”. Certamente una grande gioia anche per tutti gli appassionati della terra che conoscono la parabola, umana ancor prima che agonistica, di Robert, in particolare in Italia, che lui ha eletto a seconda patria, e dove ‘L’indistruttibile’ (questo l’azzeccato titolo di una bella biografia che gli è stata dedicata e che varrebbe la pena veder tradotta) è amatissimo.

Dire che questa vittoria, in una delle gare, se non la gara più prestigiosa al mondo, chiude un cerchio può essere vero, anche se usare il verbo ‘chiudere’ quando si parla di Robert è quanto meno incauto, come lo è sprecare superlativi, che lui fa diventare banali ad ogni nuova sfida che si prefigge e vince.

Lo si è capito anche ieri, nei suoi gesti e dichiarazioni del dopo-gara, che esprimevano soddisfazione, ma erano privi di particolare euforia o emozione. E’ una caratteristica fondamentale del personaggio, come mi spiegò meno di un anno fa in una lunga e sincera intervista per una rivista spagnola, che ora aiuta a capire meglio il ‘fenomeno Kubica’:

“Dovrei gustarmi di più i successi, ma sono fatto così, quando conseguo qualcosa sono già proiettato in avanti verso l’obiettivo successivo.” Fu anche così il giorno del primo (rimasto unico) GP vinto, a Montreal nel 2008: “La domenica sera ero già su un volo per l’Europa, per essere a dei test a Valencia il lunedì.” E quasi divertito aggiunse: “Forse quando mi ritirerò, quando tutto questo sarà finito, il Robert persona saprà apprezzare meglio quanto ha fatto il Robert pilota.”



Il trionfo a Le Mans forse è il più bello, ma non offusca certo quanto Robert ha saputo conquistare dopo il tremendo incidente rallystico del 6 febbraio 2011 che ha cambiato il corso della sua esistenza: dal titolo mondiale in Wrc2 del 2013, al ritorno in F.1 nel 2019 e ai tre titoli in LMP2 (ELMS e WEC) più recenti. In un momento di quell’incontro, gli dissi che per me la performance più probante della seconda parte della sua carriera di pilota è stato l’aver scoccato il miglior tempo assoluto nelle prime due speciali del Montecarlo 2014. Per un attimo ebbe un raro sorriso di compiacimento, anche se la risposta fu sobria: “Mi fa piacere che tu lo dica, perchè lo penso anch’io.”

La scelta dei rally mondiali per il rientro, mi spiegò, “fu una pazzia”, che rispondeva a quanto gli dettava l’animo in un momento in cui il lungo percorso di accettazione delle sue nuove condizioni e abilità fisiche non era ancora completato. Ad inizio del 2012 aveva fatto un test con una Mercedes DTM a Valencia, un regalo di Toto Wolff, che era andato bene, ma che non lo fece sentire a suo agio: “Non era una F1, ma era una macchina da corsa vera, e un circuito sul quale avevo corso. Non potevo evitare di fare paragoni con quanto vissuto prima e di pensare che tutti avrebbero fatto lo stesso ragionamento. Preferii cimentarmi nel WRC, dove ero un debuttante e non c’erano punti di riferimento miei, ma fu un vero salto nel buio.”

Cosa che fece con la ferrea determinazione di sempre e quell’instancabile perfezionismo che è diventato il marchio che ha lasciato in ogni team per cui ha lavorato, costruendosi la reputazione di ‘rompiscatole’, detto come complimento, “perchè Robert, con la sua capacità di lavoro, il suo puntiglio e l’ossessione per migliorare, è uno che sa spronare e far fare passi avanti a tutto un team”, come dice Vincent Vosse che lo ha avuto due anni in WRT, e che domenica, al termine di una 24 Ore poco felice per la sua squadra, ha subito voluto far arrivare le sue congratulazioni a chi ha vinto, “in particolare a Robert e Yifei Ye, che hanno riavuto quanto la sfortuna aveva tolto loro qualche anno fa quando correvano con noi.”

Allusione al crudele scherzo del destino che li aveva privati di una vittoria certa in LMP2 nel 2022, all’ultimo giro, per un cortocircuito causato da una fuga di liquido dal tubicino della borraccia con cui si dissetano i piloti... Un motivo in più per dire che, da ieri, giustizia è fatta.

15 Giu [16:42]

Le Mans: terza meraviglia Ferrari
Trionfano Kubica, Ye ed Hanson

Da Le Mans - Michele Montesano

Ancora Ferrari e per il terzo anno consecutivo. Dopo il successo nell’edizione del Centenario, e il bis dello scorso anno, a vincere la 93ª edizione della 24 Ore di Le Mans è stato ancora il Cavallino Rampante. Ma se negli altri anni era toccato alla squadra ufficiale, questa volta a tagliare per primo il traguardo della maratona del Circuit de la Sarthe è stato l’equipaggio del team AF Corse. Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson sono stati gli assoluti protagonisti dell’impresa.

Il terzo trionfo consecutivo è, inoltre, una chiara dimostrazione di forza del gruppo che compone la forza Ferrari e dell’efficacia della 499P. L’Hypercar di Maranello ha infatti vinto a Le Mans con tre equipaggi diversi, a conferma sia del progetto ben realizzato ia del team estremamente affiatato. Non solo nella classica francese, la vettura del Cavallino Rampante finora ha monopolizzato il primo scorcio della stagione del FIA WEC.



Tornando alla 24 Ore di Le Mans, la partenza ha visto la Porsche di Julien Andlauer dominare la scena nella prima ora di gara. Ma le Ferrari hanno risposto subito salendo al comando delle operazioni. Complice una gara lineare, con poche neutralizzazioni e una sola safety-car in ben 24 ore, la squadra di Maranello ha imposto un ritmo serrato gestendo gran parte delle operazioni.

Nonostante le temperature più basse rispetto ai giorni precedenti, le Ferrari sono state le più efficaci nel gestire le gomme. Tanto che i tre equipaggi si sono alternati al comando della gara. Tuttavia, con il calare delle tenebre, a uscire allo scoperto è stata la Porsche di Kevin Estre, Laurens Vanthoor e Matt Campbell. Il terzetto si è quindi riscattato dopo essere stato escluso dalla qualifica, perché la Porsche 963 LMDh era stata trovata sottopeso.



A fare la differenza, è stata una strategia fuori sequenza che ha permesso, questa mattina, all’equipaggio Porsche di insinuarsi nella lotta di vertice. Complice anche le penalità inflitte alle Ferrari ufficiali e qualche sbavatura di troppo, dapprima Estre è riuscito ad avvicinarsi e poi Campbell ha sferrato l’attacco decisivo alle 499P portandosi al secondo posto. Kubica, Ye ed Hanson hanno venduto cara la pelle, con il polacco che si è reso protagonista di un ultimo stint, di oltre tre ore e mezza, tagliando il traguardo con un vantaggio di 14 secondi sulla Porsche di Estre.

Per Ferrari è il dodicesimo successo assoluto, che la porta al terzo posto tra le Case più vincenti di sempre a Le Mans. Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado hanno conquistato l’ultimo gradino del podio consolidando, così, il primato nella classifica generale del campionato. I vincitori della scorsa edizione Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen si sono dovuti accontentare del quarto posto finale.



Scattata dalla pole position, la Cadillac di Alex Lynn, Will Stevens e Norman Nato ha conquistato la top-5 precedendo la Toyota di Kamui Kobayashi, Mike Conway e Nyck De Vries. Per il team nipponico si è trattata di una gara decisamente in ombra rispetto alle passate edizioni, vissute come principale antagonista della Ferrari. Poca fortuna per i marchi francesi con Alpine che ha battuto Peugeot nel derby transalpino ottenendo la top-10 con Charles Milesi, Paul-Loup Chatin e Ferdinand Habsburg.

Anche in LMP2 si è assistito a una conferma. Esattamente come 12 mesi fa, a conquistare la vittoria di classe è stato il team Inter Europol Competition (nella foto sopra). Grande protagonista Tom Dillmann che, assieme a Nick Yelloly e Jakub Smiechowski, ha trascinato il team polacco al successo. Nonostante un drive through proprio sul finale, l’Inter Europol Competition ha battuto di quasi due minuti il terzetto del VDS Panis Racing composto da Oliver Gray, Esteban Masson e Franck Perera. Terzo posto e vittoria di classe ProAm per l’equipaggio dell’AO by TF con Louis Deletraz, PJ Hyett e Dan Cameron.



Porsche ha concesso il bis a Le Mans nella classe LMGT3. Dopo il successo dello scorso anno, il team Manthey (nella foto sopra) ha centrato la vittoria con Riccardo Pera, Richard Lietz e Ryan Hardwick. Il terzetto è stato impeccabile nell’arco dell’intera gara, allungando sui diretti rivali nel corso della notte subito dopo l’unico intervento della safety-car. Prestazione da incorniciare anche per Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau. Autori di una spettacolare rimonta, il terzetto AF Corse ha centrato la piazza d’onore.

A completare il podio di classe, la Corvette del TF Sport di Tom Van Rompuy, Rui Andrade d Charlie Eastwood. Peccato per il nostro Mattia Drudi che, con la Aston Martin Vantage del The Heart of Racing divisa con Ian James e Zacharie Robichon, ha chiuso a un soffio dal podio. Top-5 completata dalla Lexus di José Maria Lopez, Clemens Schmidt e Petru Umbrarescu.

Domenica 15 giugno 2025, gara

1 – Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) – AF Corse – 387 giri
2 – Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) – Penske – 14"084
3 – Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) – Ferrari – 28"487
4 – Fuoco-Nielsen-Molina (Ferrari 499P) – Ferrari – 29"666
5 – Stevens-Nato-Lynn (Cadillac V-Series.R) – Jota – 2'18"634
6 – Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 1 giro
7 – Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) – Penske – 1 giro
8 – Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) – Jota – 1 giro
9 – Nasr-Tandy-Wehrlein (Porsche 963) – Penske – 1 giro
10 – Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) – Alpine – 2 giri
11 – Schumacher-Makowiecki-Gounon (Alpine A424) – Alpine – 3 giri
12 – Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) – Peugeot – 3 giri
13 – Riberas-Sorensen-De Angelis (Aston Martin Valkyrie) – Aston Martin – 4 giri
14 – Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) – Proton – 4 giri
15 – Tincknell-Gamble-Gunn (Aston Martin Valkyrie) – Aston Martin – 6 giri
16 – Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 7 giri
17 – Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) – Peugeot – 8 giri
18 – Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) – WRT – 12 giri
19 – Smiechowski-Dillmann-Yelloly (Oreca 07 P2) – Inter Europol – 20 giri
20 – Gray-Masson-Perera (Oreca 07 P2) – VDS Panis – 20 giri
21 – Hyett-Cameron-Deletraz (Oreca 07 P2) – AO by TF – 21 giri
22 – Ried-Capietto-De Gerus (Oreca 07 P2) – Iron Lynx-Proton – 22 giri
23 – Sales-Beche-Novalak (Oreca 07 P2) – TDS – 22 giri
24 – Roda-Binder-Viscaal (Oreca 07 P2) – Proton – 22 giri
25 – Van Der Zande-Fittipaldi-Heinemeier Hansson (Oreca 07 P2) – United AS – 23 giri
26 – Kaiser-Fluxa-Pourchaire (Oreca 07 P2) – Algarve Pro – 23 giri
27 – Perrodo-Vaxiviere-Da Costa (Oreca 07 P2) – AF Corse – 23 giri
28 – Boulle-Simmenauer-Ghiotto (Oreca 07 P2) – Inter Europol – 24 giri
29 – Schneider-Jarvis-Hanley (Oreca 07 P2) – United AS – 24 giri
30 – M.Jensen-Cullen-Pilet (Oreca 07 P2) – RLR M – 25 giri
31 – Kurtz-Catsburg-Quinn (Oreca 07 P2) – Algarve Pro – 25 giri
32 – D.Vanthoor-Marciello-Magnussen-Eng (BMW M Hybrid V8) – WRT – 26 giri
33 – Malykhin-Blomqvist-Vautier (Oreca 07 P2) – CLX Pure – 29 giri
34 – Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) – Manthey – 46 giri
35 – Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) – AF Corse – 46 giri
36 – Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) – TF Sport – 46 giri
37 – James-Drudi-Robichon (Aston Martin Vantage) – HoR – 46 giri
38 – Umbrarescu-Lopez-Schmid (Lexus RC F) – Akkodis ASP – 47 giri
39 – Au-Hartog-Bachler (Porsche 911) – Manthey – 47 giri
40 – Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) – TF Sport – 48 giri
41 – Kimura-Serra-Stevenson (Ferrari 296) – Kessel – 48 giri
42 – Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) – Proton – 49 giri
43 – Fidani-Kern-Bell (Corvette Z06) – AWA – 49 giri
44 – Toledo-Wadoux-Agostini (Ferrari 296) – AF Corse – 49 giri
45 – Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) – Iron Lynx – 50 giri
46 – DeBoer-Hasse Clot-Barrichello (Aston Martin Vantage) – R.S.Leman – 51 giiìri
47 – Hui-Froggatt-Cheever (Ferrari 296) – Tempesta – 52 giri
48 – S.Grove-B.Grove-Stolz (Mercedes AMG) – Iron Lynx – 53 giri
49 – C.Martin-Frey-Bovy (Porsche 911) – Iron Dames – 53 giri

Giro più veloce: Sebastien Bourdais 3'26"063

Ritirati
Cottingham-Saucy-Baud (McLaren 720S Evo) – United Autosports
Lafargue-Van Uitert-Alvarez (Oreca 07 P2) – IDEC
Robin-Hawksworth-Gehrsitz (Lexus RC F) – Akkodis ASP
Aitken-Drugovich-Vesti (Cadillac V-Series.R) – Whelen
Chadwick-Jaubert-Lotterer (Oreca 07 P2) – IDEC
Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) – AF Corse
R.Taylor-J.Taylor-Albuquerque (Cadillac V-Series.R) – WTR
Rao-Bolukbasi-Braun (Oreca 07 P2) – Nielsen
Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) – WRT
Al Harthy-Rossi-K.van der Linde (BMW M4) – WRT
Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S Evo) – United Autosports
Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) – Iron Lynx
Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang) – Proton

15 Giu [14:25]

Le Mans – Ore 14
Porsche guasta la festa a Ferrari

Da Le Mans - Michele Montesano

Siamo entrati ufficialmente nelle battute finali della 24 Ore di Le Mans. Ma, contrariamente a quanto previsto solamente poche tornate fa, Ferrari si è ritrovata sotto assedio dagli attacchi della Porsche. Se la vittoria della 499P di AF Corse non sembra sia totalmente in pericolo, le due rosse ufficiali sono state costrette a cedere il passo alla 963 LMDh di Matt Campbell.

Quasi tutto da rifare. A meno di due ore al termine della maratona francese, Ferrari si è vista sfilare la possibile tripletta. A uscire sulla distanza è stata la Porsche dapprima con Laurens Vanthoor e poi con Campbell. I fari della 963 LMDh si sono fatti man mano sempre più minacciosi negli scarichi della Ferrari di James Calado che è stato costretto a cedere il passo alla Porsche. Il sorpasso ai danni dell’altra Ferrari è, invece, avvenuto ai box quando Nicklas Nielsen ha lasciato il volante ad Antonio Fuoco per lo stint finale.

Potendo contare su un vantaggio di poco superiore ai 17 secondi nei confronti di Campbell, toccherà ora a Kubica difendere il primato, e l’onore, della Ferrari. Si preannuncia un duello serrato e dal sapore antico: con Porsche pronta a sfidare il Cavallino Rampante per la corona della 24 Ore di Le Mans.

Nettamente più lontane il resto delle altre Hypercar. A cominciare dalla Cadillac V-Series.R che, seppur a oltre due minuti dal vertice, completa la top-5 con Norman Nato. Il francese dovrà vedersela con la Toyota di Kamui Kobayashi staccato di soli due secondi. A seguire la Porsche di Michael Christensen e la Cadillac di Earl Bamber. Più attardate le BMW con Magnussen ai margini della zona punti.

Leggermente rivoluzionato anche il podio in LMP2. Se la Inter Europol Competition è inamovibile dal primo gradino con Tom Dillmann, al secondo posto troviamo l’alfiere del VDS Panis Racing Oliver Gray. Purtroppo una ruota mal fissata ha fatto perdere un possibile terzo posto al team Idec Sport. Così a salire in zona podio è la AO by TF con Dane Cameron primo di classe ProAm.

Infine in LMGT3 la Porsche del Manthey, con Riccardo Pera al volante, mantiene un vantaggio di un minuto sulla Ferrari AF Corse di Alessio Rovera. Il varesino è braccato, a dieci secondi, dalla Corvette di Charlie Eastwood. Leggermente più staccato Mattia Drudi che, con la sua Aston Martin Vantage, proverà fino alla fine a conquistare un podio a Le Mans.

Domenica 15 giugno 2025, classifica parziale alle ore 14 (top-10)

1 – Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) – AF Corse – 355 giri
2 – Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) – Penske – 17"582
3 – Fuoco-Nielsen-Molina (Ferrari 499P) – Ferrari – 38"160
4 – Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) – Ferrari – 41"596
5 – Stevens-Nato-Lynn (Cadillac V-Series.R) – Jota – 2'08"659
6 – Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 2'10"699
7 – Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) – Penske – 3'14"181
8 – Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) – Jota – 1 giro
9 – Nasr-Tandy-Wehrlein (Porsche 963) – Penske – 1 giro
10 – DeBoer-Hasse Clot-Barrichello (Aston Martin Vantage) – R.S.Leman – 2 giri

15 Giu [12:16]

Le Mans – Ore 12
Ye comanda, brivido per Pier Guidi

Da Le Mans - Michele Montesano

La 93ª edizione della 24 Ore di Le Mans è sempre più una questione Ferrari. Bisognerà solamente capire quale sarà la prima delle tre 499P a tagliare il traguardo. Quando mancano quattro ore alla bandiera a scacchi, a dettare il passo è Yifei Ye sulla Hypercar privata di AF Corse. Il cinese dovrà prestare particolare attenzione a Nicklas Nielsen, secondo a 33 secondi, e a James Calado leggermente più attardato per via di una disavventura occorsa al suo compagno di equipaggio Alessandro Pier Guidi.

Allo scoccare delle 11 si è infatti materializzato il primo colpo di scena che potrebbe rivelarsi decisivo per l’esito finale della 24 Ore di Le Mans. Finn Gehrsitz ha commesso un errore all’uscita delle curve Porsche piegando la sospensione posteriore sinistra della sua Lexus. Se il pilota è riuscito a riportare la vettura, seppur malconcia, ai box per poi ritirarsi, per via dei detriti in pista è stata esposta la Full Course Yellow.

Proprio in questo preciso istante Pier Guidi, saldamente al comando della gara, è stato costretto a rientrare ai box per effettuare l’emergency stop. Ciò ha comportato un secondo passaggio in pit-lane non appena è ripresa la gara. Ma nel rientrare nuovamente ai box, Pier Guidi è arrivato troppo veloce finendo nelle vie dì fuga. Pur perdendo circa un minuto, fortunatamente il piemontese è riuscito a ripartire scivolando al terzo posto.

A ereditare il comando è stato quindi Robert Kubica che poi ha ceduto il volante della sua 499P a Ye. Secondo posto per la prima delle Ferrari ufficiali quella di Nielsen, subentrato da poco a un sempre regolare Miguel Molina. Perso terreno, un indemoniato Pier Guidi ha cercato di recuperare i secondi persi prima di cedere il testimone a Calado.

Laurens Vanthoor, quarto, si trova a 57 secondi dalla vetta. Al contempo, il pilota Porsche può vantare un buon margine sull’unica Toyota portata in pista da Nyck De Vries. Infatti una ruota mal fissata è costata carissimo a Ryo Hirakawa. Il nipponico, appena uscito dai box, ha perso il dado dell’anteriore destra andando nelle vie di fuga. Pur riuscendo a proseguire, Hirakawa è stato costretto a effettuare un intero giro su tre ruote prima di rientrare ai box.

Settimo posto per l’alfiere Porsche Mathieu Jaminet che tiene alle sue spalle le due BMW M Hybrid V8 di Dries Vanthoor e Sheldon van der Linde. A completare la top-10 la prima delle Cadillac con Jenson Button al volante.

Cambiano i piloti ma non il risultato finale. A dettare legge in LMP2 è sempre il team Inter Europol Competition. In questo momento a guidare l’Oreca 07 del team polacco è Nick Yelloly. L’inglese può vantare un margine di circa 15 secondi sull’alfiere del VDS Panis Racing Esteban Masson. Terzo, ma nettamente più staccato, Job van Uitert al volante della Oreca griffata Idec Sport. Nessuno scossone neppure in ProAm con Louis Deletraz, quinto tra le LMP2, che comanda i giochi con la Oreca di AO by TF.

Situazione statica anche in LMGT3. La Porsche del Manthey si candida a ripetere il successo dello scorso anno. Dopo il successo ottenuto nella 6 Ore di Imola, Riccardo Pera si è reso protagonista di una prestazione estremamente solida, tanto da non sfigurare al fianco del più esperto Richard Lietz. Inoltre ci sono concrete possibilità di vedere un podio con tanto tricolore. Infatti al secondo posto troviamo la Ferrari 296 GT3 di Alessio Rovera. Terzo posto per la Corvette di Rui Andrade che però dovrà prestare attenzione all’Aston Martin Vantage di Zacharie Robichon.

Domenica 15 giugno 2025, classifica parziale alle ore 12 (top-10)

1 – Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) – AF Corse – 320 giri
2 – Fuoco-Nielsen-Molina (Ferrari 499P) – Ferrari – 33"938
3 – Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) – Ferrari – 46"537
4 – Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) – Penske – 56"938
5 – Stevens-Nato-Lynn (Cadillac V-Series.R) – Jota – 2'19"109
6 – Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 2'47"026
7 – Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) – Penske – 2'50"158
8 – D.Vanthoor-Marciello-Magnussen-Eng (BMW M Hybrid V8) – WRT – 1 giro
9 – Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) – WRT – 1 giro
10 – Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) – Jota – 1 giro

15 Giu [10:25]

Le Mans – Ore 10
Giovinazzi nel tris Ferrari

Da Le Mans - Michele Montesano

Dopo 18 ore di gara a dividere Antonio Giovinazzi e Robert Kubica ci sono meno di sette secondi. Ferrari è tornata a dettare il passo nella 24 Ore di Le Mans monopolizzando le posizioni di vertice. Infatti, oltre alla 499P ufficiale di Giovinazzi e alla vettura di AF Corse, al terzo posto troviamo stabilmente Antonio Fuoco. A sei ore dalla bandiera a scacchi la lotta sembra tutta interna agli uomini del Cavallino Rampante.

Con lo scaldarsi delle temperature, Kubica è tornato a macinare giri veloci tanto da farsi minaccioso alle spalle di Giovinazzi. Tuttavia al polacco è stato chiesto di mantenere la posizione per evitare, almeno per ora, possibili lotte fratricide. Ricordiamo che, proprio allo scoccare delle otto, la Slow Zone causata da Frederik Vesti non ha giocato a favore delle Ferrari. Infatti sia James Calado che Phil Hanson sono stati puniti con un drive Through per non aver rispettato le bandiere gialle.

Porsche, con Matt Campbell, si conferma la prima degli inseguitori. La 963 LMDh ora è rientrata in sequenza nei pit-stop con un solo giro di scarto nei confronti delle Ferrari. A seguire la Toyota di Brendon Hartley che, a meno di colpi di scena, non è in grado di impensierire le posizioni di vertice. Infatti la migliore delle vetture nipponiche paga oltre un minuto e mezzo dal vertice. Ancora più staccate sia la BMW di Dries Vanthoor, sesta, che la Cadillac di Alex Lynn.

Gara estremamente complessa per Alpine. Se Paul-Loup Chatin nella notte aveva centrato la Peugeot dell’incolpevole Loïc Duval, questa mattina Joules Gounon è finito nella ghiaia di Mulsanne causando una Full Course Yellow. Ugualmente, anche l’altra Casa francese Peugeot non sorride ritrovandosi nelle retrovie.

In LMP2 il team Inter Europol Competition prosegue imperterrito a dettare il ritmo. Il merito è sicuramente da ascrivere a un velocissimo Tom Dillmann, costantemente il più veloce in pista nella classe cadetta dell’Endurance. Subito alle spalle del francese troviamo Oliver Gray, al volante della Oreca del VDS Panis Racing. Terzo di classe, Dane Cameron mantiene saldamente il comando della ProAm. Aperta la lotta per il quarto posto tra Reshad de Gerus, su Iron Lynx Proton, e l’alfiere dell’Idec Sport Sebastian Alvarez.

Preso il comando delle operazioni, la Porsche del Manthey sta provando a prendere il largo in LMGT3. Richard Lietz sta facendo valere tutta la sua esperienza sul Circuit de la Sarthe tanto da aver costruito un margine di oltre un minuto sulla Ferrari 296 GT3 di Simon Mann, primo degli inseguitori. Se al terzo posto si conferma Charlie Eastwood, su Corvette, a entusiasmare è il recupero di Mattia Drudi. Autore della pole di classe, il riminese ha portato la Aston Martin Vantage GT3 al quarto posto scalzando le due Lexus RC F GT3

Domenica 15 giugno 2025, classifica parziale alle ore 10 (top-10)

1 – Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) – Ferrari – 288 giri
2 – Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) – AF Corse – 6"640
3 – Fuoco-Nielsen-Molina (Ferrari 499P) – Ferrari – 38"467
4 – Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) – Penske – 54"015
5 – Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 1'39"890
6 – D.Vanthoor-Marciello-Magnussen-Eng (BMW M Hybrid V8) – WRT – 1'50"153
7 – Stevens-Nato-Lynn (Cadillac V-Series.R) – Jota – 2'17"407
8 – Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 2'53"959
9 – Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) – Penske – 3'01"260
10 – Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) – WRT – 1 giro

15 Giu [8:17]

Le Mans – Ore 8
Calado supera Hanson e torna in vetta

Da Le Mans - Michele Montesano

Il sole è già alto su Le Mans, ma le temperature sono ancora piuttosto basse. Queste sono senza dubbio le ore più complesse dell’intera gara con l’asfalto freddo e la luce a ostruire la visuale dei piloti. Solitamente, al pari della notte, è proprio in questi momenti che si può fare la differenza. Non è più il momento di nascondersi e in Ferrari hanno deciso di attaccare. Anche se, a dire il vero, gli uomini del Cavallino Rampante finora non si sono mai risparmiati.

James Calado, dopo essersi ripreso il comando della gara al termine di una neutralizzazione, è tornato a dettare il ritmo seguito dalla 499P di Phil Hanson. Dopo una lunga Slow Zone, richiamata dal direttore di gara quando André Lotterer ha perso la ruota posteriore destra ed è stato costretto a fermarsi alla fine del rettifilo di Mulsanne, l’ufficiale Ferrari ha subito infilato Hanson per salire al primo posto. I due stanno procedendo in tandem separati da meno di due secondi in vista del possibile cambio pilota.

Proprio il valzer delle soste ha rimescolato la classifica allo scoccare della sedicesima ora di gara. Così al terzo posto troviamo la Cadillac di Will Stevens, seguita dalla Porsche 963 LMDh di Laurens Vanthoor. La Hypercar del Penske sta, però, viaggiando fuori sequenza. Infatti Matt Campbell durante la Slow Zone ha preferito restare in pista e non effettuare la sosta.

Quinta posizione per Antonio Fuoco, appena rientrato in pista dopo aver rilevato il volante della Ferrari 499P da Nicklas Nielsen. Il danese, prima della sosta, occupava stabilmente la quarta piazza. Pit-stop effettuato anche dalla Toyota di Brendon Hartley, sesto davanti la Porsche di Michael Christensen. A seguire le BMW M Hybrid V8 LMDh di Kevin Magnussen e Sheldon van der Linde. Un calo di potenza alla Cadillac di Frederik Vesti, ha costretto all’esposizione di una nuova Slow Zone.

In LMP2 prosegue il duello tra Inter Europol Competition e il VDS Panis Racing. Per ora ad avere la meglio è il team vincitore della passata edizione che vede in azione il velocissimo Tom Dillmann. Il francese, però, deve fare i conti con un agguerrito Franck Perera, estremamente minaccioso alle sue spalle. Dopo il ritiro di Lotterer, l’unica Idec Sport superstite è quella di Paul Lafargue che occupa il terzo posto. Il team AO by TF si conferma al vertice della classe ProAm.

L’esperienza di Richard Lietz si sta rivelando determinante in LMGT3. Il tedesco della Porsche sta gestendo le operazioni davanti la Ferrari 296 GT3 di François Heriau. Terzo posto di classe per Tom van Rompuy al volante della Corvette Z06 GT3.

La lotta serrata ha visto Clemens Schmidt urtare la Porsche di Rahel Frey spedendola nella ghiaia della seconda chicane dell’Hunaudieres. Immancabile l’esposizione della Full Course Yellow con il pilota della Lexus che è stato penalizzato con un drive through. Riportata in pista dai commissari, la Iron Dames è poi tornata ai box per sospetti problemi al cambio.

Domenica 15 giugno 2025, classifica parziale alle ore 8 (top-10)

1 – Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) – Ferrari – 256 giri
2 – Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) – AF Corse – 1"904
3 – Stevens-Nato-Lynn (Cadillac V-Series.R) – Jota – 1'40"507
4 – Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) – Penske – 1'48"883
5 – Fuoco-Nielsen-Molina (Ferrari 499P) – Ferrari – 2'11"536
6 – Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 2'22"756
7 – Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) – Penske – 2'51"149
8 – D.Vanthoor-Marciello-Magnussen-Eng (BMW M Hybrid V8) – WRT – 1 giro
9 – Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) – WRT – 1 giro
10 – Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) – Jota – 1 giro

15 Giu [6:53]

Le Mans – Ore 6
Ferrari braccata da Porsche

Da Le Mans - Michele Montesano

Alle prime luci dell’alba sul Circuit de La Sarthe, quando l’orologio segna le sei del mattino e le 24 Ore di Le Mans è entrata nella fase più intensa, è la Ferrari 499P di Phil Hanson la vettura in testa alla gara. L’inglese ha, però, appena due secondi di vantaggio sulla Porsche 963 LMDh, affidata in questo momento a Matt Campbell. Poco più indietro, a dodici secondi dalla vetta, c’è la 499P guidata da James Calado. A seguire Buemi, sulla Toyota GR010 Hybrid, incalzato da Nicklas Nielsen.

Le Cadillac, protagoniste in qualifica, hanno faticato a tenere il passo delle migliori. Al momento, la V-Series.R meglio piazzata occupa la sesta posizione a oltre 40 secondi dalla vetta, mentre la BMW più veloce è quella di Kevin Magnussen in settima piazza. Resta nel giro del leader anche l’Alpine A424 affidata a Mick Schumacher, che occupa il tredicesimo posto. Le due Aston Martin Valkyrie AMR-LMH sono ancora in corsa, la numero 009 è sedicesima davanti alla gemella numero 007.

L’unico ritiro nella classe regina al momento riguarda la Cadillac del Wayne Taylor Racing. La V-Series.R è stata costretta allo stop dopo essersi fermata lungo il rettilineo dell’Hunaudières con Filipe Albuquerque per un problema al motore. Da sottolineare la gara estremamente regolare con solamente una safety-car dovuta all’uscita di pista, dopo le tre di questa notte, dell’Oreca 07 di Nielsen Racing condotta da Cem Bolukbasi.

In classe LMP2, il comando rimane saldo nelle mani del team VDS Panis Racing con Julien Masson. Alle sue spalle resistono l’Inter Europol Competition, con Nick Yelloly al volante, e l’IDEC Sport con Job van Uitert. Più distaccata Iron Lynx Proton con Christian Ried. Da segnalare un inconveniente per la seconda Oreca del team IDEC Sport, con la vettura che ha perso una ruota poco dopo un pit-stop, causando una neutralizzazione della corsa poco prima delle sei.

Nella LMGT3 è ancora Ferrari a dettare il passo. La 296 GT3 di Alessio Rovera si trova al comando con un vantaggio di due secondi sulla Porsche 911 GT3 R del team Manthey guidata da Richard Lietz. Terza la Corvette Z06 GT3.R numero 81, seguita dalla Lexus RC F GT3 numero 78 del team Akkodis ASP e dalla Porsche 911 GT3 delle Iron Dames. 24 Ore di Le Mans amara per Valentino Rossi. La sua BMW M4 GT3 è stata costretta al ritiro per problemi elettrici dopo che Kelvin van der Linde, nell’arco della notte, è finito nella ghiaia.

Domenica 15 giugno 2025, classifica parziale alle ore 6 (top-10)

1 – Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) – AF Corse – 159 giri
2 – Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) – Penske – 2"176
3 – Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) – Ferrari – 12"610
4 – Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 40"896
5 – Fuoco-Nielsen-Molina (Ferrari 499P) – Ferrari – 49"638
6 – Stevens-Nato-Lynn (Cadillac V-Series.R) – Jota – 1'32"028
7 – D.Vanthoor-Marciello-Magnussen-Eng (BMW M Hybrid V8) – WRT – 1'34"235
8 – Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) – Toyota – 2'07"139
9 – Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) – Jota – 2'09"363
10 – Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) – WRT – 2'11"253

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