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7 Ott [15:48]

Porsche abbandona il WEC, le
963 LMDh correranno solo in IMSA

Michele Montesano

Con un breve comunicato, Porsche ha annunciato uno scenario già paventato nelle scorse settimane. La Casa di Zuffenhausen, al termine della stagione in corso, chiuderà il programma Hypercar nel FIA WEC. Le voci circolavano già al termine di questa estate nel paddock del Mondiale Endurance, ma la ritrovata competitività delle 963 LMDh aveva fatto sperare in un ripensamento da parte di Porsche.

Nulla di fatto. Stando a quanto riportato dalla nota ufficiale, il “riallineamento globale” di Porsche AG non prevede più uno spazio per il WEC. Il costruttore tedesco si concentrerà quindi in maniera ufficiale solamente in IMSA SportsCar Championship, con le 963 LMDh, e in Formula E, con le monoposto 99X Electric. Confermato anche l’impegno in GT3 con la 911 Evo, ma in questo caso Porsche si limiterà solamente a seguire i clienti sportivi.

A minare i programmi sportivi della Casa teutonica, è l’attuale situazione in cui riversa il reparto automotive. Le vendite di Porsche nell’ultimo anno sono drasticamente crollate, in particolare sui modelli elettrici si è registrato un calo di circa il 49%. Un ulteriore aggravio della situazione è legato anche ai dazi imposti dagli Stati Uniti sulle auto europee.

Anche alla luce di tale situazione, lo scorso luglio l’Amministratore Delegato di Porsche Oliver Blume ha annunciato un piano per ridurre la forza lavoro del 10% entro il 2029. Come spesso accade nell’industria dell’automotive, per risollevare situazioni come queste si cerca di ridurre le spese superflue, tagliando i rami come il motorsport. Il campionato più dispendioso, in termini finanziari, è proprio il Mondiale Endurance. La decisione è quindi stata più semplice del previsto, anche al netto dei magri risultati ottenuti in questa stagione.

Cosa ne sarà di Porsche nel WEC? È troppo presto per dirlo, ma le 963 LMDh sono tra le poche Hypercar in griglia già affidate a team clienti. Se quest’anno è rimasto il solo Proton Competition a schierare una vettura tedesca, nella passata stagione il Team Jota ne ha portate in pista ben due. Ma per far sì che Porsche sia ancora al via del prossimo campionato, stando all’attuale regolamento del WEC, bisognerà che una squadra schieri due 963 LMDh. Ipotesi tutt’altro che scontata anche per Proton che partecipa sia al Mondiale Endurance che in IMSA.

Un altro nodo da sciogliere è la partecipazione di Porsche alla prossima 24 Ore di Le Mans. Visto che non prenderà più parte al WEC, il costruttore tedesco non avrà l’accesso automatico alla maratona del Circuit de La Sarthe. Dovrà quindi conquistarsi l’invito sul campo vincendo il campionato IMSA. Obiettivo decisamente alla portata del marchio tedesco visto che, quando manca solamente la Petit Le Mans al termine della stagione, è nettamente al comando sia della classifica piloti che costruttori.

4 Ott [8:02]

Gray e Fleming selezionati
per i Rookie Test in Bahrain

Michele Montesano

Al termine dell’ultimo appuntamento stagionale del FIA WEC, la 8 Ore del Bahrain, i team resteranno sul circuito di Sakhir per effettuare i Rookie Test. Le prove collettive, che andranno in scena domenica 9 novembre, saranno l’occasione per consentire ai team di schierare i giovani piloti al volante delle rispettive auto. Tra questi ci saranno coloro che sono stati selezionati da ACO e FIA per i meriti sportivi ottenuti durante questa stagione. I primi a figurare nell’elenco sono gli inglesi Oliver Gray e Thomas Fleming.

Ex membro della Williams Driver Academy, Gray è attualmente in testa alla classifica assoluta della European Le Mans Series. Il britannico, classe 2004, ha conquistato due gare di campionato con la Oreca 07 del VDS Panis Racing assieme a Charles Milesi ed Esteban Masson. Il terzetto, inoltre, ha sfiorato la vittoria di classe nella scorsa 24 Ore di Le Mans, prima di essere costretto al ritiro per il cedimento della sospensione a 20 minuti dalla fine.

In occasione dei Rookie Test in Bahrain, Gray guiderà la Hypercar che avrà appena conquistato il titolo costruttori nel Mondiale Endurance. Verosimilmente il britannico sarà quindi al volante o della Ferrari 499P LMH o della Porsche 963 LMDh. Ma non è da escludere anche Cadillac, visto che è ancora matematicamente in lizza per la conquista dell’iride.

Campione del Ferrari Challenge alle Finali Mondiali del Mugello 2023, Fleming è tra i protagonisti del GT World Challenge al volante della McLaren 720S GT3 del Garage 59. Il britannico, classe 2002, parallelamente sta disputando anche la stagione della ELMS dividendo la Ferrari 296 GT3 del GR Racing con Riccardo Pera e Michael Wainwright.

Così come per il suo connazionale in Hypercar, anche Fleming scoprirà solamente il giorno prima quale vettura dovrà guidare in occasione dei Rookie Test. Infatti la lotta al titolo in LMGT3 è racchiusa tra la Porsche 911 GT3 del Manthey, la Ferrari 296 GT3 di AF Corse e la Corvette Z06 GT3 del TF Sport.

1 Ott [12:02]

Toyota aggiorna la GR010 Hybrid
Test a Le Castellet, debutto nel 2026

Michele Montesano

Dopo anni di dominio, passando dall’era LMP1 fino alla classe Hypercar, nella stagione attuale del FIA WEC Toyota non è riuscita a conquistare neppure una vittoria. Complice la vettura più “anziana” presente in griglia, ricordiamo che la GR010 Hybrid ha debuttato nel 2021 con l’introduzione del nuovo regolamento tecnico, la squadra nipponica quest’anno è apparsa in netto affanno. Lungi dal gettare la spugna, in Toyota sono pronti a rilanciare la sfida puntando al 2026 quando farà l’esordio la versione Evo della LMH giapponese.

Le indiscrezioni, che erano emerse già nel paddock della recente 6 Ore del Fuji, oggi hanno trovato le prime certezze. Oltre a confermare la notizia, in Toyota hanno svelato anche le loro carte. Seppur le prime immagini della nuova GR010 Hybrid LMH siano in chiaroscuro, si possono già intravedere le linee della Hypercar nipponica che presenta sostanziali modifiche, rispetto a quella attuale, nella sua veste aerodinamica.

Il frontale appare radicalmente rivisto, con un nuovo disegno dei gruppi ottici e passaruota ridisegnati che danno un’impronta stilistica più vicina al family feeling dei modelli stradali della Casa, come la nuova Prius e il futuro RAV4. La firma luminosa ricorda inoltre le soluzioni già viste sul prototipo GR LH2 a idrogeno, quasi a sottolineare un filo diretto tra sperimentazione tecnologica e competizioni.



Anche al posteriore i cambiamenti sono evidenti, a partire dall’ala, ora più concava nella parte centrale e raccordata a una pinna dotata di un nuovo disegno. Ugualmente anche il cofano motore è stato completamente ridisegnato, al fine di ottimizzare e incanalare i flussi aerodinamici diretti verso il retrotreno della vettura.

Gli ingegneri hanno ulteriormente alleggerito la vettura che, lavorando in sinergia con il nuovo pacchetto aerodinamico, modificherà il bilanciamento della Hypercar. Si è cercato di renderla più semplice da gestire senza intaccare l’efficienza nel gestire l’usura degli pneumatici. Infatti, al netto del BoP (Balance of Performance), nella recente 24 Ore di Le Mans la Toyota aveva mostrato una velocità di punta nettamente inferiore rispetto alle vetture rivali.



La nuova Hypercar verrà omologata nella galleria del vento Winshear in North Carolina, a seguito dell’indisponibilità della struttura Sauber in ristrutturazione, e sfrutterà almeno un “Evo joker”. A confermarlo è stato il vice-presidente di TGR-Europe Kazuki Nakajima. Il quale ha aggiunto che verranno introdotte nuove soluzioni sua sul fronte powertrain che nel sistema elettronico, in modo da ottimizzare l’utilizzo delle vettura.

Dopo il lavoro svolto sia al computer, tramite l’utilizzo di software CFD, e in galleria del vento, l’evoluzione della Toyota GR010 Hybrid farà il suo debutto in una sessione di test al Paul Ricard. Le prove, previste sul circuito di Le Castellet i prossimi 8 e 9 ottobre, saranno il primo passo che porterà la squadra a omologare la Hypercar in vista della stagione 2026 del Mondiale Endurance.

28 Set [11:31]

Fuji – Gara: trionfo storico
di Alpine nella 100ª gara del WEC

Michele Montesano - DPPI Images

La corsa che non ti aspetti. Al termine della 6 Ore del Fuji, 100ª gara della storia del FIA WEC, a risuonare sul podio è stata la Marsigliese. A cantare l’Inno francese tutta la squadra Alpine che ha acclamato la vittoria del terzetto Charles Milesi, Paul-Loup Chatin e Ferdinand Habsburg. Proprio sul circuito giapponese, esattamente un anno fa, il costruttore francese aveva centrato il suo primo podio con la A424 LMDh nel Mondiale Endurance.

Oggi, a distanza di 12 mesi, Alpine è riuscita a conquistare un meritato successo chiudendo davanti ai connazionali di Peugeot. Jean-Eric Vergne, Mikkel Jensen e Paul Di Resta, hanno tagliato il traguardo al secondo posto precedendo, di appena cinque decimi, la Porsche 963 LMDh di Laurens Vanthoor e Kevin Estre. La gara, difficile per Ferrari, mantiene aperta la lotta al titolo, che si deciderà nell’ultimo appuntamento stagionale della 8 Ore del Bahrain.

Tre gli interventi della safety-car, cinque le Full Course Yellow, diversi incidenti e numerose penalità, di certo non ci si è annoiati nel corso della 6 Ore del Fuji. La 100ª gara della storia del WEC ha offerto una trama ricca di colpi di scena, incluso il finale a sorpresa con un podio che, allo spegnimento dei semafori, era tutt’altro che prevedibile. Infatti, nella prima frazione di gara le Cadillac hanno comodamente dominato la scena. Will Stevens, scattato dalla pole, ha gestito le operazioni seguito da Sebastien Bourdais. Proprio il francese si è reso protagonista di un testacoda, fortunatamente innocuo, nel giro di formazione.



Ad animare la corsa, le lotte di centro gruppo, come il lieve contatto tra Habsburg e Sebastien Buemi. Ad avere la peggio è stato proprio lo svizzero, che ha forato la posteriore sinistra della sua Toyota, mentre all’alfiere della Alpine è stato comminata una sanzione di cinque secondi. I detriti dissimenati in pista, hanno spinto la direzione gara a esporre dapprima la Virtual Safety Car e poi, come da regolamento, chiamare l’ingresso della vettura di sicurezza.

Nonostante le concitate fasi, Cadillac ha mantenuto il comando con Stevens. Al contrario, Bourdais si è fatto beffare da Di Resta, salito in terza posizione grazie all’ottima strategia del muretto box Peugeot. La gara è quindi proseguita lineare fino allo scoccare della seconda ora, iniziata letteralmente con il botto. Raffaele Marciello, appena subentrato a Kevin Magnussen, nell’evitare la Porsche 963 LMDh di Nico Pino, che ha inspiegabilmente rallentato in piena accelerazione, ha perso il controllo della sua BMW andando a sbattere violentemente contro le barriere all’uscita della curva 8.

Nulla da fare per Marciello, costretto alla resa con l’avantreno della sua M Hybrid V8 LMDh pesantemente danneggiato. La Virtual Safety Car, prima, e la safety-car dopo, hanno visto i team affrettarsi ad effettuare le soste ai box cambiando, nuovamente, la classifica. Dopo quasi mezz’ora di neutralizzazione, la corsa è ripresa con Nico Varrone, subentrato proprio a Pino, al comando delle operazioni seguito dalla Peugeot di Vergne, e dalla Toyota di Nick De Vries. A uscirne penalizzate sono state entrambe le Cadillac scivolate fuori dalla zona podio.



Fiutato il colpaccio, Vergne ha iniziato il pressing nei confronti di Varrone. I due hanno dato vita a un intenso duello fin quando il francese della Peugeot è riuscito ad avere la meglio e conquistare la leadership. Ma, ancora una volta, la safety-car ha rivoluzionato la classifica. Protagonista Tom Gamble che, uscito dai box, è stato tradito dalle gomme fredde perdendo il controllo della sua Aston Martin Valkyrie. Andato in testacoda, il britannico ha poi centrato l’incolpevole Vantage GT3 di Zach Robichon. Gamble non ha potuto far altro che parcheggiare la sua Valkyrie a bordo pista.

Ad approfittare di questo incidente sono state sia la Peugeot che la Alpine, le ultime a rientrare ai box prima della neutralizzazione. Ciò ha permesso, alla ripartenza, di trovare Jensen al comando seguito da Milesi. Il muretto Alpine è così riuscito a scalare la classifica, nonostante un’ulteriore penalità di cinque secondi per un’infrazione commessa ai box. A mettersi nella scia delle due vetture francesi, è poi stata la Porsche di Estre, dando vita ad una sfida a tre per la vittoria della 6 Ore del Fuji.

Nel corso dell’ultimo pit-stop, Alpine ha tirato fuori un altro asso dalla manica optando per una strategia tanto rischiosa quanto potenzialmente decisiva. A differenza dei rivali, sulla A424 LMDh sono stati sostituiti solamente due pneumatici risparmiando secondi preziosi. Milesi è quindi uscito dai box al primo posto davanti alla Peugeot di Jensen, mentre la Porsche è stata costretta a una sosta più lunga dovendo scontare una penalità di cinque secondi per aver commesso un’infrazione nel pit-stop precedente.



Milesi ha quindi dovuto dar fondo a tutta la sua sensibilità nel gestire le gomme fin sotto la bandiera a scacchi. Missione riuscita anche grazie al duello che ha visto Jensen e Vanthoor lottare per il secondo gradino del podio. A spuntarla è stata la Peugeot, che ha preceduto le due Porsche Penske di Estre-Vanthoor e di Mathieu Jaminet e Julien Andlauer, quarti al traguardo. A completare la top-5 la 9X8 LMH di Malthe Jakobsen, Loïc Duval e Stoffel Vandoorne, quest’ultimo al suo commiato con Peugeot.

L’unica Aston Martin Valkyrie superstite, guidata da Marco Sørensen e Alex Riberas, si è classificata sesta. Dopo l’ottimo avvio, a rallentare la gara è stato un drive through per aver infranto le procedure in Full Course Yellow. Ciò non toglie l’ottima prestazione della vettura inglese, al suo miglior risultato nel WEC dal debutto a oggi. Solamente settima la Cadillac scattata dalla pole di Stevens, Norman Nato e Alex Lynn. Ottavia piazza per la Toyota, con il terzetto composto da Nyck De Vries, Mike Conway e Kamui Kobayashi, mentre la BMW superstite ha chiuso nona.



Capitolo a parte per la Ferrari. Nel box del Cavallino Rampante sapevano già che ci sarebbe stato da soffrire, in quanto la 499P mal si adattava al terzo settore del Fuji, il più lento e guidato. Inoltre il BoP ha penalizzato le Ferrari anche sul lungo rettilineo. Ciò nonostante la prima frazione di gara è stata tutto sommato buona, con entrambi gli equipaggi che hanno militato a ridosso della top-5. Al contrario la seconda metà della corsa ha visto le 499P man mano sprofondare.

Dopo aver guadagnato addirittura la zona podio, il terzetto Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen nelle ultime due ore è scivolato indietro chiudendo undicesimo. Peggio ancora per Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado, solamente quindicesimi dopo aver ricevuto due drive through per aver ‘collezionato’ troppi track limits. Così la miglior Ferrari è stata quella griffata AF Corse di Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson, decima al traguardo nonostante uno squarcio sulla fiancata rimediato già nei primi chilometri della 6 Ore del Fuji.



Nella LMGT3 anche in Giappone si è ripetuto il copione già visto ad Austin. A tagliare per primo il traguardo è stata la Ferrari di Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau. Tuttavia il terzetto di AF Corse è stato penalizzato di cinque secondi a fine gara, per un’infrazione commessa al pit-stop, cedendo la vittoria della 6 Ore del Fuji a Charlie Eastwood, Rui Andrade e Tom van Rompuy. Merito all’equipaggio della Corvette del TF Sport che si è reso protagonista di una bella rimonta in una gara che ha visto numerosi cambi al vertice e duelli serrati.

Prestazione da incorniciare anche per le BMW del team WRT. Augusto Farfus, Yasser Shahin e Timur Boguslavskiy hanno completato il podio precedendo la M4 GT3 di Valentino Rossi, Ahmad Al Harty e Kelvin van der Linde. Quest’ultimo aveva anche accarezzato l’idea di poter vincere, prima di dover effettuare uno splash proprio sul finale. Top-5 per la Porsche 911 GT3 dei leader di classe Riccardo Pera, Richard Lietz e Ryan Hardwick.



Sesta piazza per la Ferrari 296 GT3 di Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr. A seguire l’Aston Martin Vantage GT3 divisa da Mattia Drudi, Ian James e Robichon, con quest’ultimo uscito miracolosamente indenne dal contatto con la Valkyrie di Gamble. Alle spalle della Aston Martin ha chiuso la Corvette di Daniel Juncadella, Jonny Edgar e Ben Keating, con l’americano protagonista di un ottimo primo stint.

A completare la top-10 la Mercedes Iron Lynx di Maxime Martin, Martin Barry e Lin Hodenius e la Lexus di Ben Barnicoat, Arnold Robin e Finn Gehrsitz. Dopo aver illuso nella prima frazione di gara, le McLaren 720S GT3 dello United Autosports sono sprofondare fuori dalla zona punti. Male anche le Ford Mustang GT3 del Proton Competition con Dennis Olsen, in equipaggio con Stefano Gattuso e Giammarco Levorato, costretto alla resa quando occupava il terzo posto.

Domenica 28 settembre 2025, gara

1 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 202 giri
2 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 7"682
3 - Estre-L.Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 8"167
4 - Andlauer-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 16"083
5 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 18"542
6 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 39"761
7 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 43"567
8 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 45"031
9 - Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 50"362
10 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 58"989
11 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'10"878
12 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'14"826
13 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1 giro
14 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 1 giro
15 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1 giro
16 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 2 giri
17 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 17 giri
18 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 17 giri
19 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 17 giri
20 - Rossi-Al Harthy-K.van Der Linde (BMW M4) - WRT - 17 giri
21 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 17 giri
22 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 17 giri
23 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 18 giri
24 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 18 giri
25 - Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 18 giri
26 - Robin-Gehrsitz-Barnicoat (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 18 giri
27 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 18 giri
28 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 18 giri
29 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 18 giri
30 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 18 giri
31 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 18 giri
32 - Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 19 giri
33 - McIntosh-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 19 giri

Giro più veloce: Alex Lynn 1'28"236

Ritirati
Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton
Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin
Marciello-Magnussen-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT

27 Set [9:15]

Fuji – Qualifica
Prima fila Cadillac con Lynn e Bamber

Michele Montesano - DPPI Images

La 100ª gara della storia del FIA WEC vedrà le Cadillac scattare dalla prima fila. Sul circuito del Fuji si è assistito a un déjà vu, visto che anche lo scorso anno a siglare il riferimento del tracciato giapponese era stato proprio Alex Lynn. Questa volta l’inglese, alla sua terza pole position stagionale nel Mondiale Endurance, ha preceduto il compagno di squadra Earl Bamber.

Come già visto altre volte quest’anno, Lynn è stato perfetto nel suo giro veloce. L’alfiere del team Jota ha fermato le lancette del cronometro in 1’28”236 firmando la sua terza Hyperpole, dopo quella ottenuta a Le Mans e a San Paolo, con la sua V-Series.R LMDh. Non solo, Lynn ha battuto sonoramente il suo compagno di squadra Bamber staccandolo addirittura di oltre quattro decimi.



A sorprendere è stata senza dubbio la competitività delle Aston Martin Valkyrie che, rivitalizzate da un BoP (Balance of Performance) estremamente favorevole, fin dalle prove libere hanno occupato i piani alti della classifica. Marco Sørensen è stato addirittura il più veloce al termine del primo segmento della qualifica, salvo poi accodarsi alle due Cadillac al termine della seconda sessione.

Ciò non toglie che l’Aston Martin sia riuscita a firmare la sua miglior qualifica stagionale al debutto nel WEC, grazie al terzo crono siglato proprio da Sørensen. Il danese, per soli tre centesimi, non è riuscito ad acciuffare la prima fila della 6 Ore del Fuji. Alle spalle della Valkyrie si è piazzato Mikkel Jensen al volante di una competitiva Peugeot 9X8 LMH. Mentre Sheldon van der Linde ha completato la top-5 con la sua BMW M Hybrid V8 LMDh.



E le Ferrari? In difficoltà, per via di un BoP non propriamente favorevole, le Hypercar di Maranello hanno faticato non poco sul circuito nipponico. Il miglior interprete della 499P è stato Antonio Giovinazzi che ha siglato il sesto crono. Il leader del campionato, assieme ad Alessandro Pier Guidi e James Calado, prenderà il via della 6 Ore del Fuji davanti alla Porsche 963 LMDh di Julien Andlauer e la Toyota GR010 Hybrid guidata dall’idolo di casa Ryo Hirakawa.

A completare la top-10 sono stati Charles Milesi, al volante della Alpine A424 LMDh, e Robert Kubica sulla Ferrari 499P del team AF Corse. In Aston Martin la gioia del terzo posto è stata controbilanciata dall’eliminazione di Harry Tincknell, fuori dalla seconda qualifica per soli 32 millesimi. Ugualmente anche Stoffel Vandoorne, alla sua ultima gara con Peugeot, non è riuscito ad accedere alla seconda fase per pochi centesimi.

Tredicesimo crono per Dries Vanthoor, per via di una piccola sbavatura commessa nel suo ultimo tentativo. Alle spalle della BMW scatterà l’altra Toyota, potata in pista da Nyck De Vries, e la Ferrari di Antonio Fuoco apparso in difficoltà, anche rispetto ai suoi compagni di marchio, sul giro veloce. Per colpa di un bloccaggio in staccata, Kevin Estre non è andato oltre il diciassettesimo tempo chiudendo alle spalle dell’ex compagno di squadra Frederic Makowiecki, ora al volante dell’Alpine A424.



Seconda Hyperpole stagionale per Eduardo Barrichello in LMGT3. Dopo quella ottenuta davanti al suo pubblico a San Paolo, il figlio d’arte ha concesso il bis sul circuito del Fuji. Al volante della Aston Martin Vantage GT3 del Racing Spirit of Leman, Barrichello ha fermato il cronometro in 1’39”981 sotto lo sguardo incredulo e colmo di gioia di papà Rubens. Unico a scendere sotto il muro del 1’40”, il brasiliano ha battuto di oltre tre decimi entrambe le McLaren 702S GT3 di Sean Gelael e Sebastien Baud.

Quarto crono per l’altra Aston Martin Vantage GT3, quella dell’Heart of Racing portata in pista da Zach Robichon. Al netto della zavorra caricata sulla sua Porsche 911 GT3, Riccardo Pera è riuscito a staccare il quinto tempo precedendo le due Corvette Z06 GT3 di Jonny Edgar e Rui Andrade. Nonostante un testacoda commesso nel primo segmento della qualifica da parte di Thomas Flohr, Francesco Castelalcci è riuscito a portare la Ferrari 296 GT3 all’ottavo posto.



A scattare dalla quinta fila di classe LMGT3 saranno la Ford Mustang GT3 di Giammarco Levorato e la Ferrari di Simon Mann. Eliminate nella prima qualifica entrambe le BMW M4 GT3. Ahmad Al Harthy, che corre al fianco di Valentino Rossi, non è riuscito a superare la tagliola per appena 81 millesimi. Ha fatto peggio Yasser Shahin, solamente quindicesimo.

Tra le due BMW troviamo Martin Barry, dodicesimo con la Mercedes del team Iron Lynx, e la Lexus RC F GT3 di Arnold Robin. Più attardata Celia Martin, la Iron Dames non è andata oltre il diciassettesimo crono di classe. Mentre l’altra Ford Mustang GT3 del Proton Racing non è riuscita a scendere in pista a causa di una perdita dell’olio accusata nel corso delle ultime prove libere.

Sabato 27 settembre 2025, qualifica

1 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'28"236
2 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'28"675
3 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'28"705
4 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'28"716
5 - Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'28"854
6 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'28"945
7 - Andlauer-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 1'29"031
8 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'29"071
9 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'29"080
10 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'29"245
11 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'29"424
12 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'29"426
13 - Marciello-Magnussen-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'29"478
14 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'29"495
15 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'29"506
16 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 1'29"832
17 - Estre-L.Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'29"920
18 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'30"085
19 - McIntosh-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 1'39"981
20 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 1'40"011
21 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 1'40"013
22 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 1'40"387
23 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 1'40"414
24 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 1'40"426
25 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 1'40"490
26 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 1'40"600
27 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 1'40"708
28 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 1'40"819
29 - Rossi-Al Harthy-K.van Der Linde (BMW M4) - WRT - 1'41"456
30 - Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 1'41"611
31 - Robin-Gehrsitz-Barnicoat (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'41"626
32 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 1'41"788
33 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'41"886
34 - Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 1'41"963
35 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 1'42"284
36 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - Senza tempo

26 Set [13:07]

Nessun team esterno, Ford gestirà in
prima persona il programma Hypercar

Michele Montesano

Forse è la scelta più rischiosa ma, senza ombra di dubbio, anche la più intrigante. Per il suo rientro nella categoria regina del FIA WEC, Ford gestirà in prima persona tutto il suo programma. Dalla progettazione, passando alla realizzazione, fino alla gestione in pista delle sue LMDh, tutto sarà seguito da Ford Racing.

Considerando che il debutto è fissato per la stagione 2027 del Mondiale Endurance, si tratta di un dispiegamento di forze non indifferente. Inoltre per la Casa dell’Ovale Blu è già iniziata una lotta contro il tempo perché, non solo deve realizzare la vettura, ma anche costruire da zero un’intera squadra.

Ad eccezione di Toyota e Peugeot, tutti i marchi automobilistici impegnati in Hypercar si appoggiano a team esterni per far correre le proprie auto. Dato ancora più strano, finora tutti i costruttori impegnati nel WEC con le LMDh hanno utilizzato squadre già esistenti a cui affidare le proprie vetture. Non per ultimo, il caso di Genesis che in vista del debutto nel 2026 si avvarrà del supporto di IDEC Sport.

Con tali presupposti, è strano apprendere che Ford abbia deciso di fare tutto internamente per il suo ritorno nella classe di vertice del Mondiale Endurance. Anche perché la Casa americana nelle sue ultime incursioni nel WEC, come la GT LMGTE e l’attuale Mustang GT3, si è sempre appoggiata alla Multimatic nella realizzazione delle vetture e a diversi team per la loro messa in pista.

La nuova divisione sportiva Ford Racing può vantare diverse sedi dislocate sia in America che in Europa. Allo stabilimento di Dearborn, nel Michigan, e di Charlotte, nella Carolina del Nord, l’Ovale Blu potrà fare affidamento anche sulla struttura di Red Bull Powertrains, dove stanno nascendo i propulsori per la prossima stagione di Formula 1, e alla nuova sede inglese che farà da base al programma Hypercar.

Ma, oltre alle strutture, servirà anche gente qualificata. A tal proposito Dan Sayers, nominato lo scorso giugno responsabile del programma LMDh del marchio americano, ha confermato che è in atto una larga campagna di reclutamento. Si attingerà innanzitutto alle figure già presenti all’interno di Ford per poi valutare l’arrivo di personale esterno.

Mark Rushbrook, Global Director di Ford Performance, ha ammesso che la scelta di accorpare tutto sotto l’ombrello di Ford Racing permetterà innanzitutto uno sviluppo più rapido della Hypercar americana e, ugualmente, anche una gestione più snella. Ricordiamo che la futura LMDh verrà realizzata sul telaio Oreca 07 LMP2. Inoltre, in Ford hanno fatto sapere che si avvarranno del supporto tecnico di Venture Engineering, azienda inglese che ha già collaborato con Haas F1, Multimatic e Aston Martin.

23 Set [10:38]

Ritocchi al BoP per il Fuji
Pesi invariati, più potenza ad Alpine

Michele Montesano - DPPI Images

In vista della 6 Ore del Fuji, penultimo appuntamento del Mondiale Endurance 2025, ACO e FIA hanno pubblicato i nuovi parametri del BoP (Balance of Performance) sia per le classi Hypercar che per le LMGT3. Rispetto a quanto visto ad Austin, non ci sono stati cambiamenti nei pesi delle vetture di vertice. I tecnici hanno comunque introdotto alcune correzioni legate a potenza ed energia, che potrebbero avere un impatto significativo sul rendimento delle Hypercar sulla pista giapponese.

La bilancia non mente, con 1069 kg complessivi Ferrari e Toyota saranno ancora le più pesanti della griglia del FIA WEC. Le 499P manterranno i 480 kW di potenza disponibili fino ai 250 km/h, con la possibilità di incrementarla del 5% oltre quella soglia, mentre l’energia per stint sale a 893 MJ. Al contrario le Toyota GR010 Hybrid avranno una potenza leggermente inferiore, pari a 483 kW, ma potranno contare su un incremento del 7,7% sopra i 250 km/h, oltre a 905 MJ di energia per stint.



Restando in ambito LMH, Peugeot e Aston Martin saranno nuovamente le Hypercar più leggere. Entrambe prive di zavorra, avranno un peso di 1030 kg e una potenza di 520 kW, con la differenza che le 9X8 vedranno calare del 4,8% la potenza superati i 250 km/h, oltre a sfruttare 895 MJ di energia per stint. Invece le Valkyrie utilizzeranno appieno la potenza ad ogni velocità, oltre a disporre di 919 MJ di energia, il valore più alto della categoria.

Reduce dal successo di Austin, le Porsche 963 LMDh restano ferme a quota 1065 kg ma con un lieve aumento di potenza, portato ora a 490 kW, e con la conferma del guadagno del 2,9% sopra i 250 km/h. Anche l’energia disponibile per stint delle vetture tedesche cresce arrivando a 904 MJ. La Cadillac V-Series.R LMDh si presenterà in Giappone con 1059 kg e una potenza leggermente ridotta a 510 kW, destinata a salire di appena lo 0,2% oltre la soglia dei 250 km/h, mentre l’energia sarà di 903 MJ.



Le BMW M Hybrid V8 LMDh, con una massa fissata a 1056 kg, guadagneranno in potenza arrivando a 499 kW con un incremento dell’1,4% alle alte velocità. Le vetture bavaresi disporranno, inoltre, di 902 MJ per stint. Il maggior beneficio in termini di cavalli sarà però per Alpine, che con la A424 LMDh passerà a 512 kW. Di contro, il costruttore francese pagherà un calo del 3,9% oltre i 250 km/h, compensato solo in parte dai 893 MJ di energia per stint e dai 1052 kg di peso.



Lo scenario in LMGT3 appare ugualmente statico. Quasi metà delle vetture mantiene i pesi già visti ad Austin, ma tutte beneficeranno di un aumento dell’energia disponibile per stint, compreso tra +27 e +33 MJ. Anche al Fuji le Ferrari 296 GT3 rimangono le più pesanti della griglia con ben 1358 kg di peso. Le principali penalizzazioni riguardano le Ford Mustang GT3, che salgono a 1349 kg, e le BMW M4 GT3 che raggiungono i 1340 kg.

Innalzamento di peso anche per le Corvette Z06 GT3 che segnano 1338 kg sulla bilancia. In controtendenza le Aston Martin Vantage che scendono a quota 1339 kg, lo stesso valore registrato dalle McLaren 720S GT3. Le Lexus RC F GT3 restano stabili a 1354 kg, mentre Mercedes e Porsche confermano di essere le più leggere del lotto. Nello specifico la AMG GT3 peserà 1333 kg e le 911 GT3 si fermeremmo a quota 1332 kg.



A complicare ulteriormente le cose ci sarà il Success Handicap, che coinvolgerà ben 9 delle 18 vetture iscritte alla 6 Ore del Fuji sulla base dei risultati ottenuti nelle ultime due gare e della classifica generale. Le penalizzazioni maggiori, pari a 18 kg, colpiranno la Lexus di Lopez-Umbrarescu-Schmid, la Porsche di Pera-Lietz-Hardwick e la McLaren di Gelael-Sato-Leung.

Saranno, invece, 12 i kg supplementari sulla Corvette di Andrade-Eastwood-Van Rompuy, sulla Ferrari di Rovera-Mann-Heriau e sulla BMW di Rossi-van der Linde-Al Harty. Appesantire di sei chili di zavorra l’Aston Martin del Racing Spirit of Léman di Barrichello-Hasse Clot-McIntosh, la Ferrari di Rigon-Castellacci-Flhor e la Corvette di Juncadella-Keating-Edgar.

18 Set [13:16]

Genesis annuncia Juncadella e Jaubert
Sulla GMR-001 già nei test a Portimão

Michele Montesano

Prosegue senza soste la marcia di Genesis verso il debutto nel FIA WEC 2026. Dopo essersi focalizzato sui
primi test della vettura, il marchio premium di Hyundai ha annunciato l’ingaggio di Daniel Juncadella e Mathys Jaubert quali ulteriori piloti che andranno ad affiancare i già noti André Lotterer e Pipo Derani. La nuova coppia, reduce dal trionfo della 4 Ore di Silverstone della European Le Mans Series, avrà l’onore di guidare la GMR-001 LMDh già in occasione dei prossimi test che si svolgeranno sul circuito portoghese di Portimão.

Il team IDEC Sport, che il prossimo anno schiererà due Hypercar Genesis nel WEC, quest’anno sta affrontando la ELMS in classe LMP2 per preparare al meglio il debutto nella serie mondiale. Tra le file della squadra francese ci sono sia Juncadella che Jaubert. Questi, assieme a Jamie Chadwick, si stanno giocando il titolo continentale dopo aver conquistato, al loro debutto, la vittoria di classe sul tracciato di Montmelò, ripetendosi nella successiva 4 Ore di Le Castellet, per poi tornare al successo nell’ultima gara di Silverstone.

Le prestazioni messe in campo dai due piloti non sono passate inosservate sia a Cyril Abiteboul, Team Principal di Genesis Magma Racing, che da Gabriele Tarquini. Proprio quest’ultimo, in qualità di Direttore Sportivo, ha molto apprezzato la capacità di adattamento in una nuova categoria sia dello spagnolo, attualmente impegnato anche nel WEC in LMGT3 con la Corvette Z06 del TF Sport, che del giovane francese che, dopo l’esordio nei kart, ha subito preferito cimentarsi con le vetture a ruote coperte anziché le formule.

Le due nuove reclute di Genesis avranno l’occasione di provare la GMR-001 LMDh già in occasione dei prossimi test che si svolgeranno questa settimana a Portimão. Infatti sul tracciato portoghese è prevista la prima simulazione di durata della Hypercar coreana, realizzata sul telaio Oreca 07 LMP2. L’obiettivo è cercare di girare senza interruzioni per 30 ore, al fine di provare affondo la robustezza e l’affidabilità del prototipo.

Con quattro sedili già confermati, ne restano ancora due da assegnare. Dopo l’uscita da Stellantis Motorsport, Stoffel Vandoorne è sicuramente tra i candidati in pole position per Genesis. Un altro nome che sta circolando negli ultimi giorni è quello di Paul-Loup Chatin. Il francese, attualmente pilota Alpine nel WEC, corre nella ELMS proprio con IDEC Sport. Anche se è stata confermata anche per l’anno prossimo in Genesis, l’ipotesi di vedere la Chadwick sulla LMDh coreana appare quindi più remota.

18 Set [9:24]

Porsche incerta sul futuro: a rischio
il prosieguo del programma 963 LMDh

Michele Montesano

Ci sono molte speculazioni in merito al futuro di Porsche nel FIA WEC. A dispetto dell’ultima vittoria della recente gara di Austin, la Casa di Stoccarda quest’anno non ha particolarmente brillato nel Mondiale Endurance. Eppure il tracollo è stato repentino se confrontato a meno di 12 mesi fa, quando Porsche ha dominato la scena conquistando il titolo piloti con il terzetto Laurens Vanthoor, Kevin Estre e André Lotterer. Cos’è cambiato in meno di un anno? Ma, soprattutto, tali risultati possono minare il prosieguo del progetto 963 LMDh nel WEC?

Porsche ha ribadito che al momento non è stata presa ancora una decisione in merito e che l’annuncio verrà fatto più in là. A gravare sul futuro del marchio tedesco nel Mondiale Endurance, è anche la difficile situazione in cui versa il reparto automotive. Le vendite di Porsche nell’ultimo anno sono drasticamente crollate, in particolare sui modelli elettrici si è registrato un calo di circa il 49%. Un ulteriore aggravio della situazione è legato anche ai dazi imposti dagli Stati Uniti sulle auto europee.

Anche alla luce di tale situazione, lo scorso luglio l’Amministratore Delegato di Porsche Oliver Blume ha annunciato un piano per ridurre la forza lavoro del 10% entro il 2029. Come spesso accade nell’industria dell’automotive, per risollevare situazioni come queste si cerca di ridurre le spese superflue, tagliando su rami come il motorsport. Ma il marchio di Stoccarda ha basato gran parte della sua storia e reputazione proprio nelle gare.

Porsche attualmente è impegnata nel GT, con le varie declinazioni del Carrera Cup e con la 911 GT3 (di cui è stata recentemente svelata anche la versione Evo che debutterà il prossimo anno), in LMDh e in Formula E. Il programma GT è l’unico effettivamente redditizio, in quanto i modelli vengono venduti ai clienti sportivi. Mentre, se messi a confronto, la Formula E è sicuramente meno costosa rispetto alla LMDh.

Entrando più nello specifico, la parte Endurance corre a due velocità. Se da un lato, nell’IMSA SportsCar Championship, le Porsche stanno dominando la scena con ben quattro vittorie, incluse la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore di Sebring, nel WEC le 963 LMDh stentano a decollare. Seppur indirettamente, il responsabile di Porsche Motorsport Thomas Laudenbach ha puntato il dito contro il BoP (Balance of Performance) che ha tarpato le ali alla Hypercar tedesca nel Mondiale Endurance.

Inoltre, vista la sua natura, il FIA WEC è nettamente più costoso sul piano logistico rispetto all’IMSA, che corre esclusivamente in Nord America. Se in entrambi i campionati, a gestire le vetture in pista è il team Penske Motorsport, quest’ultimo ha ancora un contratto fino a tutto il 2026 per l’IMSA. Nell’effettivo, quindi, l’unico programma ancora in bilico è quello del WEC.

Chiudere, seppur parzialmente, un programma così dispendioso come quello della 963 LMDh dopo sole tre stagioni sicuramente non è facile. Resta quindi da capire se Porsche voglia sfruttare questa incertezza sul futuro, magari per far leva su ACO e FIA in merito proprio alla questione del BoP. Inoltre, con l’ingresso di nuovi marchi nelle prossime due stagioni, quali Genesis, Ford e McLaren, il numero di LMDh supererà nettamente quello delle LMH. Di conseguenza creare un’equivalenza tra le due piattaforme sarà ancora più delicato e di vitale importanza per la categoria.

12 Set [11:19]

Pourchaire con Peugeot a Sakhir e
nel 2026, Vandoorne verso Genesis

Michele Montesano

Reduce da un positivo terzo e quarto posto nella gara di Austin, miglior risultato da quando è tornata a correre nel FIA WEC, Peugeot ha annunciato un importante cambiamento su uno dei suoi equipaggi. Theo Pourchaire, già pilota di riserva della squadra francese, entrerà a far parte della formazione ufficiale. La promozione avverrà già nella 8 Ore del Bahrain, ultimo appuntamento stagionale del Mondiale Endurance.

Pourchaire, classe 2003, farà così il suo debutto ufficiale con la Peugeot 9X8 LMH affiancando Loïc Duval e Malthe Jakobsen. Il francese andrà a prendere il posto lasciato vacante da Stoffel Vandoorne il quale concluderà la sua avventura con la Casa del Leone dopo la 6 Ore del Fuji, prevista a fine settembre. Pourchaire, inoltre, è già stato annunciato quale pilota titolare Peugeot per la prossima stagione del WEC.

Campione nel 2023 del FIA Formula 2, nonché pilota di riserva del team Sauber in Formula 1, il francese l’anno scorso ha preso parte all’IndyCar Series con il team Arrow McLaren. Il francese, a fine 2024, ha poi preso parte ai Rookie Test del WEC in Bahrain proprio con la Peugeot 9X8. Dall’inizio di quest’anno Pourchaire è al via della European Le Mans Series con la Oreca LMP2 del team Algarve Pro Racing.

Per Vandoorne, invece, la gara giapponese coinciderà anche con la fine del rapporto con Stellantis Motorsport. Infatti il belga, al termine del doppio E-Prix di Londra, aveva già chiuso l’avventura in Formula E con Maserati. Anche se manca ancora l’ufficialità, per Vandoorne si parla di un ingresso nel programma Genesis per il WEC. Il belga andrà quindi ad affiancare André Lotterer e Pipo Derani per sviluppare la GMR-001 LMDh che debutterà nel Mondiale Endurance il prossimo anno.

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